Consiglio provinciale, il presidente della Giunta ha illustrato i tre testi della manovra
Rossi ha illustrato l'assestamento di bilancio: la ripresa c'è e la spesa pubblica scende
Testo allegato. Discussa la gestione dell'orso dopo l'aggressione dei giorni scorsi
Si
è aperta questa mattina la prima seduta dell’ultima tornata di
Consiglio provinciale prima della pausa estiva, interamente dedicata
alla discussione del rendiconto, assestamento di bilancio e Defp
(documento di economia e finanza) della Provincia. Come di consueto
nella prima giornata, il proponente, il presidente della Provincia
Ugo
Rossi
ha illustrato i provvedimenti all’aula.
Partendo
dal rendiconto, aldilà delle risultanze contabili, Rossi ha ripreso
il discorso della mancata parificazione da parte della Corte dei
conti di alcuni capitoli del rendiconto 2016. Il presidente ha
comunicato le risultanze di un ulteriore approfondimento sotto il
profilo contabile e giuridico, attraverso l’acquisizione di un
parere legale, al quale è seguita una delibera di Giunta nella quale
in maniera netta si conferma la correttezza delle procedure applicate
dalla Provincia in tema di riduzione dell’indebitamento dei comuni,
nessun elusione ai fini del rispetto del patto di stabilità e nessun
vantaggio contabile sul bilancio 2015: tutto nel pieno rispetto dei
decreti legislativi e principi contabili. La delibera vuole
rappresentare anche un atto preventivo, ai fini della discussione dei
provvedimenti in Consiglio, per garantire una votazione assunta con
la piena conoscenza degli atti e dei fatti che hanno determinato le
scelte della Provincia. Per quanto riguarda i prossimi passaggi,
Rossi ha chiarito che questo documento intende soddisfare il
principio di collaborazione tra Giunta e Consiglio provinciale, ma
anche con la Corte dei Conti e con il Governo ai quali verrà
inoltrato “di nostra iniziativa nello spirito di leale
collaborazione fra organi istituzionali, quale contributo finalizzato
a garantire una logica collaborativa. Ci auguriamo una interlocuzione
diretta che potrebbe portare ad una norma dispositiva”, ha
aggiunto.
Con
riferimento al Defp, Rossi ha fatto una precisazione definita
“particolarmente importante”: i dati relativi all’andamento del
Pil 2016 non sono definitivi, ma di previsione. La cifra definitiva
non è ancora disponibile ed accertata, ha detto. Preferiamo essere
prudenti in questa fase, ha aggiunto, ed è molto probabile che la
crescita si rivelerà più alta rispetto a quella delle previsioni,
cosa di cui beneficeremo nell’esercizio prossimo. Quanto alle
caratteristiche del documento, abbiamo scelto di evidenziare con un
documento allegato l’importanza di indicatori che fotografino la
situazione e nel contempo indichino la strada per immaginare
eventuali correzioni nella politiche economiche e di coesione
sociale. La logica è di grande trasparenza e con uno spirito di
miglioramento e di definizione delle nostre priorità politiche. Il
nostro Pil è al livello della Germania, più alo della media
nazionale e più alto della media europea, e stimato in crescita. Dai
dati emergono elementi di fiducia rispetto al passato, sebbene nel
dibattito si parli spesso del vantaggio competitivo dei territori
vicini, soprattutto l’Alto Adige, quest’ultimo orientato
naturalmente su due mercati (italiano e tedesco), flessibile e capace
di posizionarsi a seconda delle prospettive delle diverse economie e
mercati. Uno dei nostri fattori sistemici è la capacità di
contenere la spesa corrente, sugli stessi livelli della scorsa
legislatura senza un peggioramento qualitativo e quantitativo dei
servizi erogati, anzi, con un presidio significativo nei settori dei
servizi alla persona, soprattutto in ambito socio sanitario. Questo
ci dice che ci sono dei margini sui quali si può ancora lavorare:
l’obiettivo è lavorare al servizio degli investimenti per lo
sviluppo economico e di welfare.
Per quanto riguarda le entrate occorre crescere anche attraverso il
coinvolgimento del risparmio privato, in costante aumento anche sul
fronte delle imprese, più “liquide rispetto a mesi fa”. Ci sono
indicatori che dimostrano una ritrovata fiducia e competitività
delle imprese, una crescita degli investimenti industriali, di start
up
innovative per le quali il Trentino è leader
in Italia. In questo contesto il ruolo cardine è il capitale umano.
La ricerca è un altro fattore di competitività e da un punto di
vista percentuale rappresenta in Trentino l’1,84 Pil: qui la chiave
è avere la capacità di mettere in relazione le opportunità offerte
dal sistema pubblico con il senso di responsabilità delle imprese.
Il Defp rivela in previsione fino al 2020 un incremento di entrate
positivo (probabilmente anche prudente rispetto a quello che sarà):
è chiaro che accanto a queste maggiori risorse occorre presidiare in
maniera responsabile, anche se forse impopolare. La Giunta non
intende adottare il meccanismo della discrezionalità, però i troppi
vincoli ingessano e rallentano: sulla ricerca di questo equilibrio si
gioca molto della crescita della nostra Provincia, ha detto Rossi. Un
livello di soddisfazione e insieme di preoccupazione il presidente
l’ha espresso sugli ammortizzatori sociali: i dati indicano che gli
strumenti di protezione sociale di cui al Pat dispone (come il
reddito d garanzia) proteggono e lo si vede dal raffronto con le
altre realtà dove non ci sono, tuttavia dobbiamo cercare di
garantire che il numero delle povertà diminuisca ulteriormente.
L’auspicio,
ha concluso il presidente della Giunta “è di attivare un percorso
che ci conduca a fare alcune correzioni alle politiche di questi anni
coinvolgendo fin da subito tutti gli attori, ma dal punto di vista
fiscale abbiamo ragionato e abbiamo la necessità di riuscire ad
indirizzare gli incentivi verso le imprese che dimostrano la
responsabilità sociale di investire nel proprio capitale umano”.
Confronto
informale sull’aggressione dell’orso a Terlago.
Il
presidente Dorigatti interpretando le richieste delle Minoranze, ha
quindi dato la parola, “in maniera informale e nell’ambito di una
seduta non ufficiale” all’assessore Michele
Dallapiccola
affinché informi sull’incidente tra uomo e orso accaduto sabato
sera attorno alle 19.00 a Terlago. L’assessore ha fatto la cronaca
dell’aggressione, così come apparsa sui quotidiani locali,
definendo l’episodio una “fotocopia di quello accaduto a Cadine”,
zona in cui l’allerta è di fatto nota. Il malcapitato riferisce di
aver visto un solo esemplare ed in base alle indicazioni di
dimensione si suppone sia una femmina. Di fatto il monitoraggio dice
che la zona è il crocevia di sei femmine e il personale ha raccolto
campioni di pelo utili all’identificazione genetica dell’animale.
Un comportamento anomalo che può essere attribuito al noto esemplare
Kj2, ma anche ad un altro soggetto. L’ordinanza di cattura è
ancora attiva perché noi possiamo agire solamente su un soggetto
facendo leva sulla pubblica incolumità. Naturalmente abbiamo
riattivato, a seguito di questa infausta vicenda, i rapporti con il
Ministero per avere questa opportunità. L’unico meccanismo
amministrativo per rimuovere un certo numero di soggetti è appunto
quello della pubblica incolumità. Ogni orso è schedato e ogni
episodio codificato e il responso di natura genetica ci indicherà
quale sia il soggetto da rimuovere e con quale modalità e procedura.
Il
consigliere Giacomo
Bezzi
(Forza Italia) si è detto molto preoccupato dell’immobilismo della
Provincia per una situazione che è degenerata. Il progetto europeo
prevedeva l’allargamento degli orsi sul territorio alpino, ma
evidentemente qui stanno troppo bene, ma a questo punto sono però
diventati troppi, ha aggiunto. Non mi aspetto e non vorrei che questi
animali venissero ammazzati, bensì spostati perché non è pensabile
lasciarli in libertà. Qui manca la prospettiva politica e la visione
di questo progetto perché ogni anno la popolazione di plantigradi
aumenta di una decina di esemplari: cosa accadrà tra cinque anni?
Occorre negoziare con Roma, perché la gestione secondo la procedura
descritta dall’assessore non risolve la questione. “Credo che se
non ci fosse una persona all’ospedale questa sembrerebbe una
barzelletta”, ha detto Maurizio
Fugatti
(Lega nord): un orso rilasciato ha perso il collare e dopo un anno e
mezzo quest’orso forse è responsabile di una simile azione
aggressiva. Se si proverà che l’esemplare che ha aggredito l’uomo
sabato scorso è lo stesso di un anno e mezzo fa, voi sarete
responsabili per non avere garantito la sicurezza ai cittadini, ha
aggiunto. La procedura, ha chiarito, prevede tre opzioni: la cattura
con rilascio, la cattura con captivazione permanente e
l’abbattimento. Voi avete optato per la prima perché avete
ritenuto che fosse preferibile rilasciare l’esemplare perché aveva
dei cuccioli, piuttosto che preoccuparvi dell’incolumità pubblica.
Un
progetto che avrebbe dovuto portare un contingente di quaranta o
cinquanta esemplari sulle Alpi orientali, ha notato Rodolfo
Borga
(Civica) ed “è del tutto evidente che la situazione vi è sfuggita
di mano”. Per quale ragione, ha chiesto, lo Stato dovrebbe dare la
gestione di una situazione di questo genere, dal momento che l’avete
gestita male ed è evidente che la questione non vi interessi. Non vi
siete occupati delle numerose sollecitazioni che vi abbiamo posto con
documenti di mozione e interrogazione e ora dite che volete una norma
di attuazione? Chi ha avviato questo progetto deve sapere che esiste
la consistenza obiettiva: non possiamo ospitare un numero illimitato
di orsi e lupi sul nostro territorio perché superata una certa
soglia la convivenza non è sostenibile. Il problema prima che
politico è culturale, ha concluso: per me prima di tutto viene
l’uomo.
Filippo
Degasperi
(5 Stelle) si è chiesto se la presenza dell’orso sia davvero una
risorsa per il territorio trentino oppure se rappresenti un problema.
In ogni caso si dovrebbe inchiodare alle proprie responsabilità chi
ha curato la gestione del tema, ha aggiunto. “Prima di chiedere
maggiore autonomia” ha suggerito il consigliere, “sarebbe
opportuno dimostrare le capacità della gestione sul campo, a
differenza di quanto si è potuto fare fin qui”. C’è un
problema, sicuramente, ha detto, visto che il progetto iniziale
prevedeva solo quaranta, sessanta soggetti e che non c’è stata una
gestione del progetto comune con altri territori limitrofi: come
potete pretendere da Roma maggiore autonomia sul tema?
La
cattiva gestione del progetto orso è stata uno dei motivi della mia
espulsione, ha detto Walter
Kaswalder
(Misto) che vorrebbe alcune risposte sul numero degli esemplari, sul
numero delle persone impiegate, sulle risorse impiegate nella
gestione e sui risarcimenti pagati in questi anni. Infine, Kaswalder
ha toccato anche l’enorme problema del lupo, ampiamente
sottovalutato, sul quale sarebbe interessante capire l’orientamento
della Provincia. “Se non è in grado di gestire la questione si
dimetta”, ha detto rivolto all’assessore Dallapiccola.
Nerio
Giovanazzi
(Amministrare il Trentino) ha detto di avere smesso da tempo di
protestare perché negli anni è rimasto inascoltato su questo tema:
“l’orso in numero così alto rappresenta un pericolo per il
nostro territorio e purtroppo la verità è che questo governo ha
fallito clamorosamente. Io mi limito a rappresentare la
preoccupazione dei trentini e non dico altro”, ha terminato.
Claudio
Cia
(Misto) ha condiviso le preoccupazioni dei colleghi e, in merito
all’episodio di sabato, il fatto che la persona sia stata aggredita
alle spalle. Se questo fatto è “la fotocopia” di quello avvenuto
un anno e mezzo fa, significa che non è stato fatto nulla per
evitarlo. Inoltre, se fosse confermata l’informazione che gli
esemplari sul nostro territorio sarebbero addirittura un centinaio,
ben si comprende che siamo di fronte ad un’emergenza. La gente ha
paura di frequentare i boschi, ma a cosa avete destinato il Trentino,
ha chiesto? Qualcosa dobbiamo fare sicuramente, ha aggiunto e non
comprendo perché il problema esista solo qui in trentino.
Walter
Viola
(Progetto Trentino) ha percorso le tappe del progetto Life Ursus dal
lontano ’96 ad oggi: ripopolare un’area antropizzata come il
Trentino, ben diversa dalla Slovenia, è sicuramente complesso, ha
osservato. La convivenza con questo animale è difficile e la
selezione naturale non c’è più: se non si arriva ad una modalità
diversa di gestire i due fenomeni (orso e lupo) la selezione la farà
la comunità. Oggi qualche decisione urgente è assolutamente
doveroso prenderla, ha concluso.
Dallapiccola
è
intervenuto nuovamente a conclusione, condividendo quasi tutto quello
che è stato detto, per l’interpretazione della rabbia e della
preoccupazione della gente trentina emersa dalle parole dei
consiglieri. Il progetto del ’96, avviato dall’allora Giunta
Andreotti, presenta effettivi problemi, ha ammesso. Noi, chiedendo
maggiore autonomia, chiediamo di poter agire in via ordinaria, non
solo straordinaria, ha spiegato. Quanto ai numeri, Dallapiccola ha
definito una “bestialità” il dato cui fa riferimento il
consigliere Cia e ha aggiunto che il numero degli esemplari morti e
quello dei nati si eguagliano. Infine, l’assessore ha elogiato il
personale che si occupa dell’argomento, rispettoso delle persone,
dell’animale e dell’immagine della provincia nel contesto
nazionale e internazionale.
I
lavori riprendono domani mattina alle 10.00.