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22/07/2014 - In aula o in commissione

Acqua bene comune: respinta la proposta di modifica dello Statuto

Dal Consiglio provinciale, perchè la gestione delle risorse idriche in Trentino è già pubblica

Acqua bene comune: respinta la proposta di modifica dello Statuto

La proposta di modifica dello Statuto del consigliere Giacomo Bezzi (FI), respinta dal Consiglio provinciale nel pomeriggio, muoveva dalla volontà di proteggere il patrimonio idrico della regione da un sistema di gestione imprenditoriale e commerciale. Il Trentino può vantare uno dei patrimoni idrici più ricchi d'Italia, ha spiegato il consigliere: la legge nazionale 36/94 prevede un'organizzazione "commerciale" di tale patrimonio, pur contemplando una selezione di gare di evidenza pubblica per la sua gestione. Questo comporterebbe il vantaggio a società imprenditoriali, spesso disancorate dalla realtà del territorio, l'esautorazione delle comunità locali dalla gestione di un bene che loro appartiene e il riversamento dei costi e dei profitti dei privati sugli utenti. La proposta si compone di un solo articolo (già respinto dalla prima commissione permanente) che prevede l'inserimento dell'acqua tra i cosiddetti "beni comuni" e che la gestione del servizio idrico sia esercitata in via diretta dalle province, comuni o loro enti strumentali.

Gilmozzi: in Trentino l'acqua e la sua gestione sono già pubbliche

L'assessore Mauro Gilmozzi ha spiegato che non vi è dubbio che le acque siano pubbliche, così come già sancito dalla legislazione provinciale vigente in materia: siamo noi a dare le concessioni, tutto il demanio idrico provinciale ci appartiene e non c'è bisogno di ribadire qualcosa che già abbiamo e che fa già parte delle nostre prerogative. Per quanto riguarda la gestione, la Provincia ha una specifica disciplina che prevede la proprietà pubblica delle reti e la gestione autonoma secondo le norme di attuazione, anche in materia di tariffe. Gli acquedotti sono interamente di proprietà degli enti pubblici o di società a loro volta pubbliche: più di così non saprei cosa si può volere, ha concluso.

Discussione generale

Wlater Kaswalder si è detto "tranquillizzato" dalle parole chiare dell'assessore. Il patrimonio idrico in capo alla Provincia è sempre stato una della battaglie del Patt: "raccomando attenzione, in particolare nelle future concessioni", ha concluso affinché le risorse vadano sempre a vantaggio delle comunità trentine".

"L'assessore Gilmozzi ha parlato di una gestione "filosofica dell'acqua, ma non degli utili reali della gestione" ha obiettato Claudio Civettini (Lega) che ha denunciato "la falsità ideologica di un percorso che dice che l'acqua è pubblica, ma che poi viene pagata salata dai cittadini, e i proventi vanno a società all'interno delle quali ci sono degli imprenditori". Su questo tema è doveroso fare un approfondimento e non fidarsi delle parole: "il Vangelo secondo san Gilmozzi non mi convince" ha concluso.

Diverso il giudizio sull'assessore Gilmozzi da parte di Marino Simoni (Progetto trentino) che ha definito le affermazioni dell'assessore "leali e coerenti con l'impianto normativo di questa realtà autonomistica". Il diritto dell'acqua è un bene universale, ha osservato e il demanio idrico compete alla Provincia autonoma di Trento. Tuttavia, l'unico ragionamento che si può avanzare è quello di una maggiore condivisione della gestione di questo bene di territorio: la provincia dovrebbe trovare nella gestione della prerogativa della Pat di disporre di questo bene demaniale, maggiori occasioni di confronto con i territori.

Il consigliere Rodolfo Borga (Civica) ha ribadito che quando si parla di acqua pubblica va distinta la gestione dal problema delle concessioni. La politica spesso si diverte a prendere in giro gli elettori, ha osservato e spesso la società civile si dimentica di questi grandi temi. Il riferimento è al referendum sul tema che vide a suo tempo una grande mobilitazione e al disegno di legge dello stesso consigliere che non fu sostenuto nemmeno dagli stessi promotori del referendum di simili contenuti. "Voterò il disegno di legge, condividendone lo spirito e come occasione per mettere luce sulle contraddizioni e strumentalizzazioni esistenti sull'argomento" ha concluso.

"Uno dei temi che hanno portato alla nascita del MoVimento 5Stelle, primo punto di tutti i programmi delle liste che via via si sono costituite sul territorio": da qui, dalle considerazioni sull'acqua come "bene comune per eccellenza, a cui la comunità garantisce la fruizione al maggior numero possibile di utenti in una gestione partecipata", sarebbe nato il Movimento, ha osservato Filippo Degasperi, che ha ringraziato Bezzi per la presentazione della proposta e ha dichiarato il sostegno.

La votazione

Il disegno di legge è stato respinto con 11 voti favorevoli e 19 contrari.