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08/08/2014 - Documenti e Interventi

Titolo V, bene la salvaguardia dell'Autonomia ma c'è un'ondata centralista

Bruno Dorigatti: E' stato rispettato lo storico impianto istituzionale della nostra Autonomia

Titolo V, bene la salvaguardia dell'Autonomia ma c'è un'ondata centralista

Titolo V, bene la salvaguardia dell'Autonomia ma c'è un'ondata centralista

Dopo l'approvazione in prima lettura della riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione, che riguarda i rapporti tra Stato, Regioni e autonomie locali, il Presidente del Consiglio, Bruno Dorigatti, interviene con alcune valutazioni. Bene, afferma in sintesi, la "norma di salvaguardia" che ha messo al riparo la nostra autonomia, anche se preoccupa l'involuzione centralista del disegno di riforma costituzionale.

“E’ sicuramente una buona notizia, l’approvazione in Senato della cosiddetta “norma di salvaguardia”, che esclude l’immediata applicabilità alle autonomie speciali della riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi, rinviando a una revisione statutaria, da realizzarsi attraverso intese con la Regione e con le due Province di Trento e di Bolzano. Si prospetta una partita estremamente delicata, ma è già molto importante che sia stato riconosciuto il metodo pattizio per ogni modifica dello Statuto. E rispettato lo storico impianto istituzionale della nostra autonomia.

E’ stato anche approvato un ordine del giorno che lascia aperta la possibilità – con questa stessa riforma costituzionale del Titolo V – di prevedere nuovi margini per il consolidamento delle competenze attribuite a Trento e a Bolzano.

Preoccupa fortemente, d’altro canto, il fatto che le norme riferite a Trentino e Alto Adige-Suedtirol siano calate dentro una revisione della carta costituzionale improntata a un evidentissimo e pericoloso neocentralismo statale, che sta facendo tabula rasa della riforma in senso regionalista del 2001. La pessima gestione di questa riforma da parte di alcune regioni d’Italia sta facendo pagare un prezzo altissimo a tutto il sistema, che era stato concepito per esaltare le capacità di autogoverno locale e la possibilità di amministrare in modo diversificato territori che sono effettivamente molto diversi tra loro.

In questo quadro di forti chiaroscuri resta aperta e tutt’altro che risolta la fondamentale trattativa Stato-Pat sulle risorse finanziarie. Si tratta di non farsi cogliere impreparati e di lavorare per tempo alla stesura di un nuovo Statuto di autonomia, capace di governare i cambiamenti e guardare al futuro. Occorre procedere in modo partecipato e condiviso, chiamando a questo cantiere tutti gli attori istituzionali e i soggetti intermedi della società. Si devono consolidare le fondamenta dell’autonomia, per renderla più solida, più moderna, aperta all’Europa, capace di garantire i diritti di cittadinanza.

E’ peraltro essenziale che questo processo venga costruito su base regionale, poggiando fin dall’inizio - quindi - su una stretta interazione e collaborazione fra Trento e Bolzano. Nello spirito che fu già della Commissione dei 19, da cui scaturì il secondo Statuto del 1972 e la soluzione di tensioni durate decenni”.