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24/03/2015 - In aula o in commissione

Avviata in aula la discussione del disegno di legge 56 per la pianificazione sanitaria e sociale

In Consigliio provinciale con l'intervento introduttivo dell'assessora Borgonovo Re da cui è firmata

Avviata in aula la discussione del disegno di legge 56 per la pianificazione sanitaria e sociale

Avviata in aula la discussione del disegno di legge 56 per la pianificazione sanitaria e sociale

​Il Consiglio provinciale ha iniziato oggi a fine mattinata a discutere il disegno di legge 56 proposto dall'assessora Donata Borgonovo Re per disciplinare la programmazione sociale e sanitaria e attuare così le riforme del 2010 sulla tutela della salute e del 2007 sul welfare. Dopo la lettura delle relazioni di maggioranza (Detomas) e minoranza (Viola). Quest'ultima evidenzia che la rivisitazione del testo emendato in Commissione dall'assessora non basta a fugare le perplessità delle opposizioni che infatti avevano votato contro il disegno di legge, soprattutto perché prefigura il rischio di una sanitarizzazione del sociale.

L'assessora Borgonovo Re ha illustrato il provvedimento mettendo in luce che “questo ddl introduce un strumento innovativo nel sistema trentino”.  E la novità consiste, per Borgonovo Re, nel far sì che la pianificazione sociale e sanitaria parta dai cittadini anziché dalle istituzioni. Le due leggi sul welfare e sulla salute partivano invece dai servizi. “Dovendo dare attuazione a queste normative – ha raccontato l'assessora – ci siamo chiesti se non fosse giunto il momento di introdurre un documento strategico di portata decennale, che avesse al centro dell'attenzione la salute della persona”. Per cercare risposte di natura né esclusivamente sanitaria né esclusivamente sociale. Si tratta per Borgonovo Re di interrogarsi sulla salute nel delineare tutte le politiche della Provincia, creando alleanze tra i diversi settori. Ecco perché la Giunta ha deciso di puntare su un Piano decennale della salute che intercetti tutte le politiche significative per la salute dei cittadini. Si tratta poi di garantire la declinazione di questo Piano per la salute in una serie di strumenti attuativi, con una programmazione sociale già presente all'interno delle Comunità. Programmazione delle Comunità da considerare e valorizzare per tutta la ricchezza di azioni, interventi e proposte che concorrono a realizzare e promuovere la salute delle persone. Si tratta quindi mettere in campo una programmazione sanitaria e socio-sanitaria che consenta di attuare e articolare gli obiettivi strategici alti del Piano per la salute in una dimensione operativa, quotidiana e puntuale. Una dimensione le cui trasformazioni potranno anche essere anche molto numerose in ragione dei cambiamenti che sicuramente avverranno. Gli strumenti, quindi, potranno cambiare velocemente, fermo restando il respiro strategico e stabile nel tempo del Piano per la salute.

Solo così, ha proseguito Borgonovo Re, la programmazione attuativa non sarà frammentata, episodica e casuale, ma si collocherà dentro un disegno generale. 

“Con tutti i consigli della salute della Provincia – ha ricordato l'assessora – sto concludendo un giro per discutere e condividere le linee strategiche e la filosofia del Piano per la salute. Nei consigli della salute delle Comunità c'è chi pensa che il Piano nulla aggiungerà se non una sorta di libro dei sogni senza effetti operativi efficaci. Altri invece hanno colto la sfida di questo Piano, che mette a disposizione un aiuto per piter decidere i progetti quotidiani. Con questo Piano vi sarà una strategia cui si potrà fare riferimento.

Il Piano per la salute, per Borgonovo Re, deve puntare soprattutto alla prevenzione ed essere integrato con tutte le azioni finalizzare a questo obiettivo. Per esemplificare l'assessora ha citato il problema del moltiplicarsi degli incidenti con gli sci. Salute in questo caso non significa solo preoccuparsi di creare servizi e strutture ospedaliere per curare aggiustare le gambe degli sciatori, ma anche intervenire sulle piste, sugli sci, sulle attrezzature, sulla mentalità per prevenire questi incidenti ed evitare così i costi derivanti dal moltiplicarsi di questi episodi se mancano politiche a monte. L'assessora ha infine riconosciuto che il testo uscito dalla commissione è molto migliore di quello entrato grazie all'apporto dei soggetti incontrati nelle audizioni.