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05/03/2015 - In aula o in commissione

Ultime mozioni, no alla proposta di Fugatti (Lega), condivisa anche da De Godenz (Upt) di tenere aperti tutti i punti nascita in Trentino

Consiglio provinciale, conclusi i lavori della sessione.Via libera alle proposte di

Ultime mozioni, no alla proposta di Fugatti (Lega), condivisa anche da De Godenz (Upt) di tenere aperti tutti i punti nascita in Trentino

In allegato, la posizione della Giunta sugli uffici postali e l'intervento di Tonina sullo sviluppo rurale

Ultime mozioni, no alla proposta di Fugatti (Lega), condivisa anche da De Godenz (Upt) di tenere aperti tutti i punti nascita in Trentino

​​​​Il Consiglio provinciale ha concluso dopo le 19.00 i lavori di questa sessione dopo aver discusso e approvato all'unanimità tre mozioni su quattro. Hanno ottenuto il via libera le mozioni di Simoni (Progetto Trentino) contro la chiusura degli uffici postali nei Comuni periferici, di Maestri (Pd) per il ripristino a scopo turistico o sociale dell'ex Hotel Panorama di Sardagna, e di Tonina (Upt) per la definitiva approvazione del Programma di sviluppo rurale della Provincia fino al 2020 e per ottenere maggiori risorse a sostegno della zootecnia.

Respinta invece la mozione proposta da Fugatti dopo un tentativo di mediazione del vicepresidente Olivi, per il mantenimento dei punti nascita negli ospedali “periferici”. A favore della mozione ha però votato anche De Godenz (Upt), mentre l'unica astensione è stata di Giuliani (Patt).​ 

​Approvata la mozione di Simoni per evitare la chiusura degli uffici postali nelle località più decentrate.

La discussione delle mozioni si era conclusa stamane con la presentazione della mozione 226 di Marino Simoni (Progetto Trentino) sulle continue chiusure degli uffici postali periferici.  La mozione è stata approvata all'unanimità nel pomeriggio con una modifica che chiede di impedire la chiusura e la riduzione degli orari di servizio dell'ufficio postale non solo di Caoria nel Vanoi ma anche di Praso e di a S. Martino di Castrozza. Oggi le chiusure continuano, anzi, aumenta. Si dice che queste chiusure siano determinate dal rapporto col numero degli abitanti: a Caoria ad esempio, ci sono 500 abitanti, ma lo sportello del paese ha un deposito di quasi due milioni di euro quasi tutto di anziani e pensionati. Toccare questi servizi, quindi, è inaccettabile. Il Sud Tirolo ha posto la questione nella trattativa con lo Stato, per portare la competenza alla Pat. Dobbiamo garantire il servizi ai nostri cittadini e non si può lasciare tutto in mano alle valutazioni economiche. Si porta tutto nel capoluogo e quindi non si garantiscono più i diritti dei nostri cittadini nelle realtà periferiche. Non è possibile, ha aggiunto, lasciare che le decisioni siano lasciate solo nelle mani delle direzioni delle Poste ma serve una programmazione. 

Sì della Giunta al monitoraggio del servizio sul territorio.

L'assessore Olivi ha assicurato che la Giunta si è già fatta carico del problema e di condividere quindi la mozione di Simoni, perché il presidente Rossi ha recentemente chiesto per iscritto a Poste Italiane informazioni ed espresso preoccupazione in merito alle sei chiusure ipotizzate. Una scelta imposta dall'alto come questa, ha scritto Rossi, se attuata determinerebbe un depauperamento di un servizio essenziale. Il 25 febbraio scorso è arrivata la risposta di Poste Italiane che dopo aver spiegato di dover rispettare dei precisi parametri indicati dal ministero, ha tuttavia garantito attenzione per i Comuni rurali e montani. In sostanza nei Comuni in cui è presente un ufficio postale dovrà rimanere un presidio dell'azienda. La Provincia, ha concluso Ilivi, si impegna quindi a monitorare la situazione prendendo atto che Poste Italiane ha costituito a Trento un contact center per la ricollocazione del personale eccedente. 

Borga ha osservato che “Poste Italiane è tenuta a garantire un determinato standard di servizio, per cui non si tratta di andare a il mantenimento degli uffici e la loro apertura con determinati orari, né di una gentile concessione dell'azienda. Occorre invece che la Provincia faccia presente agli organismi statali che occorre verificare che Poste Italiane faccia il proprio dovere. 

Detomas (Ual) ha ricordato che l'ufficio postale per la popolazione testimonia ancora la presenza dello Stato, dell'ente pubblico e delle istituzioni, per cui la Provincia dovrebbe rendersi garante di quest'attenzione nei confronti dei territori periferici per mantenere presidi come questo nelle aree di montagna. 

Passamani (Upt) ha sottolineato che ul'assenza di un presidio delle Poste può rivelarsi drammatico in certe località di montagna e segnerebbe l'ennesimo passo indietro per la nostra autonomia.

Simoni ha ribadito nella sua replica che non si può rinunciare agli uffici postali sul territorio, ed ha auspicato che a fine aprile questi presidi non siano chiusi. Serve quindi un attento monitoraggio e la volontà di incidere sia a livello politico che amministrativo.

Giovanazzi (AT) ha manifestato la propri a “solidarietà” a Simoni ricordando di aver già preso qualche anno fa un'iniziativa analoga a quella di Simoni “che poi purtroppo si è  arenata”. S le Poste non si fossero trasformate in spa probabilmente la Provincia avrebbe potuto chiedere la delega per questo servizio.

Civettini (Civica) ha sottolineato l'importanza che questo servizio sia presente sul territorio.

Tonina (Upt) ha aggiunto che non è accettabile che posta arrivi alle persone e alle imprese una volta ogni 15 giorni. Questo non è un servizio ma un disservizio. Per questo la Giunta deve impegnarsi per la parità di servizi tra città e territori periferici, suggerendo a Simoni di aggiungere nella sua mozione la richiesta di assicurare gli uffici postali  non solo a Caoria nel Vanoi ma anche a Lases, Praso e S. Martino di Castrozza. Proposta poi accolta da Simoni con una modifica del dispositivo.

Kaswalder (Patt) ha evidenziato che per queste località Poste Italiane non può obbedire alla pura logica del business. Va cercata una soluzione perché ad esempio le nostre Casse rurali e Famiglie cooperative consegnino della posta alle persone più anziane

Simoni ha accolto la proposta di Tonina ricordando che la sua mozione andava però nella direzione di non chiudere uffici senza un confronto con Poste Italiane e costringa l'azienda a considerare tutti i fattori in gioco.

Fasanelli (Gruppo misto) ha evidenziato l'importanza della mozione che mira a garantire la presenza delle Poste in tutto il territorio.

Fugatti (Lega) ha ricordato che all'epoca dell'accordo di Milano di fine 2009 la Provincia di Bolzano avesse assunto come delega la gestione delle Poste mentre Trento scelse l'università. Nel prossimo futuro la nostra Provincia dovrà chiedere questa competenza pur valutando se vi sono le risorse per gestirla.

Bezzi (FI) ha ribadito la necessità di prestare attenzione alle esigenze di questo servizio nelle località periferiche.

Ex Hotel Panorama di Sardagna. Disco verde per la mozione Maestri che mira al ripristino della struttura per uso turistico o sociale.

L'utilizzo della struttura ex Centro congressi Panorama di Sardagna per finalità turistico-culturali era l'oggetto della seconda mozione discussa a lungo dall'aula e alla fine approvata all'unanimità. 

La proponente, Lucia Maestri (Pd), si è rivolta in particolare all'assessore Gilmozzi ricordando che per la struttura ha manifestato interesse anche l'assessora Borgonovo Re per dare accoglienza all'associazione Padre Angelo allo scopo di accogliere madri con figli piccoli. Maestri ha chiesto che l'ex Hotel sia restituito alla città di Trento, ai suoi abitanti e ai turisti “per soddisfare l'esigenza di bellezza che dalla terrazza di quella struttura si può godere”. Per questa ragione secondo Maestri la gestione della struttura dovrebbe essere posta a bando pubblico competitivo, perché non si può pensare che nessun privato sia interessato alla sua gestione. Si darà così la possibilità di restituire quel luogo alla sua funzione turistica. Non si tratta di una questione che riguarda solo la città di Trento ma di mettere a disposizione di tutti la bellezza del nostro territorio. “La mia non è una mozione contro”, ha tenuto a precisare Maestri, che proprio per dimostrare questo ha modificato completamente il dispositivo tenendo conto delle verifiche già avviate dalla Giunta per un utilizzo a scopo sociale. Il nuovo dispositivo chiede al Consiglio di impegnare la Giunta ad avviare un tavolo don il Comune di Trento per permettere il ripristino per uso turistico della struttura valorizzando la sua originaria vocazione e valutando anche la compatibilità dell'eventuale utilizzo quale residenza socio-assistenziale.

Giovanazzi (AT) ha ricordato che un'iniziativa analoga a questa era stata promossa nella passata legislatura dall'allora consigliere Sembenotti, cui aveva risposto il presidente Pacher prefigurando un utilizzo di tipo turistico della struttura. L'ipotesi non ha poi avuto alcun seguito. Giovanazzi ha anche segnalato che per questo complesso vi era l'interesse di un privato disposto anche a contribuire per il rilancio della struttura. “Cos'ha fatto allora la Giunta in questi anni – ha chiesto il consigliere – e perché non ha approfondito questo interesse?” La scelta di collocare in quell'immobile l'associazione Padre Angelo, secondo Giovanazzi è comunque sbagliata e denota mancanza di visione complessiva del territorio. “Così si annullano patrimoni che potrebbe rivelarsi motori di sviluppo”.

De Godenz (Upt) si è unito al sostengo della mozione Maestri per l'utilizzo turistico dell'Hotel Panorama, posto fantastico con una vista unica che merita, quindi, di tornare alla sua destinazione iniziale.

Fasanelli (Gruppo misto) si èp complimentato con Maestri per il suo intervento e la sua mozione.

Degasperi (M5s) ha denunciato lo stato di abbandono dell'ex Hotel Panorama di sardagna, porta di accesso al Monte Bondone. Questa struttura dimenticata è il simbolo dello sperpero delle risorse pubbliche. E lo stesso sobborgo di Sardagna è ridotto a dormitorio privo di servizi come le poste. L'utilizzo turistico dell'immobile cozza un po' con l'idea della riapertura della discarica di Sardagna.

Cia (Civica) ha ricordato di essersi già occupato più volte da consigliere comunale dell'ex Hotel Panorama, del quale aveva evidenziato il desolante abbandono notato anche dai turisti. Cia ha condiviso i tre punti del dispositivo modificato da Maestri ricordando che da parte del Comune una risposta orientata all'utilizzo turistico della struttura c'è già. Ora manca la decisione della Provincia.

Viola (Progetto Trentino), fuori dal coro, ha evidenziato che se la Provincia non pagherà chi deciderà di assumersi la gestione della struttura, nessun privato se ne farà carico. Per Viola infatti l'immobile è stato ristrutturato nel peggiore di modi, “coi piedi”, senza alcuna finalizzazione a un utilizzo turistico-culturale. Tanti imprenditori sono andati a visitare la struttura, scontrandosi con la considerazione che il solo fatto di tenerla aperta costerebbe troppo. “Abbiamo una struttura strana in un posto bellissimo ma ristrutturata malissimo e di cui vorremmo fare un albergo. Le difficoltà sono concrete e molto maggiori di quel che si pensa”.

L'assessore Gilmozzi ha preannunciato che con l'emendamento concordato  il voto della Giunta è favorevole. Ha chiarito però che l'Hotel ha avuto un suo sviluppo per cui pur essendo una terrazza panoramica non è decollato dal punto di vista di un utilizzo turistico. Il presidente Pacher si era trovato con la forte convinzione che opccorreva lavorare per la destinazione turistica senza trovare un privato disponibile, tranne uno che però chiedeva 100 posti letto e non 49 senza bagni. Intanto l'immobile è rimasto lì, inesorabilmente vuoto. Gilmozzi ha ricordato che a questo punto l'assessora Borgonovo Re nell'ottobre scorso ha ipotizzato la collocazione dell'associazione Padre Angelo, la cui sede attualmente costano più di 107 mila euro di affitto. Alla Giunta, ha proseguito Gilmozzi, non è parso così sbagliato procedere con una verifica in questa direzione se non altro per non lasciare la struttura nel più completo stato di abbandono. Per l'assessore la modifica della mozione di Maestri non preclude né questo utilizzo né uno sviluppo in senso turistico, anche tenuto conto che Trento avrebbe bisogno di alberghi. “Si tratta di cercare tutti – Provincia, Circoscrizione di Sardagna e Comune di Trento – una sintesi”. 

Nelle dichiarazioni di voto, Giovanazzi (AT) ha suggerito alla Provincia di mettere in vendita la struttura che in una posizione così non può non interessare qualcuno. Il problema per Viola resta quello di capire cosa si vuole fare della struttura che così com'è non può perseguire finalità turistico-alberghiere, mancando camere e posti letto. O si interviene fortemente sulla struttura oppure si utilizza per il servizio proposto dell'assessora Borgonovo Re. Non si può comunque prescindere da un rapporto con il Comune di Trento.

Bezzi (FI) ha contestato la mozione Maestri perché finalizzata a un utilizzo culturale pubblico della struttura, mentre vi sarebbe bisogno di una valorizzazione turistica dell'immobile. 

Degasperi (M5s) ha sottolineato che il futuro utilizzo turistico della struttura passa dalla realizzazione della “mitica” funivia Trento-Bondone.

Sì alla mozione Tonina per la definitiva approvazione del Programma sviluppo rurale 2014-2020. 

Via libera a pieni voti anche alla mozione 233 proposta da Mario Tonini (Upt) per l'approvazione definitiva del Programma di sviluppo rurale 2014-2020. Tonina ha illustrato la premessa e il dispositivo articolato in quattro punti. Il primo impegna la Giunta a dare sollecita attuazione agli adempimento istruttori richiesti a livello europeo per l'approvazione definitiva del Programma della Provincia nel periodo 2014-2020 in relazione alle politiche di sostengo allo sviluppo rurale da parte del fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEARS) cui farà seguito l'adozione dei bandi. Secondo: si prevede che la Provincia promuova e sostenga una concreta e massiccia informazione e sensibilizzazione rivolta all'ampia platea di soggetti pubblici e priuvati interessati, per favorire la conoscenza di programmi e azioni di interesse comunitario. Terzo: si dovrà garantire una quota annuale di fondi aggiuntivi anche a sostegno degli interventi previsti dalla legge provinciale sull'agricoltura e ad integrazione di quanto già stanziato nel PSR per favorire e sostenere le politiche agro-ambientali che rappresentano un asse portante dell'economia del Trentino. Un'azione importante per Tonina potrà essere svolta dai funzionari provinciali che lavorano nell'ufficio della Provincia a Bruxelles cui si aggiungeranno due nuovi assunti per cogliere le opportunità emergenti a livello comunitario.

L'assessore Mellarini, ex assessore all'agricoltura, ha risposto per Dallapiccola (impegnato in una fiera), evidenziando l'impegno della Giunta insieme alla Provincia di Bolzano, il Tirolo, il Vorarlberg e la Baviera per promuovere il valore dell'agricoltura di montagna e delle attività come la zootencnia legate all'economia di queste zone. Attività che hanno sia un valore sociale che un significato di difesa dell'ambiente. Il Trentino, ha ricordato Mellarini, è l'unica realtà che ha un'apposita legge per l'agricoltura, la provinciale legge 4, che ci consente di mettere a disposzione delle risorse. Mellarini ha segnalato infine che l'assessore Dallapiccola ha concordato con Tonina una modifica del dispositivo della mozione, che in tal modo è condivisa dalla Giunta, per verificare la disponibilità delle risorse con cui la Provincia potrà integrare quando già previsto a sostegno del settore. L'emendamento sostituisce l'impegno della Giunta di garantire una quota annuale di fondi aggiuntivi”, con quello, più prudente vista la carenza di risorse provinciali, di “verificare la possibilità di stanziare, compatibilmente con le disponibilità complessive di bilancio, fondi aggiuntivi anche a sostegno degli interventi previsti dalla legge provinciale sull'agricoltura e ad integrazione di quanto già stanziato nel PSR”.

Nel dibattito Graziano Lozzer (Patt) è intervenuto per evidenziare l'importanza strategica del Programma di sviluppo rurale, molto atteso dagli operatori, e in particolare della consulenza tecnica di cui le aziende agricole hanno bisogno per sviluppare le produzioni di montagna. Altri temi cruciali secondo Lozzer: i giovani e il ricambio generazionale nelle aziende del settore, e un'attenzione all'ambiente e alle terre abbandonate da restituire a un'agricoltura magari non più monocolturale.

Zanon (Progetto Trentino), d'accordo con la mozione di Tonina, ha sottolineato da un lato la penuria di risorse provinciali destinate a questo settore, dall'altro il rinnovato interesse per l'agricoltura che sta emergendo tra i giovani. Servono quindi grande progettualità e capacità di spendere bene in Trentino queste risorse, poi una massiccia informazione rivolta agli agricoltori e agli enti che li supportino perché presentino i progetti  e sfruttino le risorse, e infine l'approvazione definitiva del Programma senza cui non si potranno ottenere le risorse europee.

Nella sua replica conclusiva Tonina ha ricordato che gli oltre 30 milioni già recuperati a livello europeo non saranno sufficienti a sostenere l'agricoltura trentina senza uno sforzo supplementare da compiere con scelte politiche forti che individuino delle priorità. Solo tutelando l'agricoltura di montagna e la zootecnia in particolare potranno garantire un importante presidio del territorio svolgere, diversamente vista la concorrenza a livello europeo il Trentino non potrà reggere questa situazione. Oggi è indispensabile una sensibilità politica che assicuri a certi territori del Trentino dove si può fare solo zootecnia le risorse di cui vi è bisogno. Si tratta di una priorità politica, ha insistito Tonina, perché gli operatori non avranno a breve il reddito sufficiente per proseguire la loro attività. Occorre che la Commissione europea approvi quanto prima il nuovo PSR.

Repinta la mozione Fugatti per il mantenimento dei punti nascita esistenti sul territorio, con De Godenz (Upt) a favore e il voto di astensione di Giuliani del Patt.

Dopo le 19.00 il Consiglio provinciale ha infine respinto La mozione proposta da Maurizio Fugatti (Lega) per il mantenimento dei punti nascita di Arco, Cles, Tione e Cavalese nella programmazione integrata delle politiche sanitarie e sociali, “visto che all'interno della maggioranza non vi è un quadro condiviso e ciò crea confusione nei cittadini e nelle strutture ospedaliere di valle”.

De Godenz (Upt) ha detto di condividere la mozione “perché i servizi indispensabili sul territorio vanno mantenuti”. Per questo ha concordato con Fugatti un emendamento che dimostri al governo nazionale la performance degli ospedali di valle del Trentino, “dove abbiamo il più basso tasso di mortalità in Europa”. Anche per i parti la nostra è una realtà virtuosa. De Godenz ha ricordato che in Austria e Svizzera i punti nascita restano aperti anche sotto i 500 parti. Si è appellato quindi a tutti i consiglieri perché chiedano il mantenimento di tutti i punti nascita in Trentino.

No delle minoranze all'emendamento proposto da Olivi.

Giuliani (Patt) vista l'importanza del tema ha chiesto un quarto d'ora di sospensione, al termine della quale il vicepresidente Olivi ha proposto un emendamento unico al dispositivo della mozione.   Questo per chiedere al ministero della salute di valutare la possibilità che il Trentino sperimenti un progetto di conciliazione delle due fondamentali esigenze in gioco sui punti nascita: quella della sicurezza delle prestazioni sanitarie ospedaliere, e quella di garantire forme innovative di collaborazione (evitando riferimenti a soglie e a standard) per il funzionamento del servizio.

Il dispositivo suggerito dalla Giunta propone di sperimentare in Trentino un progetto pilota che coniugi le esigenze di sicurezza con quelle legate all'orografia dei territori di montagna.

Fugatti ha detto di apprezzare lo sforzo del vicepresidente Olivi e dopo aver valutato con le minoranze con un'altra breve sospensione la proposta, ha dichiarato di condividere il testo della Giunta senza però rinunciare ai 4 punti del dispositivo oltre all'emendamento De Godenz e al suo. Offerta respinta da Olivi considerando quello della Giunta l'emendamento unico e assorbente tutti gli altri punti ed emendamenti del dispositivo.

Bezzi (FI), d'accordo con Fugatti, ha chiesto perché dovremmo chiudere i punti nascita territoriali del Trentino, che è ciò che vuole la gente, quando in altri Paesi vi sono soglie meno restrittive per il mantenimento di questi servizi.

Cia (Civica) ha accusato la politica della Giunta di privare le strutture sanitarie di professionalità e quindi di servizi. Se i parti sul territorio erano sicuri ieri non vedo perché oggi non dovrebbero più esserlo. A questo punto De Godenz (Upt) ha chiesto a Fugatti di accettare la proposta di Olivi che esprime un'apertura della Giunta e ottenere un risultato perseguito da tutti. Altrimenti ce ne andremo via tutti stasera con una mezza sconfitta.

Giuliani (Patt), unendosi all'appello rivolto da De Godenz a Fugatti, ha chiesto di non considerare il problema dal punto di vista politico ma in funzione dell'interesse di tutta la comunità. Se così non sarà, la maggioranza dovrà riportare in aula una propria mozione sullo stesso argomento.

Viola (Pt) si è detto “basito” perché i primi due punti del dispositivo della mozione Fugatti, chiedono semplicemente alla Giunta di prendere una posizione unitaria sull'argomento punti nascita evitando di confondere su questo tema i cittadini, e di tener conto dei 50 mila trentini che hanno firmato petizioni popolari per il mantenimento di questo servizio sui territori. Il punto è che la Giunta se chiede di stralciare il primo punto deve spiegare perché non ha una posizione unitaria. E se vuole lo stralcio del secondo deve spiegare ai 50 mila trentini che la salvaguardia dei punti nascita nelle valli non interessa.

Nelle dichiarazioni di voto Fugatti ha ribadito la scelta di non rinunciare ai punti del proprio dispositivo, mentre Cia ha chiesto di promuovere e non di penalizzare e di svuotare dei punti nascita le strutture ospedaliere del territorio.

Alla fine la mozione è stata respinta con 10 voti a favore, tra i quali anche quello di De Godenz dell'Upt, 14 contrari e un astenuto (Giuliani del Patt).

Allegati
Posizione Giunta su chiusura uffici postali
Intervento Tonina su proposta mozione 233 con emendamento Dallapiccola