Bruno Dorigatti: E' stato rispettato lo storico impianto istituzionale della nostra Autonomia
Titolo V, bene la salvaguardia dell'Autonomia ma c'è un'ondata centralista
Dopo l'approvazione in prima lettura della riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione, che riguarda i rapporti tra Stato, Regioni e autonomie locali, il Presidente del Consiglio, Bruno Dorigatti, interviene con alcune valutazioni. Bene, afferma in sintesi, la "norma di salvaguardia" che ha messo al riparo la nostra autonomia, anche se preoccupa l'involuzione centralista del disegno di riforma costituzionale.
“E’ sicuramente una buona notizia, l’approvazione in Senato
della cosiddetta “norma di salvaguardia”, che esclude l’immediata applicabilità
alle autonomie speciali della riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi,
rinviando a una revisione statutaria, da realizzarsi attraverso intese con la
Regione e con le due Province di Trento e di Bolzano. Si prospetta una partita estremamente
delicata, ma è già molto importante che sia stato riconosciuto il metodo
pattizio per ogni modifica dello Statuto. E rispettato lo storico impianto
istituzionale della nostra autonomia.
E’ stato anche approvato un ordine del giorno che lascia
aperta la possibilità – con questa stessa riforma costituzionale del Titolo V –
di prevedere nuovi margini per il consolidamento delle competenze attribuite a
Trento e a Bolzano.
Preoccupa fortemente, d’altro canto, il fatto che le norme
riferite a Trentino e Alto Adige-Suedtirol siano calate dentro una revisione
della carta costituzionale improntata a un evidentissimo e pericoloso
neocentralismo statale, che sta facendo tabula rasa della riforma in senso
regionalista del 2001. La pessima gestione di questa riforma da parte di alcune
regioni d’Italia sta facendo pagare un prezzo altissimo a tutto il sistema, che
era stato concepito per esaltare le capacità di autogoverno locale e la
possibilità di amministrare in modo diversificato territori che sono effettivamente
molto diversi tra loro.
In questo quadro di forti chiaroscuri resta aperta e
tutt’altro che risolta la fondamentale trattativa Stato-Pat sulle risorse
finanziarie. Si tratta di non farsi cogliere impreparati e di lavorare per
tempo alla stesura di un nuovo Statuto di autonomia, capace di governare i
cambiamenti e guardare al futuro. Occorre procedere in modo partecipato e
condiviso, chiamando a questo cantiere tutti gli attori istituzionali e i
soggetti intermedi della società. Si devono consolidare le fondamenta
dell’autonomia, per renderla più solida, più moderna, aperta all’Europa, capace
di garantire i diritti di cittadinanza.
E’ peraltro essenziale che questo processo venga costruito
su base regionale, poggiando fin dall’inizio - quindi - su una stretta
interazione e collaborazione fra Trento e Bolzano. Nello spirito che fu già
della Commissione dei 19, da cui scaturì il secondo Statuto del 1972 e la
soluzione di tensioni durate decenni”.