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21/11/2014 - In aula o in commissione

Manovra finanziaria 2015, la I Commissione ha concluso le audizioni. Mercoledì il voto

Sentiti agenzia del lavoro, ordini e collegi professionali, imprenditori, sindacati ed enti di ricerca

Manovra finanziaria 2015, la I Commissione ha concluso le audizioni. Mercoledì il voto

Documenti allegati

Manovra finanziaria 2015, la I Commissione ha concluso le audizioni. Mercoledì il voto

​​​​​​​​​​​​​​Si sono concluse oggi le consultazioni affidate alla prima Commissione permanente presieduta da Luca Zeni in merito alla manovra finanziaria proposta dalla Giunta provinciale con il disegno di legge 51. Sono stati ascoltati nell'ordine l'agenzia del lavoro, il Comitato unitario degli ordini e collegi professionali, il Coordinamento imprenditori, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Dirpat e Fenalt e per i centri di ricerca e formazione la Fondazione Edmund Mach, la Fondazione Bruno Kessler, Euricse, l'Ocse e Trentino School of management. Ora l'organismo attende il parere che sulla manovra esprimeranno le altre quattro commissioni consiliari i cui presidenti incontrerà per questo martedì. Il voto della prima Commissione sui disegni di legge 51 (finanziaria) e 52 (bilancio di previsione 2015) che formano la manovra, è previsto mercoledì 26 novembre, quando i lavori proseguiranno senza limiti di tempo per completare l'esame degli articoli.

Agenzia del lavoro. Mercato più dinamico, male per le donne (documento allegato).

La dirigente Antonella Chiusole ha presentato i dati più recenti relativi al mercato del lavoro locale. La situazione emergente alle statistiche dell'Istat (risposte a domande poste ad un campione definito), in sintesi vede nel secondo trimestre 2014 un mercato del lavoro che sembra più dinamico, perché il tasso di attività sale dello 0,8% (vi sono cioè più persone che lavorano o cercano attivamente lavoro e ciò significa che non sono scoraggiate), il tasso di occupazione cresce di un più 0,3% (il rapporto tra le persone occupate e la popolazione aumenta e quindi aumentano i posti di lavoro) e il tasso di disoccupazione che sale dello 0,7% perché non tutte le persone entrate nel mercato del lavoro sono state assorbite. "Questo è abbastanza normale", ha spiegato Chiusole, se letto insieme agli altri dati, mentre sarebbe drammatico se scendessero sia il tasso di attività che quello di occupazione. Esaminando però i dati disaggregati per genere l'entusiasmo si spegne notevolmente, perché a fronte di un tasso di attività e di un tasso di occupazione maschile che salgono significativamente, quelli femminili scendono dello 0,4% e dello 0,5%, con un'inversione di tendenza preoccupante rispetto ai primi anni della crisi. La forbice tra i generi si sta ampliando, segnale negativo perché indica lo scoraggiamento delle donne in rapporto al mondo lavoro. Mentre i maschi occupati aumentano di 3.100 unità su 134.000 occupati, le donne occupate crescono solo di 300 unità su 100.100 occupate. Le donne disoccupate in Trentino sono 8.600.

Puntare sui contratti di apprendistato.

Quanto agli occupati nelle varie attività si registra un aumento significativo di 2.900 unità in più nel secondo trimestre 2014 rispetto allo stesso periodo dell'anno prima (9% di assunzioni in più). Si tratta di nuovi rapporti di lavoro. I settori di attività che crescono sono tutti ad esclusione di quello edile-estrattivo, che mantiene una certa difficoltà. Le assunzioni a tempo indeterminato riguardano meno dell'8% del mercato del lavoro, per il resto gran parte dei contratti sono a tempo determinato, mentre stanno salendo le assunzioni con contratto di apprendistato. Aumentano inoltre le ore di cassa integrazione ordinarie e straordinarie. Questo dato, ha spiegato Chiusole, va preso con le molle, perché in molti casi il fenomeno della cassa integrazione è determinata dalle condizioni meteo sfavorevoli.

Gli iscritti ai centri per l'impiego, vale a dire le persone che si sono presentate dichiarandosi disoccupati e in cerca di un lavoro, a metà del 2014 risultano in calo dell'1,8%, con 700 iscritti in meno rispetto a 12 mesi prima. I nuovi flussi, vale a gli iscritti nell'ultimo trimestre, sono calati di 1.122 ingressi.

Il mercato del lavoro è quindi più dinamico, aumenta l'occupazione mentre la disoccupazione registra un leggero aumento. Si tratta però di un mercato del lavoro a due facce, positiva per il genere maschile e negativa per il genere femminile.

Quanto alla legge finanziaria 2015, va premesso che un punto di forza della normativa della Provincia di Trento rispetto alla disciplina statale sta nelle poche norme e nella definizione delle politiche del lavoro attraverso una procedura che permette di avere un adeguamento alle esigenze del mercato del lavoro, molto più rapido che non legiferando su qualunque aspetto. Le leggi provinciali sono infatti limitate e riguardano la formazione in apprendistato. Nella finanziaria si adegua la nostra normativa alle  novità statali nell'ottica di una forte semplificazione. Si prevede che non sia più necessario un piano formativo individuale per l'apprendistato da sottoporre all'approvazione degli enti bilaterali e della Provincia. Ora il piano formativo dovrà essere sintetico, allegato al contratto e non più inviato alla Provincia. Le norme statali e ora anche provinciale spostano il focus della formazione professionalizzante degli apprendisti dall'ente pubblico al datore di lavoro.

Un'altra semplificazione consiste in una piccola modifica della legge 19 che estende gli interventi di politica attiva realizzati dall'agenzia del lavoro come i contratti di rete anche ai lavoratori sospesi o espulsi indipendentemente dalle crisi delle aziende.

Chiusole ha risposto ad alcune domande dei consiglieri Kaswalder (Patt), Civico (Pd), Borga (Ct). Ecco i temi toccati. Lavoro femminile: se lavorassero più donne – punto critico in Trentino – questo genererebbe occupazione nel campo dei servizi e aumenterebbe anche la richiesta di beni. Lavori socialmente utili: il settore occupa circa 3.000 persone all'anno, "ma – ha osservato Chiusole – occorre evitare che queste persone arrivino al Progettone". Corsi di formazione per disoccupati: ve ne sono di offerti a tutti i lavoratori disoccupati e sono finanziati dalla Provincia con buoni risultati. Vi è poi la formazione professionalizzante con attività formative assegnate con gara. La Provincia ha affidato a FBK una ricerca sulla valutazione d'impatto sulla formazione non solo per monitorare il settore, ma per analizzare il cambiamento nell'arco di 12 mesi. La ricerca ha evidenziato che la formazione incide molto soprattutto sulle donne fra i 40 e i 44 anni.

Comitato unitario permanente degli ordini e dei collegi professionali. Problematiche le norme sulla tassazione dei terreni e sulle aliquote applicate agli immobili strumentali (documento allegato).

Rappresentati da Maria Letizia Paltrinieri e Lorenzo Baldo, gli ordini e i collegi professionali si sono concentrati sulla parte fiscale della finanziaria 2015, evidenziando una serie di criticità tecniche nelle norme relative all'Imis, l'imposta immobiliare semplice introdotta dalla normativa proposta dalla Giunta. Le maggiori perplessità espresso in particolare dai commercialisti riguardano l'articolo 6 sulla tassazione dei terreni, che "è scritto male e potrebbe dare adito a un contenzioso diffuso". Non è chiaro infatti che cosa si intenda per ampliamento di fabbricati. Per Paltrinieri servirebbe una riflessione molto seria per evitare che quest'articolo generi più danni che benefici.

Scarsa chiarezza emerge inoltre secondo gli ordini professionali dall'articolo 9 della finanziaria, dedicato alla riscossione ordinaria e coattiva. La norma rischia infatti di alimentare il contenzioso tra il contribuente e l'ente locale. Criticato anche l'articolo 10 perché per gli ordini e i collegi professionali occorre fare attenzione alle aliquote applicate agli immobili strumentali per le attività d'impresa, arti e professioni, "perché questi beni non rientrano nel patrimonio ma sono esclusivamente finalizzati alla produzione". Si tratta cioè di immobili già sottoposti a Irpef e Ires del reddito delle imprese o di lavoro autonomo che contribuiscono a generare. La penalizzazione è ancor più evidente se il tributo locale si applica anche agli immobili in attesa di vendita realizzati da imprese di costruzione. Questi sono infatti "beni merce", per cui l'imposta locale risulterebbe indeducibile dal reddito d'impresa e di lavoro autonomo, determinando base imponibile ai fini Ires o Irpef anche in presenza di perdita d'esercizio.

IL COORDINAMENTO PROVINCIALE IMPRENDITORI.

Libardi: albergatori contro l'imposta di soggiorno (documento unitario Asat-Unat allegato).

Per l'Asat (Associazione albergatori del Trentino), il presidente Libardi ha apprezzato la volontà del governo provinciale di alleggerire l'imposizione sulle imprese, in particolare con la manovra sull'Irap, ma ha chiesto che per gli sgravi si tengano presenti anche i contratti a tempo determinato e non solo quelli a tempo indeterminato, vista la stagionalità di molte imprese. Welfare: i dati dicono che il Trentino supera del 30% la spesa media nazionale, e occorre quindi concentrarsi nel dare sostegno solo a chi ha veramente bisogno evitando di anestetizzare il mercato del lavoro. Imposta di soggiorno: netta la contrarietà dell'Asat che vede in questo provvedimento "la volontà di creare una scorciatoia anziché una riflessione organica e dettagliata in materia di promozione". Il giudizio dell'Asat sulla finanziaria 2015 è quindi complessivamente non positivo, in particolare per quanto riguarda il comparto turistico. Grave è che non venga confermata l'agevolazione Irap concessa l'anno scorso alle imprese di tutti i settori economici che hanno finanziato le Apt. In tal modo si disincentivano gli operatori di tutti i settori a sostenere il turismo a beneficio di tutto il tessuto economico. Credito d'imposta: l'Asat osserva che, visto il calo dei finanziamenti provinciali, questo strumento positivo dovrebbe riferirsi a tutte le imposte con meccanismi semplici e veloci evitando lentezze burocratiche. L'Asat oppone un "no" anche all'estensione dello strumento dell'accordo negoziale ai casi in cui è necessario rivedere gli obblighi imposti ai beneficiari dei contributi concessi sulla base di procedure non negoziate, cioè valutative.

Asat rileva infine che nel 2015 verranno a mancare 7 milioni di euro per la commercializzazione e 3 milioni di euro sulla promozione turistica curata dalle Apt. "Mentre si chiedono sacrifici importanti agli operatori turistici – ha evidenziato il direttore Roberto Pappanch – bisognerebbe evitare iniquità e misure a favore di altri comparti come la cooperazione".

Basssetti: l'imposta sia rinviata al 1° gennaio 2016 (documento unitario Asat-Unat allegato).

Per l'Unat, Unione albergatori del Trentino, Enzo Bassetti ha espresso la contrarietà degli operatori turistici di Confcommercio all'imposta di soggiorno, che era stata abolita nel 1992 per dare solidità e fiato al mercato turistico. Bassetti ha ricordato che quest'imposta era vista come un appesantimento di tutto il sistema, per cui reintrodurre oggi questa tassa oggi vuol dire smentire il giudizio dato allora. Unat chiede almeno il rinvio al 1° gennaio 2016 dell'applicazione dell'imposta di soggiorno e di inoltre di pesare maggiormente nelle governance delle Apt e delle Proloco.

Mondini: ampliare la governance in Trentino Sviluppo.

Sempre per Confcommercio, secondo il presidente dell'Associazione grossisti Paolo Mondini questa manovra finanziaria è figlia di una riduzione delle risorse a disposizione della Provincia. Ma perché sia incisiva, Confcommercio chiede che si riveda tutto l'impianto del sostengo al sistema economico del Trentino. Mentre vi sono categorie economiche facilitate, altre come il commercio e il terziario vengono ignorate. Serve quindi per Confcommercio un cambio radicale d'impostazione intervenendo innanzitutto su Trentino sviluppo, nella quale non è corretto che vi siano rappresentati solo due settori, industria e artigianato e, per il turismo, gli impianti funiviari considerati industria. E' risaputo che il mondo del terziario e il mondo cooperativo assorbono gran parte degli occupati in Trentino. Dunque è necessario un riequilibrio della rappresentanza delle categorie. E ciò intervenendo sia sulle legge provinciali a partire dalla numero 6 sull'economia, sia nella governance di Trentino sviluppo. Ancora, per Confcommercio la riduzione dell'Irap non dovrebbe riguardare solo l'occupazione.

Confcommercio: serve un fondo per le piccole imprese (documento allegato).

Il direttore di Confcommercio Giovanni Profumo ha toccato quattro punti. Riduzione Irap: è importante che sia concessa a tutte le piccole imprese; i parametri non devono riguardare solo l'occupazione, ma anche l'organizzazione, l'efficienza, il controllo di gestione; non basta concedere maggiori riduzioni solo alle nuove imprese. Credito d'imposta: vadano in compensazione tutte le imposte cui l'imprenditore deve far fronte. Ancora, le imprese necessitano di interventi pubblici per ovviare al rapporto difficoltoso con gli istituti di credito. Il riferimento è ai minibond e ai prestiti partecipativi, che non sono immediatamente fruibili dai piccoli imprenditori senza riduzioni. Infine vi è la necessità di interventi che consentano un riassetto finanziario delle imprese. Per questo Confcommercio chiede la costituzione di un fondo che aiuti le piccole e medie imprese del Trentino a stare sul mercato.

Confindustria: no al rinvio di Loppio-Busa e Variante di Cles (documento Confindustria allegato).

Per Confindustria Giulio Misconel ha premesso che le imprese sono disponibili a fare sacrifici e a essere sobri purché alle stesse misure sia sottoposta anche la pubblica amministrazione. Irap: Confindustria ne chiede l'abrogazione. Imis: va bene l'unificazione di Imu e Tasi, ma si dovrebbe evitare di tassare oltre all'immobile anche il macchinario. Credito d'imposta: iniziativa importante ma da applicare anche alla ricerca, all'innovazione, all'internazionalizzazione e non solo agli investimenti. Incentivi alle imprese: bene l'agevolazione alle piccole imprese, ma occorre non fare solo riferimento ai brevetti bensì anche a marchi, processi, ecc. Contributi: occorre un sistema di incentivazione legato al lavoro che eviti di penalizzare le imprese.Loppio-Busa e Variante di Cles: gli industriali sono contrari al rinvio della realizzazione di queste infrastrutture perché il rischio è che in futuro non vi siano più le risorse e perché le imprese così rischiano di precipitare ancor più nel baratro della crisi. Lavori pubblici: Confindustria è nettamente contraria alla riduzione dell'8,5% dell'incidenza delle spese generali e dell'utile dell'imprenditore esecutore, giudicata una follia. Legge cave: parere positivo ma serve una profonda rivisitazione di questa normativa.

Gli industriali sulle politiche attive: basta con agli ammortizzatori sociali che non stimolano il lavoro (documento Confindustria allegato).

Sempre per Confindustria Lorenzo Garbari ha insistito sull'insensatezza della proposta della finanziaria di assoggettare all'Isis anche i macchinari utilizzati per la produzione. Politica del lavoro: occorrerà parlare di costi per il sostentamento della politica del welfare. Bisogna per Confindustria potenziare le politiche attive del lavoro e il principio di condizionalità, orientando le persone verso attività funzionali in prospettive al lancio di nuove aziende. Vi è poi la tendenza a prolungare oltre ogni ragionevole termine la durata degli ammortizzatori di sospensione come il reddito di continuità. Non si possono continuare a mantenere le persone con questi sussidi che scoraggiano la volontà di questi lavoratori rimettersi in gioco. Infine Progettone e lavori socialmente utili sono importanti ma oggi rischiano di scoppiare. L'agenzia del lavoro ha destinati a questo scopo un budget di 55 milioni e non si sa se il Trentino possa ancora destinare cifre di questa entità a questo scopo non alimentando nelle persone la volontà di rimettersi in gioco.

Cooperazione indispensabile per coesione sociale (documento allegato).

Il direttore Carlo Dellasega ha evidenziato che è sbagliato misurare la produttività dei servizi alla persona in minuti. Lavorare con le persone implica un rapporto relazionale che genera una positività che non può essere ignorata. Coesione sociale: in Trentino il livello è alto ma oggi sta scricchiolando per cui vanno individuati gli attori che la rendono possibile e le ragioni di queste difficoltà. Disuguaglianze: il prof. Zaninotto ha detto che questo problema in Trentino è molto più basso che nel resto del mondo. Il perché sta in un tessuto economico nel quale vi è un'alta concentrazione di cooperazione. Sbagliano quindi secondo Dellasega i personaggi politici trentini che dichiarano che troppa cooperazione può nuocere. Anche la cooperazione chiede di essere coinvolta nella governance di Trentino sviluppo. Lavoro: nell'agenzia del lavoro le 530 imprese cooperative hanno un ruolo importante. Due soli dati: nei primi 8 mesi di quest'anno le statistiche della cooperazione dicono che i dipendenti del comparto sono aumentati dell'1,4%. Nel settore sociale vi sono 91 cooperative con 7000 soci e ci sono 5700 lavoratori e 3900 sono gli Ula.

Bernardino Santoni dell'ufficio legislativo della cooperazione ha messo l'accento sull'Imis, l'imposta immobiliare semplice introdotte dalla finanziaria 2015, rispetto alla quale la Federazione ha avanzato alcune proposte di modifica per chiedere equità, uniformità ma anche gradualità. Secondo: il regolamento comunale possa esentare anche gli immobili delle onlus come le cooperative sociali che lo sono di diritto.

Gli artigiani propongono di agire maggiormente sull'Irap (documento allegato).

Il presidente Roberto De Laurentiis ha ribadito che la categoria chiede attenzione alla piccola impresa di qualunque tipo e di evitare di buttare soldi nel tentativo di attirare qui attività economiche che poi se ne vanno. Siccome si può agire sull'Irap, gli artigiani chiedono di portare l'imposta all'1,8% per tutte le imprese che pur non avendo lavoratori dipendenti, mantengono inalterati i livelli occupazioni in termini di addetti. L'Irap per i maestri artigiani dovrebbe essere azzerata come per chi fa controlli di gestione o modificano processi di innovazione informatici nell'impresa o fanno formazione tecnico-manageriale. In tal senso siano i Cat a certificare il possesso di queste competenze. Gli artigiani propongono di rafforzare la sanità integrativa dei piccoli imprenditori attraverso la detrazione Irap.

Sostegno delle ristrutturazioni edilizie: secondo gli artigiani la Provincia dovrebbe garantire l'accensione del mutuo per la sola ristrutturazione di prima casa o altra abitazione ai cittadini che non rientrano nelle condizioni di garanzia tra Governo e ABI. Questo genererebbe un effetto fiducia tra cittadini, istituti di credito ed ente pubblico. Offrire credito alla piccola impresa: per gli artigiani una quota parte del fondo strategico dovrebbe essere destinata alla piccola impresa attraverso la cartolarizzazione dei crediti. Passaggio generazionale nella piccola impresa: gli artigiani propongono di sostenere tramite l'agenzia del lavoro uno stage in azienda da un minimo di 15 giorni a un massimo di 6 mesi a favore di chi si offre quale collaboratore in una piccola impresa al fine di rilevare l'attività. De Laurentiis ha contestato in particolare la riduzione dell'incidenza dell'utile dell'imprenditore e delle spese generali. "Proponiamo uno stralcio di quest'articolo dalla manovra", ha protestato concludendo: "per il contenimento della spesa tirate giù i costi della struttura pubblica e non i margini dell'impresa". Irap: è previsto dalla finanziaria per chi arriva in Trentino come nuova realtà produttiva. Per gli artigiani l'abbattimento dell'Irap dovrebbe invece escludere queste attività che non ne hanno alcun diritto.

Nel dibattito, da segnalare le critiche di Borga (Ct) alle eccessive risorse destinate a ricerca e innovazione. Gli industriali hanno difeso gli investimenti nella sola ricerca applicata.

LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI

Cgil, Cisl, Uil: le imprese si dimostrino responsabili verso i lavoratori implementando Sanifonds e fondo di solidarietà imprenditoriale (documento allegato).

Nel documento unitario presentato dal segretario della Cgil Andrea Grosselli, le tre organizzazioni evidenziano che la riduzione delle capacità di spesa della Provincia unito all'aumento delle competenze, impone di qualificare le politiche per assicurare una crescita con cui garantire un livello adeguato di coesione sociale e lavoro alle giovani generazioni. Tutte le politiche devono quindi essere ri-orientate alla crescita economica cui devono concorrere anche gli attori socio-economici. Per questo serve una capacità di interlocuzione tra tutti i soggetti coinvolti. Sulla manovra finanziaria, gli sgravi Irap possono esser un volano di crescita, ma le imprese che ne beneficeranno devono sentirsi responsabili verso i lavoratori. E ciò in due modi: implementando il fondo Sanifonds da parte di tutte le categorie economiche di ogni settore in modo coordinato con il sistema pubblico; inoltre le imprese dovrebbe contribuire al varo del fondo di solidarietà imprenditoriale previsto dalla legge Fornero, per garantire un reddito di continuità che sostituisca la cassa in deroga e copra i lavoratori del turismo e dei commercio dell'indennità sul versante dei contributi per la cassa integrazione. In tal modo si completerebbe il sistema di welfare locale accanto un mercato del lavoro più dinamico. Cgil, Cisl e Uil chiedono alla Giunta e al Consiglio di far sì che a fronte di questi sgravi vi sia una più alta responsabilità sociale delle imprese per dar corso a questi progetti già previsto da un protocollo d'impresa sottoscritto dalla Provincia e dalle parti sociali. Inoltre per il futuro occorrerà qualificare gli investimenti per la crescita sia nelle costruzioni sia quelli che possono portare valore aggiunto al sistema economico e all'occupazione, puntando ad alcune priorità.

Ticket: la capacità di spesa della famiglia per i sindacati oggi non dipende dalla dichiarazione dei redditi, per cui occorre rivedere i ticket. Serve un sistema equitativo. La presenza di figli in un nucleo familiare dovrebbe indurre ad innalzare la soglia dei 40 mila euro di reddito per accedere alle agevolazioni sui ticket.

Imis: i sindacati chiedono al legislatore di studiare meccanismi di progressività nell'imposizione tributaria sugli immobili.

Irap: la richiesta è di meccanismi di valutazione degli effetti sulla dinamica economica, sociale ed occupazione di questi sgravi.

Credito d'imposta: la Provincia preveda che gli sconti fiscali premino sì i meccanismi virtuosi (in ricerca e sviluppo) ma non sulla spesa consolidata bensì su quella addizionale, cioè sull'aumento degli investimenti in questi capitoli.

Taglio retribuzione accessoria della dirigenza pubblica: andrebbe fatto in sede contrattuale ed evitato per i segretari comunali, che si sono già visti ridurre il proprio salario accessorio.

Programmazione sanitaria: giudizio positivo, ma non si capisce in che modo verranno adottati gli atti della Giunta e in ogni caso i sindacati chiedono di essere coinvolti nelle scelte.

Nella modifica della legge sul benessere familiare che prevede l'estensione del vaucher al servizio delle baby sitter, i sindacati chiedono di applicare l'Icef come per le rette degli asili nido.

Appalti nell'edilizia: protocollo d'intesa per la legalità.

Sulla parte della finanziaria relativa all'edilizia, il segretario di Fillea Cgil Zabbeni. Per le costruzioni i sindacati chiedono una concertazione preventiva per arrivare a un protocollo d'intesa tra la stazione appaltante pubblica, in sindacati e l'impresa per agevolare il più possibile la regolarità e la legalità dell'opera nei cantieri quando l'intervento supera i 10 milioni di euro. Preoccupa i sindacati l'ulteriore contrazione delle opere pubbliche previsto dalla finanziaria 2015. Certo oggi gli investimenti non possono più essere quelli del passato ma in questo settore le ore lavorate sono già calate del 50 per cento e oggi gli operai in Trentino sono ridotti a 10.000. Servirebbe quindi un crono programma per i prossimi anni per capire quali opere verranno realizzate e quando, dal momento che la Giunta si riserva di decidere in materia.

Sindacato dirigenti: no al taglio dell'indennità di risultato.

Per Dirpat, il segretario Marcello Mazzucchi ha osservato che oggi occorre puntare sulla qualità del capitale umano. Per questo occorre intervenire mettendo al primo posto il merito. Quanto al contributo di solidarietà del 40 per cento sull'indennità di risultato previsto dalla finanziaria, la disponibilità non nega la disponiblità alla solidarietà, "ma – ha osservato Mazzucchi – non si può scambiare la dirigenza con un bancomat". La Dirpat chiede quindi di agire sul contratto e non in questo modo. Inoltre l'indennità di risultato è legata al merito e poiché l'amministrazione provinciale ha posto considera la valorizzazione del merito un obiettivo importante, il taglio di questa cove appare una scelta incoerente. Meglio sarebbe, per la solidarietà dei dirigenti, tagliare la retribuzione fissa e non quella accessoria, che dovrebbe avere un peso sempre maggiore. La Dirpat rileva poi che in Trentino c'è un dirigente ogni 50 persone e chiede che i capi ufficio siano considerati dirigenti di primo livello.

Fenalt: aumentare il premio produttività e la spendibilità dei buoni mensa.

Fenalt con Maurizio Valentinotti ha chiesto come contropartita al blocco del contratto subito che riguarda solo i dipendenti pubblici, che il Foreg (premio produttività) sia aumentato ed esteso a tutti i dipendenti, che sia concesso l'anticipo del TFR, e che siano aumentati e resi spendibili i buoni pasto. Ridicolo, per Fenali, prevedere con la finanziaria una riduzione del personale che presta servizi utili come la gestione delle strade. Infine Fenalt propone di risparmiare sulle spese per le case di riposo associandone la gestione.

GLI ENTI DI RICERCA E FORMAZIONE

Fondazione Mach: in arrivo tagli di personale. Calano le risorse per le attività dedicate al settore agricolo.

Per la Fondazione Mach, il dirigente Mauro Fezzi ha invitato tutti i consiglieri a visitare la struttura di S. Michele perché possano capire l'attività dell'ente. Fezzi ha ricordato che i mondi di riferimento della Fondazione sono agricoltura, agrifood e la ricerca estesa anche all'ambiente e alle foreste. Sulla finanziaria Fezzi, preso atto dello stralcio dell'articolo relativo alla Fondazione, ha ricordato il taglio del 20 per cento già subito sul versante della ricerca, che incide molto sui costi del personale, gli unici comprimibili. La FEM non ha patrimonio proprio né terreni per cui l'affitto rappresenta un costo di gestione non comprimibile. In sofferenza vi sono anche i fondi esterni per le commesse e i progetti derivanti da bandi della Provincia. Fezzi ha riferito che il cda della Fondazione ha affrontato anche il tema del personale. Le direttive della Provincia consentono di stabilizzare alcune figure ma prevedono anche un taglio di una quindicina di unità di dipendenti, anche se per altri 35 il rapporto viene a cessare anche se sarà sostituito da altri contratti. Quanto ai trasferimenti previsti dalla finanziaria, le cifre indicano un calo sull'agricoltura di 100.000 euro per la parte corrente e di 150.000 euro sugli investimenti. I margini di manovra della Fondazione si concentrano quindi solo sulla ricerca.

La Fondazione Kessler chiede più autonomia gestionale (documento allegato).

Lorenzo Gonzo del cda della Fondazione Bruno Kessler ha ricordato la spiccata capacità di autofinanziamento in particolare per la ricerca (quasi del 48%, pari a 12-13 milioni di euro). Autofinanziamento che proviene da fondi europei e per il 20 per cento proveniente da contratti e commesse nazionali e internazionali. C'è quindi per Gonzo un buon zoccolo di autofinanziamento. L'altro obiettivo di FBK è promuovere la collaborazione con aziende locali sviluppandone l'internazionalizzazione. L'anno scorso sono state coinvolte sette aziende per un totale di 1 milione e mezzo di euro. Si punta molto per la ricerca alla brevettizzazione e alla collaborazione con le aziende. Vi sono già collaborazioni con la FEM e Meccatronica. Le criticità della finanziaria 2015 per FBK sta la compressione dei fondi per la ricerca. Da qui derivano meno progetti e meno possibilità di autofinanziamento. C'è poi un problema di cassa, "perché si è sempre costretti ad andare oltre al fido concesso in quanto i trasferimenti della Provincia arrivano sempre in ritardo". Secondo il cda di FBK servirebbero più autonomia nella ricerca e nella gestione del personale. Problematico per Gonzo è anche mettere limiti ai viaggi perché i ricercatori per lavorare hanno bisogno di incontrarsi e di partecipare a conferenze. Altro problema: i progetti finanziati dalle agenzie internazionali i viaggi sono molto importanti. FBK chiede quindi più autonomia operativa del cda a fronte della riduzione delle risorse visto che i costi sono già stati compressi al massimo.

Euricse: la riduzione dei finanziamenti provinciali mette a rischio tutta l'attività (documento allegato).

Per Euricse, l'amministratore delegato Gianluca Salvatori, ha ricordato che l'ente si occupa di economia sociale e quindi di organizzazione di volontariato che hanno un'attività economica. Tre gli ambiti di azione di Euricse: ricerca, formazione e sostegno al policy making, fungendo da ponte tra politiche locali, nazionali ed europee. Euricse ha lavorato con commesse dirette della Commissione europea. Il bilancio è di un milione e mezzo di euro e il finanziamento privato si è attestato negli ultimi due anni per il 52%. si tratta di soci oppure di commesse. Il finanziamento provinciale si è molto ridotto dal 2008, anno di nascita, in poi: la previsione per il 2015 è di 450.000 euro, meno del 50% dell'investimento iniziale. L'equilibrio finanziario è ottenuto con un intervento della Provincia che copre circa il 40% dei costi di gestione. L'eventuale riduzione del finanziamento pubblico nei prossimi anni metterebbe a rischio tutta l'attività di Euricse. La spesa distribuita vede un 64% per attività di ricerca, 9% di formazione, 17% attività di supporto alla ricerca e 10% di spesa amministrativa.

L'Ocse: centro studi a servizio dei decisori politici in tutto il mondo.

Per l'Ocse, il responsabile del centro di Trento Stefano Barbieri ha presentato quest'organizzazione pubblica intergovernativa creata per assistere i decisori politici affinché possano sviluppare politiche migliori e condivise. Ocse è una specie di ufficio studi che fornisce a tutti i governi membri strumenti di conoscenza. I Paesi aderenti sono 34 e in procinto di aumentare. Cinque gli uffici: a Parigi, Tokyo, Città del Messico, Washington e Trento. Il centro di Trento serve tra comitati dell'Ocse che si occupano rispettivamente di turismo, piccole imprese e sviluppo economico e occupazionale a livello locale. Su questi temi vengono effettuate ricerche e analisi politiche sul campo. L'obiettivo è di mettere in circolazione informazioni dettagliate sulle politiche attuate, confrontare le iniziative e suggerire interventi.

TSM: con meno risorse è cresciuta l'efficienza dell'attività di formazione del personale del sistema pubblico.

Per Trentino School of management il direttore Mauro Marcantoni ha precisato che TSM è una società consortile formata da Provincia che ha la maggioranza, università e camera di commercio. Si occupa di formazione in servizio e permanente, e di attività di studio e ricerca ad essa funzionale. La Provincia ha bisogno di riprogettare il motore e questo è un problema di riorganizzazione e soprattutto occorre cambiare la testa delle persone, perchè non si può immaginare competenze e comportamenti uguali in un contesto completamente mutato. TSM è uno strumento che mira a favorire questo cambiamento attraverso la formazione indispensabile al Trentino a più livelli. L'attività più rilevante è la formazione del personale pubblico di tutto il sistema provincia. In 15 anni di attività il numeor dei formati è aumentato del 170% con una riduzione del costo a formato dell'80%, del costo ora uomo del 70%, del costo ora del 40%. A parità di personale abbiamo quindi avuto un notevolissimo aumento di attività con una sensibile riduzione di costi. Soprattutto sono stati ridotti i costi, valutando ogni ora di formazione, con risultati medi fino a 4 in una scala da 1 a 5.  Abbiamo compensato la riduzione delle risorse con l'efficienza mantenendo standard di qualità elevati. TSM scarta il 17% delle richieste di intervento che non è in grado di assicurare, ma la riorganizzazione della macchina provinciale si ripercuoterà in termini molto forti sulla domanda di formazione. E non è detto che riuscirà a far fronte a queste esigenze. Per la ricerca TSM spende 400.000 euro all'anno.

Allegati
Documento ordini e collegi professionali
Documento agenzia del lavoro
Documento Confindustria
Documento Confcommercio
Documento Associazione artigiani
Documento Cooperazione trentina
Documento Asat
Documento unitario Asat-Unat
Documento Cgil Cisl Uil
Documento Confagricoltura
Documento Euricse
Documento Fondazione Bruno Kessler