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16/09/2014 - In aula o in commissione

Mammografia, passa la risoluzione che apre al mantenimento del servizio nelle valli

Dopo una lunga discussione seguita alla richiesta di Viola di un'informativa urgente del Presidente Rossi

Mammografia, passa la risoluzione che apre al mantenimento del servizio nelle valli

All'inizio della seduta del Consiglio di questa mattina, il consigliere di Pt, Walter Viola, ha chiesto al Presidente della Giunta, Ugo Rossi, di fornire al Consiglio informazioni sulla vicenda degli ospedali di valle e su quella dei mammografi. Argomenti che, da alcuni giorni, sono al centro del dibattito politico anche interno alla maggioranza. Rossi, ha riferito la posizione della Giunta in generale sulle scelte che stanno maturando sulla rete ospedaliera e su mammografia. In sintesi ha detto che le decisioni non sono state ancora prese, ma che la sfida, anche politica, verte sulla capacità di coniugare il diritto ad avere i servizi sanitari vicini alla qualità e alla sicurezza. Al termine di un dibattito durato l'intera mattinata, i consiglieri di opposizione, su proposta di Claudio Civettini, hanno presentato una risoluzione con la quale si impegnava, in modo deciso, la Giunta a mantenere attivo in tutti gli ospedali il servizio di mammografia, attrezzandoli, laddove serva, adeguatamente. E di attuare qualsiasi modifica al sistema di mammografia solo dopo aver licenziato il piano ospedaliero e sanitario e di averlo presentato e discusso in Consiglio.

Il Presidente Rossi ha chiesto una sospensione per discutere la proposta dell'opposizione. Sospensione che, dopo un breve rientro in Aula, poco dopo mezzogiorno, si è protratta fino alle 15.

Alla ripresa della seduta è stata distribuita una seconda risoluzione, questa volta della maggioranza, nella quale si diceva di procedere ad un progetto complessivo della rete ospedaliera, di informarne il Consiglio, e di prevedere il miglioramento della qualità della diagnostica ponendo l'obiettivo di garantire la capillarità del servizio. Ancora una pausa del Consiglio per trovare una testo condiviso tra quello della minoranza e quello della Giunta.  

Alla fine, ritirate le prime due risoluzioni, ne è stata votata una unitaria, sottoscritta da tutti i capigruppo, nella quale, rispetto a quella della Giunta, si rafforza il ruolo del Consiglio nella ristrutturazione degli ospedali e, da parte della Giunta, si sfuma il mantenimento del servizio di mammografia così come è oggi.

Nelle dichiarazioni Borga ha criticato il fatto che la Giunta chiede un impegno per un progetto per la rete ospedaliera che avrebbe già dovuto fare ed ha detto che il punto tre va letto chiaramente come un mantenimento delle mammografie nelle valli. Alessio Manica (Pd) ha detto che la risoluzione riporta il dibattito politico e non solo amministrativo nel suo alveo: si parte dalla riforma del sistema ospedaliero. Filippo Degasperi (5 Stelle) che c'è l'implicita volontà a mantenere il servizio di mammografia in modo capillare. Quindi, è un ritorno indietro rispetto alla centralizzazione. Per Walter Viola (PT) il dibattito ha prodotto una sintesi positiva per la comunità trentina. L' impegno per il coinvolgimento del Consiglio sugli ospedali è un dato importante. Nerio Giovanazzi (AT) ha detto che il punto tre del documento smentisce in modo netto le affermazioni fatte dall'assessore Borgonovo Re sulla stampa. E il senso della risoluzione è quello di mantenere il servizio di mammografia negli ospedali periferici. Maurizio Fugatti (Lega) la lunga discussione dimostra la difficoltà della maggiorana su tutto dall'orso, alle comunità, alla sanità. Dure critiche alle dichiarazione fatte sulla stampa su mammografia da parte di Donata Borgonovo Re che ha definito l'accentramento a Trento e Rovereto un fatto di civiltà. Quindi, ha detto Fugatti, la risoluzione, perché chiede di mantenere negli ospedali periferici il servizio, è di conseguenza "incivile".

Il voto: la risoluzione ha avuto 26 sì e un astenuto, Manuela Bottamedi.

 

IL DIBATTITO.

 

Rossi, servizi sanitari vicini a casa ma che siano sicuri.

 

Il Presidente Rossi, su richiesta di Walter Viola (PT),  ha dato informazioni al Consiglio sulla mammografia e, in generale, sulla rete ospedaliera. La rotta di marcia, ha detto il Presidente, è quella di assicurare la massima qualità e adeguatezza per ogni servizio. "Concetto di adeguatezza – ha detto – che ci deve guidare in senso relativo, perché le grandi specializzazioni non si possono avere ovunque, ma solo in centri internazionali. Ma in un territorio come il nostro si deve anche coniugare la qualità con la vicinanza del servizio. Una sfida politica complessa".

Nello specifico anche per la mammografia si deve coniugare qualità e adeguatezza. E quindi, ha detto ancora il Presidente, con l'assessore Borgonovo Re si sta lavorando per conciliare queste esigenze "anche nell'ottica della sostenibilità, anche economica del sistema sanitario".

Rossi si è impegnato a fare un passaggio in Consiglio per approfondire le criticità di questo progetto di riforma. "La mia risposta – ha aggiunto il Presidente - non può essere nel merito, anche perché non c'è ancora una scelta definitiva. Scelte che però vanno fatte, con tutti i passaggi necessari, per realizzare l'articolo della legge in base al quale i servizi devono essere vicini ai cittadini ma non a detrimento della sicurezza. In Alto Adige – ha aggiunto - c'è un analogo dibattito e anche a Bolzano ci si sta interrogando su come coniugare vicinanza dei servizi e qualità".  Sul tema delle mammografie Rossi ha aggiunto che "se la logica dell'aumento della qualità si concilierà con quella di limitare spostamenti si sarà fatta una buona operazione. La scorsa legislatura si è concentrata in unico posto la lettura delle  mammografie, scelta  che ha ridotto i falsi negativi. Già allora ci furono tensioni ma i dati hanno dimostrato che qualità è aumentata. Ma - ha ripetuto Rossi - dobbiamo continuare a cercare di conciliare vicinanza e qualità. Una sfida per la politica".

 

Viola, ad un anno dalle elezioni il piano sugli ospedali non c'è ancora.

 

Walter Viola ha ricordato che la Giunta ha sempre detto che prima si definisce rete ospedaliera e poi si decide sui singoli, ma su mammografia questa logica è stata ribaltata. Ribaltata su una questione che implicherebbe una spesa di 800 mila euro su un budget per la sanità di più di un miliardo.

"In quest'Aula – ha detto il consigliere di PT - ogni volta che si è parlato di sanità si è sentito, da parte della Giunta, un mantra: dobbiamo prima definire la rete ospedaliera.  Invece per mammografia si è fatto l'opposto. E comunque a un anno dalle elezioni del disegno della rete ospedaliera non c'è ancora nulla. Vero che non c'è ancora il Not, ma qualche scelta deve essere fatta". Viola ha aggiunto che, se la maggioranza va in difficoltà sulla mammografia, c'è da temere sul futuro del disegno di ristrutturazione della rete ospedaliera. "Comunque - ha concluso Viola - ora ci vuole chiarezza: a questo punto la Giunta deve dire se si vuole concentrare a Trento e Rovereto la sanità ospedaliera o si faranno altre scelte".

 

Fasanelli, è giunto il tempo delle scelte.

 

Massimo Fasanelli (Misto) ha definito soddisfacente la comunicazione di Rossi. Giusto, secondo il consigliere, il discorso dell'adeguatezza e della qualità dei servizi, ma le proposte, ha aggiunto, vanno valutate in Aula. Perché i consiglieri non possono avere le notizie solo dai giornali. Comunque, ha aggiunto, è giunto il tempo di fare scelte che potrebbero sembrare impopolari.

 

Degasperi, i cittadini non sono coinvolti nelle scelte.

 

Per Filippo Degasperi le cifre della sanità sono alte, ma non c'è alcun controllo da parte dei cittadini. "Non si tratta – ha detto Degasperi - solo di comunicare al meglio ai cittadini le scelte, i cittadini vanno anche coinvolti. Manca il coinvolgimento della popolazione nelle scelte sul sistema sanitario che i cittadini pagano". Inoltre, ha ricordato il consigliere 5 Stelle, in campagna elettorale non si è mai parlato di chiudere mammografie o punti nascita. Quindi i cittadini devono essere coinvolti sulle destinazioni dei fondi messi a disposizioni della sanità. E questo a maggior ragione sull'organizzazione dei servizi e degli ospedali periferici, anche perché ci sono da tenere in considerazione i costi per le famiglie per gli spostamenti. "La Giunta – ha affermato infine - ha scelto Not e Protonterapia, scelte fatte dall'alto, in modo dirigista".  

 

Bottamedi, meglio qualche chilometro in più per la sicurezza.

 

Manuela Bottamedi (Misto) ha voluto parlare da utente e da donna. Vero, ha affermato, che si deve partire da un discorso sulla rete ospedaliera, "ma – ha affermato - se devo scegliere tra vicinanza del servizio e la qualità scelgo quest'ultima. Anche perché, ha aggiunto, ormai la necessità di spostamento fa parte della nostra vita e penso che si sia disposti a fare qualche chilometro in più per una maggiore sicurezza".

 

Giovanazzi, l'assessore Borgonovo Re è vittima della situazione che ha trovato.

 

Giovanazzi ha ricordato che la legge 16 è stata modificata per dare tutte le possibilità di intervenire al governo provinciale. Questo in nome di una maggiore efficienza. L'assessore Borgonovo Re, ha detto il consigliere di At, è l'unica "vittima" di questa situazione perché ha trovato la "frittata" fatta. Giovanazzi poi ha chiesto se le linee sulla sanità sono definite dai politici o dai tecnici. Le scelte non si dovranno fare nel nome del consenso, ma guardando anche al risparmio. Ciò non significa chiudere, o costruirne di nuovi, ospedali in periferia. Inoltre, Giovanazzi, ha invitato a tenere presente il ruolo delle case di cura privare.

 

Detomas, attenti a non disincentivare gli screening.

 

Per Giuseppe Detomas della Ual, la rete ospedaliera dovrà avere parametri come l'efficacia e l'adeguatezza senza dimenticare la distanza e l'accessibilità. "Non si può costruire un sistema sanitario con il contachilometri – ha detto -, va tenuto in conto la qualità, senza dimenticare che le aziende sanitarie hanno anche un ruolo economico. La questione della mammografia assume un ruolo diverso: legato a questo servizio ci sono campagne di informazione, a Cavalese vengono fatti tremila screening all'anno, e quindi vanno tenuti in considerazione non solo i costi ma anche i benefici. Allontanando questo servizio delle comunità di disincentivano questi screening".

 

Borga, in campagna elettorale la maggioranza non ha parlato di rete ospedaliera e di tagli.

 

Rodolfo Borga (Civica) ha ricordato che in campagna elettorale, da parte della maggioranza, non è stata spesa una parola sulla rete ospedaliera. Borga ha definito generico l'intervento di Rossi: "Ha detto semplicemente che non vuole diminuire qualità della sanità. Ci mancherebbe altro!" Il consigliere ha denunciato inoltre il ritardo nelle scelte sulla rete ospedaliera ed ha aggiunto che mantenere mammografia in periferia è una cosa ovvia. "Io sono con l'Upt sulle mammografie e in disaccordo con Bottamendi – ha detto Borga - che non si sa più se è in minoranza o in maggioranza". Borga ha affermato che anche dal punto di vista dei costi la vicenda mammografia è ben poca cosa. "Quando costerebbe cambiare i mammografi? Otto – novecento mila euro.Vorrei saper -  ha detto - se la sanità dopo le elezioni ha smesso di funzionare. Sui parti si è sempre detto che siamo a livello internazionale, oggi si dice che i mammografi sono vecchi, e non ci sono medici con le adeguate specializzazioni. Evidemente dopo le elezioni ci deve essere stato un crollo". "Spendiamo – ha aggiunto - per i mammografi 800 mila euro e per un anno facciamo tirare la cinghia al Centro per la solidarietà internazionale". Critico Borga anche nei confronti delle dichiarazioni del responsabile del centro nascite di Tione e critico sul piano politico con la maggioranza. Maggioranza, ha detto, dove, dalla sanità alle comunità di valle, ci sono addirittura quattro posizioni diverse. "In tutto questo bailamme – ha concluso - avete trovato il tempo per presentare il ddl sull'omofobia dicendo di essere disposti di rimanere qui in Aula a lungo per farlo passare".

 

Civettini, anche sulla sanità non si sa più chi comanda.

 

Claudio Civettini ha chiesto alla maggioranza di smetterla con i giochetti. "Qui – ha detto - non si sa più chi comanda anche su un tema decisivo come quello della sanità. Donata Borgonovo Re si è trovata una situazione per la quale deve lavorare a spizzichi e bocconi e non può presentare una proposta unitaria. Invece, si deve capire da parte va la nave, chi si assume il ruolo di Schettino e chi invece vuole andare avanti. Si guarda, come nel caso di mammografia, alle migole e si perdono di vista i boroni (i tronchi)". Infine, il consigliere dela Lega, ha detto di condividere la posizione dell'Upt sulle mammografie. Perché il pericolo è che le donne, se tutto viene concentrato a Trento e Bolzano, non vadano a fare gli screening". Il 90% dei parti sono fisiologici, ha continuato, quindi si dovrebbero fare sul territorio i punti nascita, dando un ruolo alle ostetriche, e trovare soluzioni per i casi difficili. Però, ha concluso, serve un progetto.

 

 

Allegati
Il testo della risoluzione approvata