Rivevuto da Dorigatti il ministro delle autonome locali del governo di Pristina Ljubomir Maric
Lo statuto del Trentino interessa la minoranza serba del Kossovo
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La
minoranza serba del Kossovo guarda con grande interesse al Trentino
Alto Adige come modello storico, politico e istituzionale per il
superamento degli enormi problemi di convivenza sulla stessa terra
tra etnie, lingue e culture diverse. Di più: l’ideale per i serbi
kossovari sarebbe di poter fare “un copia e incolla del vostro
Statuto di autonomia speciale”. E di poterlo naturalmente attuare
nei fatti, trattandosi della “miglior pratica cui fare riferimento
in Europa”.
L’ha
detto stamattina a palazzo Trentini il ministro delle autonomie
locali nel Governo di Pristina, Ljubomir
Maric, incontrando il presidente del
Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti.
E’ stato proprio il trentasettenne uomo politico – dalla doppia
cittadinanza serba e kosovara - a chiedere all’ambasciata in Italia
di organizzargli un contatto con Trento e Bolzano, che è stato poi
rapidamente pianificato per il tramite dell’attiva associazione
Trentino con i Balcani.
Maric
ha spiegato che le tensioni nel suo Paese sono ancora forti, tant’è
che dopo le elezioni parlamentari del giugno scorso, sono serviti sei
mesi per riuscire a varare un Governo, nel quale tre ministri sono
stati assegnati alla minoranza serba del Paese in cui vive un 90% di
cittadini di etnia albanese.
Dorigatti
ha detto all’ospite che anche la nostra regione ha preso le mosse
in passato da una situazione di accesa conflittualità, superata con
quell’intelligenza politica che ha portato all’Accordo
Degasperi-Gruber, allo Statuto di autonomia e ai suoi sviluppi e
adeguamenti. Il presidente ha illustrato le caratteristiche basilari
del nostro assetto istituzionale e le garanzie che sono assicurate
alle minoranze linguistiche, non senza omettere che la vita
dell’autonomia speciale deve fare i conti oggi con le difficoltà
di rapporto nei confronti dello Stato centrale e con la cruda realtà
della crisi economica e occupazionale.
Maric
dal canto suo ha detto che in Kossovo le garanzie assicurate dalla
Costituzione alle minoranze linguistiche, nella realtà sono ancora
in larga parte inattuate, se è vero che solamente in Parlamento la
presenza serba è assicurata al livello del 10% di cui parla appunto
la carta costituzionale per tutte le istituzioni pubbliche.
La
“road map” sulla quale si cerca di procedere è data dal patto di
Bruxelles, con cui Belgrado e Pristina hanno trovato una mediazione
per l’autonomia delle province kossovare del nord a maggioranza
serba, dischiudendo così le porte anche a un processo di
avvicinamento del Paese all’Unione europea. La situazione economica
è molto grave – ha aggiunto il ministro – con una disoccupazione
che raggiunge il 60%.
Il
presidente Dorigatti ha esposto in ufficio la bandiera ufficiale del
Kossovo e ha augurato all’ospite che si allarghi il numero dei
Paesi che riconoscono la Repubblica del Kossovo autoproclamata nel
2008: “Tornare indietro non è più pensabile – ha detto – e si
tratta di lavorare con pazienza perché il nuovo Stato non
rappresenti più un rischio per la stabilità dell’intera area
balcanica. Su queste basi potrà arrivare anche lo sviluppo
economico, nel quale tra l’altro potrebbe avere un ruolo anche
l’imprenditoria trentina”.