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19/07/2017 - Dai Consiglieri e dai gruppi

I parti precipitosi non risentono della distribuzione dei punti nascita

L'assessore Zeni ha risposto a due interrogazioni del consigliere Civettini

I parti precipitosi non risentono della distribuzione dei punti nascita

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I parti precipitosi non risentono della distribuzione dei punti nascita

L'assessore alla salute Zeni ha risposto a due interrogazioni presentate nel febbraio scorso da di Claudio Civettini, consigliere provinciale di Civica Trentina, che criticava la chiusura dei punti nascita in alcune valli alla luce di due parti precipitosi avvenuti in automobile. L'assessore segnala che questi casi nella nostra provincia "rappresentano mediamente lo 0,3% annuo, percentuale così modesta da non consentire considerazioni di significatività statistica". In Trentino si sono registrati infatti 11 casi nel 2010, 8 nel 2011, 16 nel 2012, 8 nel 2013, 7 nel 2014, 10 nel 2015 e 14 nel 2016. 

Quindi per Zeni "il fenomeno non risente della distribuzione del punti nascita", perché "i parti precipitosi sono accaduti, accadono e continueranno ad accadere anche dove il punto nascita esiste". Ed è "verosimile che l'attivazione del percorso nascita nei diversi ambiti territoriali contribuirà a migliorare la presa in carico delle future mamme e la loro capacità di gestire in maggior sicurezza l'evento nascita". "Sicurezza – aggiunge – che nel nostro territorio è garantita dalla disponibilità di un servizio di trasporto in emergenza/urgenza, anche in elisoccorso, organizzato con procedure più proattive nei confronti delle partorienti". 

L'assessore dichiara di non essere certo responsabile delle 'politiche romane' riguardanti gli standard sui punti nascita, che risalgono tra l'altro al dicembre 2010. E di aver promosso, proprio perché consapevole delle peculiarità del sistema sanitario trentino, una proposta di revisione degli standard sui punti nascita oggetto di deroga da sottoporre al ministero, insieme ad altre regioni come il Veneto, la Lombardia, la Puglia e la Provincia di Bolzano. Zeni conclude ricordando "che ad oggi esiste una disciplina che non può essere disattesa sia per i ben noti motivi legati alla sicurezza delle partorienti e dei nascituri, che a tutela degli operatori del settore".