Seduta straordinaria in aula sulla mozione di Borga e altri sette esponenti di minoranza
Sui vaccini obbligatori la Provincia di Trento introduca come quella di Bolzano una fase transitoria
Testo allegato
Sulla
delicata e
controversa questione
dei vaccini, al
centro del dibattito pubblico dopo la pausa estiva, il Consiglio
provinciale si accinge a discutere, con una seduta straordinaria
richiesta da otto esponenti di minoranza e sulla quale i capigruppo decideranno lunedì mattina, la mozione proposta da Rodolfo
Borga (Civica Trentina) per sollecitare la
Giunta provinciale trentina ad
adottare la
stessa linea della
Provincia
autonoma di Bolzano. L'Alto-
Adige Südtirol
ha deciso in sostanza di
posticipare di un anno l'esclusione
dalla
frequenza delle scuole materne e degli asili nido per
i bambini
i cui genitori non rispetteranno
l'obbligo introdotto
dalla
legge nazionale.
La mozione di Borga,
sottoscritta anche da altri sette consiglieri dell'opposizione –
Civettini di
CT, Degasperi del M5s, Bezzi di FI,
Fugatti della Lega, Kaswalder del misto, Zanon di PT e Giovanazzi di
AT –
chiede che sull'applicazione
della normativa la
Provincia di Trento condivida la stessa posizione assunta dalla
Provincia di Bolzano, che per l’anno
scolastico 2017-2018
ha scelto di emanare direttive
con
cui permettere a
tutti i bambini la frequenza di asili nido e scuole materne a
prescindere dal fatto che siano stati vaccinati o meno, anche nel caso in cui i genitori non prenotino le vaccinazioni. Ciò significa che in
Alto-Adige Südtirol
le
sanzioni previste dalla legge statale
di
conversione del decreto legge n. 73/2017, scatteranno solo a partire
dall’anno scolastico 2018/2019.
Nella
mozione Borga e gli altri consiglieri ritengono
che questa decisione sia dettata dal
"buon senso", e invitano
quindi la
Giunta
trentina a
seguire l'esempio di Bolzano, astenendosi almeno per quest'anno dal
chiudere le porte dei nidi e delle materne ai bambini che non
risultino vaccinati e i cui genitori non abbiano richiesto le nove
vaccinazioni obbligatorie previste dalla legge nazionale.
La mozione ricorda del resto come lo stesso
Presidente Gentiloni abbia
riconosciuto che in materia di vaccinazioni non sia in atto alcuna emergenza. Ecco perché per Borga sarebbe "saggio" anche
per la Provincia di Trento "permettere ad alcune
famiglie di posticipare di qualche mese una scelta che potrebbe avere
pesanti conseguenze".
Tanto più, aggiunge il consigliere, che nei
prossimi mesi la Consulta potrebbe
"bocciare" la normativa
nazionale
in
questione, dando
ragione a chi, come la Regione Veneto, ha presentato ricorso
contestando la legittimità costituzionale dell'obbligo vaccinale. Secondo il consigliere varrebbe
quindi prendersi anche in Trentino qualche mese di
riflessione da deciare come a Bolzano ad una campagna di informazione, anziché applicare subito la legge statale. Si tratterebbe in tal modo di "convincere
le famiglie ad adeguarsi spontaneamente a quella che ora appare a
molti come un’inaccettabile vessazione".
Con questi argomenti il dispositivo della mozione chiede al Consiglio
di impegnare la Giunta ad introdurre
anche in Provincia di Trento una fase transitoria di applicazione
della nuova normativa in materia di obbligo vaccinale (Decreto-legge
7 giugno 2017, n. 73, convertito con modificazioni dalla legge 31
luglio 20l 7, n. 119, recante "Disposizioni urgenti in materia
di prevenzione vaccinale, di malattie infettive e di controversie
relative alla somministrazione di farmaci),
adottando le stesse modalità attuative introdotte dalla Provincia
di Bolzano.