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18/11/2014 - In aula o in commissione

Borgonovo Re, il Not è necessario ma il progetto va ripensato

L'assessore ha presentato il bilancio della sanità in Prima Commissione

Borgonovo Re, il Not è necessario ma il progetto va ripensato

Borgonovo Re, il Not è necessario ma il progetto va ripensato

​La seduta della Prima Commissione di oggi è iniziata con la presentazione della parte della finanziaria che riguarda la sanità da parte dell'assessora Donata Borgonovo Re

Per la sanità un miliardo e 92 milioni di euro.

Le risorse assegnate all'area sanitaria e sociale, ha ricordato Donata Borgonovo Re, ammontano a un miliardo e 92 milioni sulla sanità e 145 milioni sull'area sociale. Anche su questi capitoli, ha affermato, si è dovuto fare i conti con una contrazione di risorse anche se modesta: per la sanità si tratta di una riduzione di 14 milioni nel 2015.

Dieci milioni per l'assegno di cura.

Nell'assistenza una delle voci di spesa importanti, secondo l'assessora, è l'assegno di cura: capitolo sul quale sono stati garantiti 10 milioni nel 2015. Una cifra che consente di mantenere questa misura di sostegno alle persone non autosufficienti.

Edilizia ospedaliera, i programmi sugli ospedali periferici vanno avanti.

Per quanto riguarda l'edilizia ospedaliera nonostante le difficoltà Donata Borgonovo Re ha detto che si riuscirà a garantire interventi sull'ospedale di Cles; la realizzazione del prefabbricato per la mensa del S.Chiara; la ristrutturazione di Tione; a Rovereto la dialisi e endoscopia digestiva e la nuova sede di igiene e sanità all'ex Bimac. Garantiti anche gli interventi a Borgo. L'intervento sull'ospedale di Cavalese, invece, è stato trasferito sui capitoli delle infrastrutture perché sarà un lavoro più complesso della semplice ristrutturazione. Mantenuto anche il piano delle Rsa, con l'ampliamento di quella di S.Bartolomeo e la costruzione di quella nuova di via Ronchi a Rovereto. In bilancio anche la sistemazione della Rsa di Mezzolombardo, del Bleggio e Lavis, strutture che hanno bisogno d'interventi urgenti.

Le domande dei consiglieri.

Massimo Fasanelli (Misto) ha detto che si dovrebbe puntare di più  sull'assegno di cura che permette di migliorare sia prestazioni che i costi. I parametri Icef, inoltre, andrebbero rivisti. Anche perché, ha aggiunto, i tre anni di residenza andrebbero rivalutati introducendo un metodo che valuti gli anni di versamenti fiscali in Trentino.

Giacomo Bezzi (FI) ha chiesto se sia vero che nella sanità trentina c'è un numero di amministrativi maggiore rispetto a Veneto e Lombardia. Sul Not, il consigliere di Forza Italia, ha chiesto se  non sia il caso di sospenderlo e di impiegare le risorse per le imprese. Maurizio Fugatti (Lega) si è riferito alle dichiarazioni di Olivi il quale ha detto che sarebbe utile, vista la situazione, usare le risorse per il Not in altri settori. Il consigliere leghista ha chiesto inoltre a Donata Borgonovo Re se, alla luce dei ticket, dell'aumento delle rette, ritenga ancora attuale il Not. Sugli ospedali periferici Fugatti ha chiesto chiarezza rispetto alle domande sui punti nascita. Infine, ricordando che il reddito di garanzia va per  il 60% a cittadini stranieri ha chiesto, vista anche la situazione nazionale, se non sia il caso di favorire i residenti. Rodolfo Borga (Civica) ha chiesto un chiarimento sulle spese in conto capitale, affermando che va messo nero su bianco quanti sono i soldi che si possono realmente spendere. "Il Consiglio – ha detto - deve essere messo in grado di capire quanti soldi possono essere impegnati nei prossimi tre anni. Visto che abbiamo scoperto dal presidente Rossi che cresciamo meno del nord est, che siamo pieni di debiti e che il bilancio è una schifezza".

Azienda sanitaria, su 7600 dipendenti gli amministrativi sono 830.

Sugli amministrativi l'assessora ha risposto affermando che: i dirigenti amministrativi dell'Azienda sanitaria sono 18 e il personale amministrativo arriva a 890 unità  su un totale 7600. I costi: su un totale 420 milioni di euro l'impatto del personale amministrativo è di 35 milioni.

Case di riposo, un euro in più al giorno per raccogliere la documentazione Icef.

L'assessore sull'Icef sulle rette delle case di riposto ha detto che l'idea è di introdurre un aumento di un euro al giorno a base Icef. "Con questo incremento della retta – ha detto - vogliamo soprattutto raccogliere la documentazione per l'Icef, perché oggi non sappiamo qual è la situazione degli ospiti. Quindi, un incremento certo non simbolico ma che ci consente di avere informazioni, che fino ad ora non siamo mai riusciti a avere".

I ticket peseranno sui pazienti dai 20 ai 30 euro all'anno.

Sui ticket Donata Borgonovo re ha detto che, alla fine, considerate che in media si tratta di tre ricette all'anno che possono arrivare a cinque richieste di visite specialistiche l'una, il peso, su chi ha un reddito superiore ai 40 mila euro, sarà di 20 – 30 euro all'anno. Stesso ragionamento sulla farmaceutica, il ticket sarà a ricetta che può arrivare fino a 6 confezioni. Con questa scelta, ha ricordato, si recuperano 4,5 milioni all'anno. Su Icef e Isee, domanda fatta da Luca Zeni (Pd), c'è un tavolo di lavoro per omogeneizzare i parametri.

Donata Borgonovo Re: Non possiamo fare a meno del Not.

Sul Not ("Finche continueremo a chiamarlo Not – ha insistito l'assessora - non lo vedremo mai") Borgonovo Re è stata chiara: "Non possiamo farne a meno: abbiamo bisogno di progettare quest'opera entro i 7 – 9 anni. Il problema ora è capire gli scenari, capire lo spazio della sentenza del Consiglio di Stato anche per la revisione tecnica dei contenuti di questo ospedale ormai progettato alcuni anni fa. La sentenza sembra lasciare aperta la possibilità di elaborare nuovi assetti e contenuti. Ma la logica rimane questa: il Not dovrà essere il punto dove si concentra l'alta specializzazione e gli interventi rari mentre gli ospedali territoriali hanno devono avere un ruolo di prossimità per i bisogni più immediati. Dalla medicina generale, al Pronto soccorso, ai day hospital oncologici, alle cronicità. Servizi che devono essere vicini ai cittadini".

Sui punti nascita la discussione è aperta. Mammografie nei centri maggiori.

Sui punti nascita, invece, ha affermato, la discussione è aperta. Per questo i risparmi non sono stati messi a bilancio. "Per sfatare che la questione sia economica – ha detto l'assessora alla sanità – va detto che trasformando punti nascita in servizi di accompagnamento non si risparmiano somme enormi, ma si devono riconvertire i servizi". Sulle mammografie (argomento sollevato da Borga), poi, c'è una necessità operativa: lo screening mammografico tocca le donne ogni due anni; chi ha avuto la disavventura di un tumore ogni 6 mesi e poi una volta all'anno. "Lo screening è un servizio che è fuori dalla normalità – ha aggiunto -. La radioterapia, ad esempio, richiede un trattamento di 32 sedute. E tutte le donne che la devono fare si recano a Trento e mai nessuna si è ribellata. Quindi, di cosa stiamo discutendo? La logica che seguiamo è di distinguere i servizi di prossimità da quelli di più raro utilizzo che vanno nei centri maggiori".