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21/11/2014 - In aula o in commissione

Quarta Commissione, finanziaria ecco le novità sul welfare

Le ha presentate l'assesore alla sanità e alle politiche sociali, Donata Borgonovo Re

Quarta Commissione, finanziaria ecco le novità sul welfare

La Quarta Commissione ha discusso oggi pomeriggio gli articoli della Finanziaria in materia di sanità, politiche sociali, sport, edilizia pubblica. Tiziano Mellarini, in apertura della seduta, ha presentato l'articolo 66, sul sostegno dei costi degli impianti sportivi dei comuni che hanno una grossa componente tecnologica, cioè il trampolino di Predazzo e lo stadio del ghiaccio di Miola di Pinè. Le delibere attuative della Giunta, su richiesta di Walter Viola (PT), saranno sottoposte al parere della commissione. L'articolo ha ricevuto due voti a favore e due astensioni.

Per le rette delle Rsa si introduce l'Icef anche per i parenti degli ospiti.

L'articolo 32 e 33 sono stati stralciati dalla finanziaria dal Presidente del Consiglio, ma sopravvive un comma che prevede la possibilità che nella partecipazione degli utenti alla retta ospedaliera delle Rsa venga inclusa la valutazione Icef. Passaggio delicato, ha detto l'assessora Borgonove Re, perché già oggi c'è numero di persone ospitate nelle Rsa  che  non hanno un reddito tale da coprire la retta alberghiera. In questo caso il comune si rivolge ai familiari. La norma, su questo terreno, mira a garantire che le famiglie di anziani che non hanno un reddito sufficiente, magari perché hanno già devoluto i loro averi ai parenti, paghino la retta. Secondo Plotegher questa partecipazione alla retta dei parenti va garantita e sottolineata. E ha ricordato che i comuni non hanno, attualmente, i mezzi necessari per attuare le rivalse. Viola ha detto che la norma è di difficile applicabilità.

Assicurazioni per i medici, il costo dei risarcimenti passa dalla Azienda alla Pat.

Per quanto riguarda la responsabilità verso terzi dei medici, sempre nei commi sopravvissuti dell'articolo 32, i risarcimenti sono posti a carico della Pat e non più l'Azienda sanitaria. Norma che ha essenzialmente un valore di tipo contabile (l'Assp risponde a norme contabili privatistiche) e che non incide sui conti provinciali. L'articolo è stato approvato con tre sì e due astenuti.

Favorire il volontariato di chi beneficia del welfare provinciale.

Articolo 34 modifica le norme sul volontariato dando la possibilità di stipulare convenzione con centro servizi volontariato. Obiettivo: favorire l'utilizzo nel volontariato di chi riceve benefici dal welfare della Pat. Il Centro servizi volontariato, ha detto Donata Borgonovo Re, potrebbe fungere da snodo tra persone disponibili e il mondo del volontariato. Detomas, ha sottolineati il rischio di trasformare il volontariato in semiprofessionismo. Anche questo articolo è stato approvato con tre voti a favore e due astensione.

Assicurazione a carico della Pat ai tutori dei minori.

L'articolo 35 introduce la copertura assicurativa per i tutori dei minori a carico della Provincia. Norma condivisibile per Viola, mentre Detomas ha detto che va tenuto conto anche di chi fa il tutore di persone che non sono minori, ad esempio gli psicolabili. L'articolo è stato approvato all'unanimità.

Icef anche per gli assegni integrativi per sordi, invalidi civili e ciechi.

L'articolo 36 introduce l'Icef nell'erogazione degli assegni integrativi, per gli invalidi civili, i ciechi e i sordomuti. Assegno che ammonta a sessantacinque euro al mese per invalidi e sordomuti e a 143 euro per i ciechi totali. Oggi questo assegno integrativo, ha ricordato l'assessora Borgonovo Re, non è incompatibile con l'assegno di cura. La norma della finanziaria  quindi, oltre ad introdurre l'Icef, punta a far scegliere la persona tra l'assegno integrativo e quello di cura. Da una prima ipotesi le risorse che si recupererebbero sono robuste: 8 milioni (l'assegno integrativo viene percepito da 10 mila persone, per un totale di 9 milioni di euro), una cifra che, ha sottolineato l'assessora,  verrebbe destinata a altre attività sociali. "Vorremmo garantire – ha affermato - un trattamento equo a tutti e recuperare anche risorse per il piano delle demenze. Bisogna riorientare risorse di tipo socio assistenziale a favore di cittadini che ora sono in sofferenza". Viola ha sottolineato il fatto che questa scelta va comunicata bene, perché tocca persone in grandi difficoltà. Violetta Plotegher (Pd) ha detto che la delicatezza del settore impone prudenza e devono essere assicurati servizi adeguati. In questi anni i servizi sono stati monetizzati, una scelta che la consigliera Pd non ha mai condiviso. "Non si può – ha affermato - monetizzare la mancanza di servizi adeguati".

L'articolo ha ricevuto tre voti favorevoli e due contrari.

L'assegno per la baby sitter esteso fino ai tre anni di vita del bambino.

L'articolo 38 riguarda il buono di servizio per la baby sitter che viene esteso da uno ai tre anni di vita del bambino.  Mentre l'assegno unico (30 mila domande all'anno), che viene concesso nei casi di difficoltà familiare, con questa norma, verrà erogato anch'esso in forma di buoni di servizio. Inoltre, anche qui, s'inserisce quello che Donata Borgonovo Re definisce l'elemento della reciprocità: la possibilità di chiedere ai beneficiari la disponibilità al lavoro sociale. Sul sostegno al reddito familiare Violetta Plotegher ha detto che serve una regia unica per tutti gli interventi. Anche in questo caso gli interventi finanziari vanno convertiti in servizi. Viola ha ricordato le difficoltà delle madri senza lavoro. Detomas ha detto che queste norme riguardano la famiglia, non il lavoro. Difficile, comunque secondo Detomas, trovare le forme per utilizzare le prestazioni sociali di chi beneficia di questo assegno. Una norma, ha risposto Borgonovo Re, esplorativa che si basa comunque sulla finanziaria dello scorso anno. Il cosiddetto welfare generativo, secondo Violetta Plotegher, va attivato e diretto dai comuni. L'allungamento dei buoni di servizio per la baby sitter costerà 3 – 300 mila euro. Però la norma è pensata anche come mezzo per far emergere il "nero" che c'è in questo settore. L'articolo 38 è stato approvato con tre sì e due astenuti.

Icef e maggiore selezione per accedere al Progettone.

Con l'articolo 61 si stabiliscono criteri di selezione (verranno definiti nel regolamento) e l'introduzione dell'Icef per accedere al Progettone, questo, ha detto l'assessora, per verificare le reali necessità dei lavoratori. Viola ha sottolineato che la norma così come è scritta non fissa criteri reali, precisi. Plotegher ha chiesto se siano previsti per la selezione indicatori diversi da quelli monetari.I lavoratori del Progettone sono 1300, ogni anno ne escono circa 50, mentre sono 250 le persone che chiedono di entrare. Le risorse anche nel bilancio 2015 sono costanti, 45 milioni di euro. C'è quindi, ha ricordato Borgonovo Re, la necessità di regolamentare meglio l'accesso. Viola ha ricordato che il Progettone è uno degli elementi qualificanti del welfare trentino e anche per questo i criteri di selezione vanno specificati meglio in legge. La norma ha avuto due sì e 3 astensioni, anche quella di Violetta Plotegher.

Canone moderato, si favorisce l'incrocio tra domanda e offerta.

L'articolo 70 norme sull'edilizia pubblica; introduce nuove modalità per trovare alloggi a canone moderato, favorendo l'incontro tra domanda e offerta sul mercato per chi è nella cosiddetta "fascia grigia" della popolazione. Promuove un fondo di garanzia per spingere i proprietari di alloggi a metterli sul mercato, a fronte del fatto che oggi sono tanti gli alloggi sfitti. Il canone minimo passerà da 25 a 40 euro (in primo momento era stato fissato da Daldoss a 50). Viola ha ricordato che l'articolo attua una sua mozione approvata in Aula, ma ha posto dubbi sul limite di 40 euro al mese. Qiuattro sì (anche Viola), un astenuto, Zanon.

L'Itea può cedere immobili alle coop come prima casa.

Il 71 prevede che Itea possa cedere immobili alle coop da destinare a famiglie come prima casa. Un modo per recuperare stabili inutilizzati o che Itea non ha la possibilità di ristrutturare. C'è poi la conferma della sospensione di 18 mesi del pagamento delle rate di mutuo per le famiglie in difficoltà. L'articolo è passato con tre sì e due astenuti.