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24/07/2017 - In aula o in commissione

Rossi ha illustrato l'assestamento di bilancio: la ripresa c'è e la spesa pubblica scende

Consiglio provinciale, il presidente della Giunta ha illustrato i tre testi della manovra

Rossi ha illustrato l'assestamento di bilancio: la ripresa c'è e la spesa pubblica scende

Testo allegato. Discussa la gestione dell'orso dopo l'aggressione dei giorni scorsi

Rossi ha illustrato l'assestamento di bilancio: la ripresa c'è e la spesa pubblica scende

​​​​​​Si è aperta questa mattina la prima seduta dell’ultima tornata di Consiglio provinciale prima della pausa estiva, interamente dedicata alla discussione del rendiconto, assestamento di bilancio e Defp (documento di economia e finanza) della Provincia. Come di consueto nella prima giornata, il proponente, il presidente della Provincia Ugo Rossi ha illustrato i provvedimenti all’aula.

Partendo dal rendiconto, aldilà delle risultanze contabili, Rossi ha ripreso il discorso della mancata parificazione da parte della Corte dei conti di alcuni capitoli del rendiconto 2016. Il presidente ha comunicato le risultanze di un ulteriore approfondimento sotto il profilo contabile e giuridico, attraverso l’acquisizione di un parere legale, al quale è seguita una delibera di Giunta nella quale in maniera netta si conferma la correttezza delle procedure applicate dalla Provincia in tema di riduzione dell’indebitamento dei comuni, nessun elusione ai fini del rispetto del patto di stabilità e nessun vantaggio contabile sul bilancio 2015: tutto nel pieno rispetto dei decreti legislativi e principi contabili. La delibera vuole rappresentare anche un atto preventivo, ai fini della discussione dei provvedimenti in Consiglio, per garantire una votazione assunta con la piena conoscenza degli atti e dei fatti che hanno determinato le scelte della Provincia. Per quanto riguarda i prossimi passaggi, Rossi ha chiarito che questo documento intende soddisfare il principio di collaborazione tra Giunta e Consiglio provinciale, ma anche con la Corte dei Conti e con il Governo ai quali verrà inoltrato “di nostra iniziativa nello spirito di leale collaborazione fra organi istituzionali, quale contributo finalizzato a garantire una logica collaborativa. Ci auguriamo una interlocuzione diretta che potrebbe portare ad una norma dispositiva”, ha aggiunto.

Con riferimento al Defp, Rossi ha fatto una precisazione definita “particolarmente importante”: i dati relativi all’andamento del Pil 2016 non sono definitivi, ma di previsione. La cifra definitiva non è ancora disponibile ed accertata, ha detto. Preferiamo essere prudenti in questa fase, ha aggiunto, ed è molto probabile che la crescita si rivelerà più alta rispetto a quella delle previsioni, cosa di cui beneficeremo nell’esercizio prossimo. Quanto alle caratteristiche del documento, abbiamo scelto di evidenziare con un documento allegato l’importanza di indicatori che fotografino la situazione e nel contempo indichino la strada per immaginare eventuali correzioni nella politiche economiche e di coesione sociale. La logica è di grande trasparenza e con uno spirito di miglioramento e di definizione delle nostre priorità politiche. Il nostro Pil è al livello della Germania, più alo della media nazionale e più alto della media europea, e stimato in crescita. Dai dati emergono elementi di fiducia rispetto al passato, sebbene nel dibattito si parli spesso del vantaggio competitivo dei territori vicini, soprattutto l’Alto Adige, quest’ultimo orientato naturalmente su due mercati (italiano e tedesco), flessibile e capace di posizionarsi a seconda delle prospettive delle diverse economie e mercati. Uno dei nostri fattori sistemici è la capacità di contenere la spesa corrente, sugli stessi livelli della scorsa legislatura senza un peggioramento qualitativo e quantitativo dei servizi erogati, anzi, con un presidio significativo nei settori dei servizi alla persona, soprattutto in ambito socio sanitario. Questo ci dice che ci sono dei margini sui quali si può ancora lavorare: l’obiettivo è lavorare al servizio degli investimenti per lo sviluppo economico e di welfare. Per quanto riguarda le entrate occorre crescere anche attraverso il coinvolgimento del risparmio privato, in costante aumento anche sul fronte delle imprese, più “liquide rispetto a mesi fa”. Ci sono indicatori che dimostrano una ritrovata fiducia e competitività delle imprese, una crescita degli investimenti industriali, di start up innovative per le quali il Trentino è leader in Italia. In questo contesto il ruolo cardine è il capitale umano. La ricerca è un altro fattore di competitività e da un punto di vista percentuale rappresenta in Trentino l’1,84 Pil: qui la chiave è avere la capacità di mettere in relazione le opportunità offerte dal sistema pubblico con il senso di responsabilità delle imprese. Il Defp rivela in previsione fino al 2020 un incremento di entrate positivo (probabilmente anche prudente rispetto a quello che sarà): è chiaro che accanto a queste maggiori risorse occorre presidiare in maniera responsabile, anche se forse impopolare. La Giunta non intende adottare il meccanismo della discrezionalità, però i troppi vincoli ingessano e rallentano: sulla ricerca di questo equilibrio si gioca molto della crescita della nostra Provincia, ha detto Rossi. Un livello di soddisfazione e insieme di preoccupazione il presidente l’ha espresso sugli ammortizzatori sociali: i dati indicano che gli strumenti di protezione sociale di cui al Pat dispone (come il reddito d garanzia) proteggono e lo si vede dal raffronto con le altre realtà dove non ci sono, tuttavia dobbiamo cercare di garantire che il numero delle povertà diminuisca ulteriormente.

L’auspicio, ha concluso il presidente della Giunta “è di attivare un percorso che ci conduca a fare alcune correzioni alle politiche di questi anni coinvolgendo fin da subito tutti gli attori, ma dal punto di vista fiscale abbiamo ragionato e abbiamo la necessità di riuscire ad indirizzare gli incentivi verso le imprese che dimostrano la responsabilità sociale di investire nel proprio capitale umano”.


Confronto informale sull’aggressione dell’orso a Terlago.

Il presidente Dorigatti interpretando le richieste delle Minoranze, ha quindi dato la parola, “in maniera informale e nell’ambito di una seduta non ufficiale” all’assessore Michele Dallapiccola affinché informi sull’incidente tra uomo e orso accaduto sabato sera attorno alle 19.00 a Terlago. L’assessore ha fatto la cronaca dell’aggressione, così come apparsa sui quotidiani locali, definendo l’episodio una “fotocopia di quello accaduto a Cadine”, zona in cui l’allerta è di fatto nota. Il malcapitato riferisce di aver visto un solo esemplare ed in base alle indicazioni di dimensione si suppone sia una femmina. Di fatto il monitoraggio dice che la zona è il crocevia di sei femmine e il personale ha raccolto campioni di pelo utili all’identificazione genetica dell’animale. Un comportamento anomalo che può essere attribuito al noto esemplare Kj2, ma anche ad un altro soggetto. L’ordinanza di cattura è ancora attiva perché noi possiamo agire solamente su un soggetto facendo leva sulla pubblica incolumità. Naturalmente abbiamo riattivato, a seguito di questa infausta vicenda, i rapporti con il Ministero per avere questa opportunità. L’unico meccanismo amministrativo per rimuovere un certo numero di soggetti è appunto quello della pubblica incolumità. Ogni orso è schedato e ogni episodio codificato e il responso di natura genetica ci indicherà quale sia il soggetto da rimuovere e con quale modalità e procedura.

Il consigliere Giacomo Bezzi (Forza Italia) si è detto molto preoccupato dell’immobilismo della Provincia per una situazione che è degenerata. Il progetto europeo prevedeva l’allargamento degli orsi sul territorio alpino, ma evidentemente qui stanno troppo bene, ma a questo punto sono però diventati troppi, ha aggiunto. Non mi aspetto e non vorrei che questi animali venissero ammazzati, bensì spostati perché non è pensabile lasciarli in libertà. Qui manca la prospettiva politica e la visione di questo progetto perché ogni anno la popolazione di plantigradi aumenta di una decina di esemplari: cosa accadrà tra cinque anni? Occorre negoziare con Roma, perché la gestione secondo la procedura descritta dall’assessore non risolve la questione. “Credo che se non ci fosse una persona all’ospedale questa sembrerebbe una barzelletta”, ha detto Maurizio Fugatti (Lega nord): un orso rilasciato ha perso il collare e dopo un anno e mezzo quest’orso forse è responsabile di una simile azione aggressiva. Se si proverà che l’esemplare che ha aggredito l’uomo sabato scorso è lo stesso di un anno e mezzo fa, voi sarete responsabili per non avere garantito la sicurezza ai cittadini, ha aggiunto. La procedura, ha chiarito, prevede tre opzioni: la cattura con rilascio, la cattura con captivazione permanente e l’abbattimento. Voi avete optato per la prima perché avete ritenuto che fosse preferibile rilasciare l’esemplare perché aveva dei cuccioli, piuttosto che preoccuparvi dell’incolumità pubblica.

Un progetto che avrebbe dovuto portare un contingente di quaranta o cinquanta esemplari sulle Alpi orientali, ha notato Rodolfo Borga (Civica) ed “è del tutto evidente che la situazione vi è sfuggita di mano”. Per quale ragione, ha chiesto, lo Stato dovrebbe dare la gestione di una situazione di questo genere, dal momento che l’avete gestita male ed è evidente che la questione non vi interessi. Non vi siete occupati delle numerose sollecitazioni che vi abbiamo posto con documenti di mozione e interrogazione e ora dite che volete una norma di attuazione? Chi ha avviato questo progetto deve sapere che esiste la consistenza obiettiva: non possiamo ospitare un numero illimitato di orsi e lupi sul nostro territorio perché superata una certa soglia la convivenza non è sostenibile. Il problema prima che politico è culturale, ha concluso: per me prima di tutto viene l’uomo.

Filippo Degasperi (5 Stelle) si è chiesto se la presenza dell’orso sia davvero una risorsa per il territorio trentino oppure se rappresenti un problema. In ogni caso si dovrebbe inchiodare alle proprie responsabilità chi ha curato la gestione del tema, ha aggiunto. “Prima di chiedere maggiore autonomia” ha suggerito il consigliere, “sarebbe opportuno dimostrare le capacità della gestione sul campo, a differenza di quanto si è potuto fare fin qui”. C’è un problema, sicuramente, ha detto, visto che il progetto iniziale prevedeva solo quaranta, sessanta soggetti e che non c’è stata una gestione del progetto comune con altri territori limitrofi: come potete pretendere da Roma maggiore autonomia sul tema?

La cattiva gestione del progetto orso è stata uno dei motivi della mia espulsione, ha detto Walter Kaswalder (Misto) che vorrebbe alcune risposte sul numero degli esemplari, sul numero delle persone impiegate, sulle risorse impiegate nella gestione e sui risarcimenti pagati in questi anni. Infine, Kaswalder ha toccato anche l’enorme problema del lupo, ampiamente sottovalutato, sul quale sarebbe interessante capire l’orientamento della Provincia. “Se non è in grado di gestire la questione si dimetta”, ha detto rivolto all’assessore Dallapiccola.

Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) ha detto di avere smesso da tempo di protestare perché negli anni è rimasto inascoltato su questo tema: “l’orso in numero così alto rappresenta un pericolo per il nostro territorio e purtroppo la verità è che questo governo ha fallito clamorosamente. Io mi limito a rappresentare la preoccupazione dei trentini e non dico altro”, ha terminato.

Claudio Cia (Misto) ha condiviso le preoccupazioni dei colleghi e, in merito all’episodio di sabato, il fatto che la persona sia stata aggredita alle spalle. Se questo fatto è “la fotocopia” di quello avvenuto un anno e mezzo fa, significa che non è stato fatto nulla per evitarlo. Inoltre, se fosse confermata l’informazione che gli esemplari sul nostro territorio sarebbero addirittura un centinaio, ben si comprende che siamo di fronte ad un’emergenza. La gente ha paura di frequentare i boschi, ma a cosa avete destinato il Trentino, ha chiesto? Qualcosa dobbiamo fare sicuramente, ha aggiunto e non comprendo perché il problema esista solo qui in trentino.

Walter Viola (Progetto Trentino) ha percorso le tappe del progetto Life Ursus dal lontano ’96 ad oggi: ripopolare un’area antropizzata come il Trentino, ben diversa dalla Slovenia, è sicuramente complesso, ha osservato. La convivenza con questo animale è difficile e la selezione naturale non c’è più: se non si arriva ad una modalità diversa di gestire i due fenomeni (orso e lupo) la selezione la farà la comunità. Oggi qualche decisione urgente è assolutamente doveroso prenderla, ha concluso.

Dallapiccola è intervenuto nuovamente a conclusione, condividendo quasi tutto quello che è stato detto, per l’interpretazione della rabbia e della preoccupazione della gente trentina emersa dalle parole dei consiglieri. Il progetto del ’96, avviato dall’allora Giunta Andreotti, presenta effettivi problemi, ha ammesso. Noi, chiedendo maggiore autonomia, chiediamo di poter agire in via ordinaria, non solo straordinaria, ha spiegato. Quanto ai numeri, Dallapiccola ha definito una “bestialità” il dato cui fa riferimento il consigliere Cia e ha aggiunto che il numero degli esemplari morti e quello dei nati si eguagliano. Infine, l’assessore ha elogiato il personale che si occupa dell’argomento, rispettoso delle persone, dell’animale e dell’immagine della provincia nel contesto nazionale e internazionale.


I lavori riprendono domani mattina alle 10.00.


 

Approfondimenti
Il testo della relazione presentata in aula dal presidente della Provincia
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