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02/09/2014 - In aula o in commissione

Nel primo semestre 2014 gli occupati sono in crescita

L'assessore Olivi nel dibattito sui problemi del lavoro in Consiglio provinciale

Nel primo semestre 2014 gli occupati sono in crescita

Segnali di speranza. Non abbandonarsi al pessimismo. In allegato, il testo della relazione

Nel primo semestre 2014 gli occupati sono in crescita

Al dibattito sulla mozione Gallox è seguita la relazione di Olivi sulla situazione occupazionale. L'assessore ha tracciato un quadro, in base ai dati, non pessimista. Nel primo semestre il numero degli occupati è cresciuto del 2% per cento rispetto al modesto 0,7% del 2013 e si è arrivati ad una forza lavoro totale di 234 mila 600 unità. Il settore nel quale, nella prima parre del 2014, si è avuta una maggiore crescita di posti di lavoro è stata l'industria con un più 10,7%. Nonostante l'allargamento dell'occupazione il tasso di disoccupazione, ha detto Olivi, rimane un dato negativo anche nel primo semestre di quest'anno: si è arrivati al 7,1%  (8,1% per le donne) rispetto al 6,6% dello scorso anno che significa che il numero assoluto di disoccupati è a quota 18 mila. Per i giovani siamo ad un tasso del 34%. Però, ha specificato l'assessore, se si tolgono gli studenti, la percentuale arriva al 9,7%. Una cifra comunque alta e in crescita.

Buoni i dati della cassa integrazione: l'ordinaria, nella prima metà di quest'anno, segna un meno 5,33%; la speciale un meno 34% ma cresce quella in deroga (1226 lavoratori contro i 1037 dello scorso anno) un dato che, ha detto Olivi, mostra la crisi che sta attraversando il commercio.

Nel primo trimestre 2014 il fatturato delle aziende è aumentato del 2,3% e quelle che hanno avuto una crescita maggiore sono state le aziende con più di 50 addetti.

Per quanto riguarda la stagione turistica estiva che si sta chiudendo i dati forniti da Olivi non solo positivi. Un'estate piovosa (37 giorni di pioggia tra maggio e agosto, che ha comportato un calo delle presenze del 2,6% a luglio e del 6,6% dal primo al 20 agosto. Una contrazione di fatturato di circa 7 milioni di euro su un fatturato totale di 2,8 miliardi di euro.

Questi alcuni dei principali dati forniti da Olivi oggi in Aula. Dati, ha ricordato appellandosi ai consiglieri, che mettono in evidenza che ci sono ancora difficoltà ma che spingono a vedere il futuro in modo meno fosco e ha considerare il fatto che le politiche della Pat hanno dato risultati. Soprattutto se si confronta il tasso di disoccupazione trentino con quello nazionale i risultati, ha detto, sono evidenti: il 6,6% del 2013 contro il 12,2% del resto del Paese.

Mosna, siamo ancora distanti dai dati dell'Alto Adige.

Diego Mosna ha espresso una visione meno ottimistica di quella di Olivi. La crisi c'è ancora, anche se la situazione nazionale è migliore rispetto all'Italia e allo stesso Nord Est. Si rimane distanti dal 4% dell'Alto Adige. La delega degli ammortizzatori sociali, ha detto, non lascia ancora il segno dovuto e le politiche attive del lavoro sono insufficienti. Il Trentino, inoltre, non è terra di grandi imprese, la storia ci parla di tentativi di salvataggio con i soldi pubblici che non sono andati a buon fine. Le Pmi sono state invece ostacolate dalle politiche della maggioranza. Nonostante ciò il presidente degli artigiani De Laurentis ha appoggiato il centro sinistra, anche se per Mosna oggi sono positive le sue prese di posizione su appalti e Valdastico. Il con sigliere del Gruppo Misto ha sottolineato inoltre le contraddizioni nella Giunta su ospedali e Comunità di valle. Accenno critico anche sulla legge contro l'omofobia e alla risposta di Manica del Pd alla presa di posizione del Vescovo. Anche la vicende orso, per Mosna, è stata gestito male provocando un danno d'immagine. Il vicepresidente del Consiglio ha fatto infine un appello alla politica e al Consiglio perché ritrovi la concretezza, prima di tutto sul diritto al lavoro e a favore delle imprese.

Simoni, la crisi è gravissima. Dobbiamo reagire con decisione.

Marino Simoni, ha sottolineato la gravità della crisi dalle casse rurali agli impianti di risalita ed ha ricordato il grido di dolori della Confesecenti e dei titolari dei distributori dei benzina. Un quadro aggravato da un turismo che esce una stagione allucinante. La Pat e la politica devono però reagire anche se la globalizzazione limita le capacità di intervento delle realtà locali.

Fugatti, premiamo Prodi ma la colpa della nostra situazione è del suo euro.

Fugatti (Lega)  ha detto che la relazione di Olivi conferma che la disoccupazione giovanile è il doppio dell'Alto Adige e quindi evidenzia che qualcosa di sbagliato sulla formazione c'è. Anche sull'utilizzo di risorse della Pat c'è differenza con Bolzano. Basta guardare all'Imu e all'Irap. Ci sono però aspetti che esulano dal Trentino e che riguardano le scelte nazionali ed europee. I lavoratori pagano le decisioni prese a Roma e a Bruxelles. "Premieremo tra breve Prodi – ha detto Fugatti - il quale alla nascita dell'euro, con Ciampi, lanciò i palloncini per salutare la nuova moneta dicendo che l'Italia avrebbe risolto tutti i suoi problemi. Oggi invece ci troviamo a competere con Paesi che realizzano merci a prezzi infinitamente inferiori ai nostri. La Lega l'ha sempre detto che non avremmo mai potuto farcela. Invece Prodi diceva che noi non avremmo più dovuto produrre mele ma diventare commercianti e occuparci solo di moda e ricerca. I risultati sono davanti agli occhi di tutti". L'euro, ha ripetuto il consigliere della Lega, non ci permette di svalutare e quindi di competere. Un situazione frutto delle scelte politiche del centro sinistra. "Una situazione – ha chiuso - che ci sta conducendo alla "cinesizzazione" del lavoro: meno salario e meno diritti sindacali".

Borga, una relazione troppo ottimista.

Borga ha affermato che la relazione è stata fatta per dare fiducia ed è quindi troppo ottimistica. Però la situazione internazionale sfugge anche al controllo degli stati ed è sempre più grave. Come dimostrano ormai da tempo i fatti il taglio di spesa pubblica non permetterà di ridurre le tasse. Perché il debito pubblico è nato dal divorzio della Banca d'Italia dal Tesoro nei primi anni'80 quando avevamo il 56% del debito pubblico sul Pil. Debito che in pochi anni è raddoppiato. Anche la retorica dei tagli della spesa pubblica va rivista, secondo Borga, perché dal '92 solo un anno lo Stato italiano non ha fatto avanzo primario. Siamo, contrariamente a quanto si dice, tra gli Stati più virtuosi e alla fine, a forza di tagli, stiamo impoverendo il Paese mentre la crisi vera è quella dei consumi interni. Una delle ragioni principali del dramma che stiamo vivendo è questa costruzione europea. Per quanto riguarda il Trentino il confronto con l'Alto Adige è perdente. E tra i dati negativi c'è anche il grado di dipendenza del pubblico che non è, per il consigliere della Civica, un male assoluto se si pensa che se c'è ancora qualche azienda a livello internazionale in Italia deriva dalle nazionalizzazioni degli anni '30. Critiche sono state mosse anche alle politiche della Giunta, ad operazioni come quella della Whirlpool, secondo Borga, una catastrofe.

Degasperi, sarebbe interessante sapere quante sono le finte partite Iva in Trentino.

Degasperi (5 Stelle) ha detto che si è assistito semplicemente alla prosecuzione delle politiche del passato che non rappresentano più una soluzione. Si è pensato che il Trentino, con la sua struttura, sarebbe rimasto fuori dalla crisi ma non è andata così. Olivi reclamizza un impatto delle crisi minore rispetto al resto d'Italia ma è normale che sia così anche se, nonostante la nostra dotazione finanziaria, non siamo meglio di province come quelle di Verona o Sondrio. Sul lavoro il Trentino non si discosta dal trend negativo nazionale. Secondo il consigliere si è voluto distruggere il mondo del lavoro che oggi, ovunque, è un mercato da jungla. Per questo, ha aggiunto, bello sarebbe sapere quanti di questi nuovi occupati sono finte partite Iva. Si continua, da 15 anni, a parlare di flessibilità in un mercato già da tempo estremamente flessibile. Risultato: i redditi, anche in Trentino, sono quelli di 7 anni fa e questo pesa sui consumi, soprattutto su quelli durevoli. Eppure, ha continuato, la Pat non ha fatto altro che continuare con le solite politiche, si veda l'esempio della Marangoni. Critiche anche all'imprenditoria che continua a dire che il Trentino è attraente per i contributi della legge 6. Sul credito lo strumento dovrebbe essere sempre il Mediocredito, una società pubblica, che è stata  lasciata nelle mani della Cooperazione.

Baratter, l’autonomia dev’essere creativa anche sul lavoro.

Per Lorenzo Baratter del Patt il nostro sistema di autogoverno, sul tema dell’occupazione, deve mostrare tutte le sue capacità anche in termini di creatività. L’Autonomia deve dimostrare, e lo sta dimostrando, che, come negli anni ’80 con la creazione dell’Agenzia del Lavoro, di poter trovare soluzioni originali per la crescita economica e del lavoro.

Allegati
Documento assessore Olivi sull'occupazione