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17/12/2014 - In aula o in commissione

Nel secondo intervento di Rossi sulla manovra, più Regione e modifiche allo Statuto

Finanziaria, approfondita e dettagliata la replica del presidente

Nel secondo intervento di Rossi sulla manovra, più Regione e modifiche allo Statuto

Nel secondo intervento di Rossi sulla manovra, più Regione e modifiche allo Statuto

​E' stata dettagliata e ricca di spunti, nel primo pomeriggio di oggi, la replica in aula del presidente della Provincia, Ugo Rossi, agli interventi dei consiglieri in discussione generale sulla manovra finanziaria provinciale per il 2015. Molti i temi che Rossi ha toccato parlando a braccio, con un occhio al tablet e uno al block notes degli appunti scritti a mano.

Verso il terzo Statuto di autonomia.

In gennaio e febbraio si metterà mano a un primo progetto di miglioramento dello Statuto di autonomia nelle parti relative all'elenco di competenze delle Province e della Regione, un lavoro da fare confrontandosi apertamente con le minoranze consiliari e parlando al territorio. Dopo il primo step raggiunto con l'accordo sulle finanze a Roma, questo è il secondo obiettivo strategico, che deve concretizzarsi in un voto del Consiglio regionale e in un disegno di legge di livello costituzionale, da agganciare al percorso in atto a livello parlamentare di riforma della carta costituzionale. Il percorso viene affrontato sulla scorta di un dato importantissimo: l'alleanza stretta fra Trento e Bolzano e la solidità della maggioranza regionale. La collaborazione Rossi-Kompatscher è un punto di forza ed è già stata consolidata da alcuni passaggi, come quando Trento – nella trattativa con lo Stato - ha accettato sacrifici per riequilibrare gli assetti finanziari rispetto alla Provincia di Bolzano, mentre all'opposto Bolzano ha aiutato Trento nel far passare il noto subemendamento alla legge di stabilità, che apre una breccia nel patto di stabilità delle finanze.

L'ente Regione.

Rossi, che è presidente anche della Regione Autonoma, ha ricordato che presto arriverà la competenza amministrativa in materia di uffici giudiziari, ma ha guardato oltre, ventilando una riforma seria dell'ente stesso Regione. Si può dotare il Consiglio regionale di nuove competenze in materie sovraordinate ai territori delle due singole province, non senza parlare alle popolazioni per consolidare la condivisione sociale in questa direzione.

La coalizione politica del governo provinciale.

Alludendo all'intervento della consigliera Lucia Maestri, il presidente ha assicurato fedeltà allo schema politico del centrosinistra autonomista, ma ha anche ribadito il concetto dell'assoluta originalità rispetto ai partiti nazionali. Ha inoltre ripetuto che il suo governo intende mettere assieme i temi sociali con quelli della competitività in economia, senza farsi frenare dall'idea superata che i primi siano "di sinistra" e i secondi no. Come non sono né di qua né di là scelte non certo neutre come quella di chiedere un contributo e un sacrificio ai dirigenti della Provincia in una fase così difficile per tutti.

La difficile trattativa con Roma.

In questo primo anno di legislatura – ha detto Rossi – è stato necessario uno sforzo straordinario di tutta la struttura Pat, che va elogiata per come ha affrontato le grandi difficoltà di rapportarsi con un livello statale caratterizzato da due livelli spesso nient'affatto coincidenti, quello del governo politico e quello dei funzionari e degli apparati tecnici. Il forte patto siglato con il premier Renzi permette oggi a Provincia e Regione di guardare con un po' più di fiducia al futuro, grazie al quadro certo di riferimenti per le risorse finanziarie.

Il debito della Pat.

Non c'è nulla di cui preoccuparsi, ma nello stesso tempo la Giunta è già impegnata a ridurre progressivamente l'esposizione debitoria della Provincia. 323 milioni di euro è il tetto fissato dalla Giunta per il 2014 per il nuovo debito contraibile da Patrimonio del Trentino, Università, Cassa del Trentino ed enti locali. Debito che è rivolto a stabilizzare l'esposizione del sistema Pat in rapporto al p.i.l. provinciale. Il totale di questo debito si attesta a quota 1,5 miliardi di euro e sta quindi sotto il 9,5% del Pil.

Un'altra quota di debito riguarda Itea e Trentino Trasporti. L'istituto di edilizia non ha contratto altro debito nel 2014 e ne totalizza per 154 milioni di euro. Trentino Trasporti spa ha debiti invece per 53 milioni, di cui 25 contratti nel 2014.

Siamo sotto i limiti che ci siamo autodeterminati per legge.

E un elemento ulteriore di stabilità sarà assicurato dallo sforzo attinto alla cassa residua della Pat (che vale 1 miliardo di euro) e indirizzato ad abbattere il debito dei Comuni, una chance in deroga al patto di stabilità nazionale, resa possibile dal Patto di garanzia di Roma sulle finanze.

La nomina di Profumo alla Presidenza di Fbk.

Rossi l'ha rivendicata come una scelta forte, che aiuterà il Trentino a stare in maggior collegamento con il mondo delle imprese e a perseguire la redditività degli investimenti pubblici. Di scelte forti il presidente ha parlato anche a proposito di scuola e trilinguismo nonché di selettività nelle sovvenzioni pubbliche al mondo della produzione.

Ticket e tariffe nella sanità.

Rossi ha anticipato il favore verso la proposta di ordine del giorno che li rimette alla definizione in sede statale di criteri legati al reddito e patrimonio delle persone. Non si pensa di fatto a tagli draconiani e indiscriminati – ha detto il presidente – ma a una razionalizzazione della spesa, che va meglio tarata rispetto alle effettive capacità economiche dei cittadini.

Europa ed Euregio.

Dobbiamo migliorare i nostri strumenti di presenza nelle istituzioni europee e dobbiamo farlo assieme, ente pubblico e imprenditoria privata, per sfruttare a fondo le sovvenzioni Ue. Riguardo alla permanenza della sede Ocse a Trento, Rossi ha detto che ha senso se riesce a garantire coerenza con le traiettorie di sviluppo del nostro territorio, ha essere insomma utile allo scopo di cui sopra.

In tema di Euregio non c'è alcun dubbio: avanti tutta per cogliere tutto il bene che può venire dalle collaborazioni transfrontaliere, senza badare troppo alle critiche del tutto fuori luogo di "pangermanesimo".