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16/02/2015 - Incontri

Lo statuto del Trentino interessa la minoranza serba del Kossovo

Rivevuto da Dorigatti il ministro delle autonome locali del governo di Pristina Ljubomir Maric

Lo statuto del Trentino interessa la minoranza serba del Kossovo

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Lo statuto del Trentino interessa la minoranza serba del Kossovo

​​​​​​​​​​La minoranza serba del Kossovo guarda con grande interesse al Trentino Alto Adige come modello storico, politico e istituzionale per il superamento degli enormi problemi di convivenza sulla stessa terra tra etnie, lingue e culture diverse. Di più: l’ideale per i serbi kossovari sarebbe di poter fare “un copia e incolla del vostro Statuto di autonomia speciale”. E di poterlo naturalmente attuare nei fatti, trattandosi della “miglior pratica cui fare riferimento in Europa”.

​L’ha detto stamattina a palazzo Trentini il ministro delle autonomie locali nel Governo di Pristina, Ljubomir Maric, incontrando il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti. E’ stato proprio il trentasettenne uomo politico – dalla doppia cittadinanza serba e kosovara - a chiedere all’ambasciata in Italia di organizzargli un contatto con Trento e Bolzano, che è stato poi rapidamente pianificato per il tramite dell’attiva associazione Trentino con i Balcani.

Maric ha spiegato che le tensioni nel suo Paese sono ancora forti, tant’è che dopo le elezioni parlamentari del giugno scorso, sono serviti sei mesi per riuscire a varare un Governo, nel quale tre ministri sono stati assegnati alla minoranza serba del Paese in cui vive un 90% di cittadini di etnia albanese.

Dorigatti ha detto all’ospite che anche la nostra regione ha preso le mosse in passato da una situazione di accesa conflittualità, superata con quell’intelligenza politica che ha portato all’Accordo Degasperi-Gruber, allo Statuto di autonomia e ai suoi sviluppi e adeguamenti. Il presidente ha illustrato le caratteristiche basilari del nostro assetto istituzionale e le garanzie che sono assicurate alle minoranze linguistiche, non senza omettere che la vita dell’autonomia speciale deve fare i conti oggi con le difficoltà di rapporto nei confronti dello Stato centrale e con la cruda realtà della crisi economica e occupazionale.

Maric dal canto suo ha detto che in Kossovo le garanzie assicurate dalla Costituzione alle minoranze linguistiche, nella realtà sono ancora in larga parte inattuate, se è vero che solamente in Parlamento la presenza serba è assicurata al livello del 10% di cui parla appunto la carta costituzionale per tutte le istituzioni pubbliche.

La “road map” sulla quale si cerca di procedere è data dal patto di Bruxelles, con cui Belgrado e Pristina hanno trovato una mediazione per l’autonomia delle province kossovare del nord a maggioranza serba, dischiudendo così le porte anche a un processo di avvicinamento del Paese all’Unione europea. La situazione economica è molto grave – ha aggiunto il ministro – con una disoccupazione che raggiunge il 60%.

Il presidente Dorigatti ha esposto in ufficio la bandiera ufficiale del Kossovo e ha augurato all’ospite che si allarghi il numero dei Paesi che riconoscono la Repubblica del Kossovo autoproclamata nel 2008: “Tornare indietro non è più pensabile – ha detto – e si tratta di lavorare con pazienza perché il nuovo Stato non rappresenti più un rischio per la stabilità dell’intera area balcanica. Su queste basi potrà arrivare anche lo sviluppo economico, nel quale tra l’altro potrebbe avere un ruolo anche l’imprenditoria trentina”.

Immagini
  • Ljubomir Maric con il presidente Dorigatti
  • Ljubomir Maric con il presidente Dorigatti