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04/03/2015 - Incontri

Cembra studia il “suo” don Vincenzo Casagrande

E’ in corso la giornata di studi promossa dal Consiglio provinciale

Cembra studia il “suo” don Vincenzo Casagrande

In allegato foto e loncandina sull'iniziativa

Cembra studia il “suo” don Vincenzo Casagrande
​​E' in corso a Cembra, nel restaurato palazzo seicentesco che fu ultima residenza della locale famiglia nobiliare dei Maffei, il convegno promosso dal Consiglio provinciale e dal Comune, per onorare la figura di don Vincenzo Casagrande (1867-1943). L'operazione culturale si deve al Museo diocesano tridentino e alla sua direttrice, Domenica Primerano, che ha anzitutto riordinato l'archivio legato al fondatore e primo direttore dell'istituzione con sede a Trento, grazie al sostegno finanziario della Fondazione Caritro. Quindi hanno promosso l'odierna giornata di studi, intitolata a "un protagonista della tutela dei monumenti nel Trentino del primo Novecento".

Il presidente del Consiglio, Bruno Dorigatti, stamane ha aperto i lavori spiegando di avere accolto con grande favore la proposta di collaborare arrivata dal museo diocesano, posto che si tratta di valorizzare la memoria di un uomo "cui il Trentino deve molto sul piano culturale e identitario", perché da imperial regio conservatore dei beni artistici e architettonici, si prodigò per la salvaguardia in pieno periodo bellico di opere altamente rappresentative di un popolo, quello trentino, esposto al vento delle contaminazioni della storia. "La sua visione lunga ed il suo attaccamento al territorio – ha aggiunto Dorigatti - lo inseriscono nel solco dei protagonisti culturali del cattolicesimo trentino del Novecento e nella scia di figure altrettanto importanti come quelle di Mons. Endrici, di Mons. Delugan e, più recentemente, Mons. Rogger e Mons. Visintainer, scomparso purtroppo negli scorsi giorni".

Antonietta Nardin – sindaca del Comune di Cembra, avviato verso una fusione con Lisignago – ha detto che per il paese e per la valle "è stata una piacevolissima riscoperta quella dei natali di don Casagrande, figura molto stimata tra gli esperti del settore, meno tra la popolazione comune". Nardin ha raccontato che il sacerdote non ha lasciato alcun erede, essendo i suoi fratelli morti giovani e l'unica sorella deceduta senza figli. "Gli eredi quindi siamo noi", ha detto la prima cittadina, "fieri oggi di approfondire il valore di questo studioso".

Un saluto è stato indirizzato a convegnisti e pubblico da don Lauro Tisi, vicario generale della Diocesi di Trento, che ha sottolineato come gli studi storici siano preziosi in un'epoca come la nostra segnata pesantemente da un presente divoratore del tempo e da una perdita invece di memoria collettiva di ciò che è stato.

I lavori del convegno durano fino al tardo pomeriggio e sono strutturati su tre sessioni. La prima inquadra il contesto storico e culturale in cui visse don Casagrande ed è coordinata dall'ex sovrintendente ai beni artistici di Bolzano, Helmut Stampfler. La seconda sarà presieduta da monsignor Giulio Viviani, direttore dello Stat diocesano, e si occuperà di scandagliare l'opera del sacerdote cembrano "dalla cura d'anime all'impegno in ambito artistico". Dalle 16.15 infine lo zoom sulla vera e propria attività di tutela, con i lavori presieduti dal dirigente Pat Sandro Flaim. Alle 18.15 il dibattito e le conclusioni. ​

Allegati
Locandina giornata di studio su don Vincenzo Casagrande
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