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22/06/2017 - Incontri

No alla penalizzazione dei lavoratori dell’Appm, sì al riconoscimento della loro professionalità

Fenalt, Cisl e Cgil hanno incontrato i consiglieri provinciali e l’assessore Zeni

No alla penalizzazione dei lavoratori dell’Appm, sì al riconoscimento della loro professionalità

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No alla penalizzazione dei lavoratori dell’Appm, sì al riconoscimento della loro professionalità

​​​​Appena conclusi i lavori in aula, molti consiglieri con il presidente Dorigatti e l'assessore alle politiche sociali Zeni, hanno incontrato oggi una delegazione sindacale di Cisl funzione pubblica, Cgil funzione pubblica e Fenalt, rappresentati da Giuseppe Pallanch, Gianpaolo Matrogiuseppe e Maurizio Valentinelli, che hanno segnalato il problema che interessa 160 lavoratori dell'Associazione provinciale per i minori (Appm), da cui sono gestiti i servizi residenziali dedicati a bambini e ragazzi con particolari bisogni di assistenza. Alcuni dipendenti dell'Appm avevano manifestato anche in aula durante la seduta di questa mattina. Introducendo il confronto, Pallanch ha giudicato "pericolosa per il settore dei servizi alla persona" la disdetta del contratto collettivo provinciale del personale comunicata dall'associazione con una lettera dell'aprile scorso. "In nome della competitività il provvedimento comporterà un aumento delle ore di lavoro e un pesante taglio degli stipendi, destinati a mortificare la professionalità dei dipendenti e a ripercuotersi negativamente sull'utenza".

Per Valentinelli non è accettabile che le nuove regole introdotte in materia di gare e appalti pubblici comportino solo risparmi sui costi del personale in omaggio alla logica del massimo ribasso. La posizione dell'Appm – osservano i tre sindacati in una nota distribuita ai consiglieri – intenzionata ad adottare il contratto delle cooperative sociali, economicamente svantaggioso per il personale rispetto a quello attuale, ma previsto nel protocollo provinciale sugli appalti dei servizi, "è strumentale e orientata solo a fare cassa sulla pelle dei lavoratori". E questo mentre tutti esortano a restituire potere d'acquisto alle famiglie. In alternativa, ha ricordato Mastrogiuseppe, "abbiamo proposto di fare manutenzione del contratto per cercare soluzioni temporanee", utili a superare l'attuale fase, resa delicata dalla riduzione dei finanziamenti pubblici. "La risposta dell'associazione è stata però un netto rifiuto", ha lamentato. Ecco allora che, ha spiegato Matrogiuseppe, "la mobilitazione dei lavoratori di oggi segna l'avvio di un percorso finalizzato a chiedere alla Provincia di cambiare il protocollo provinciale sugli appalti dei servizi", perché il trattamento economico corrisponda a quello previsto dalle autonomie locali. "Questo settore infatti – ha concluso il sindacalista – qualifica l'autonomia del Trentino e occorre quindi scegliere di investire su di esso".

L'assessore Zeni ha distinto nel suo intervento l'aspetto politico da quello sindacale. Sul piano politico ha ricordato che "gli appalti sono affidati alle comunità di valle, alcune delle quali hanno spostato ad altri settori le risorse ricevute dalla Provincia per i servizi". "Risorse che – ha aggiunto – non sono state tagliate". Zeni ha anche ricordato la peculiarità del contratto dei lavoratori dell'Appm, che prevede stipendi più alti rispetto ad altri "Noi – ha spiegato – non possiamo intervenire sulla scelta di adottare il contratto delle cooperative sociali, perché l'associazione è un soggetto privato. Possiamo e vogliamo però cercare di facilitare il dialogo tra le parti, fornendo ad Appm dei suggerimenti utili a mantenere il trattamento economico attuale". Al momento l'assessore vede le posizioni ancora molto distanti. Zeni ha ricordato che "il Trentino ha in Italia il maggior rapporto tra posti residenziali e minori".

Rodolfo Borga di Civica Trentina ha osservato che "il problema è politico". A suo avviso sia la Giunta provinciale sia le Comunità di valle potrebbero, volendo, destinare più risorse a questo settore". Per Walter Viola di Progetto Trentino, sul versante politico ci sarebbe molto da fare e qualcosa andrebbe fatto subito, purché si scelga di puntare sulla qualità dei servizi alla persona e non si adotti la logica del massimo ribasso. A giudizio di Simoni (PT), le Comunità di valle, che per i servizi alla persona ricevono tutti i finanziamenti dalla Provincia, dovrebbero valutare la professionalità e la qualità e non lasciar prevalere i criteri tecnico-economici. "Certo la crisi attuale induce a pensare solo ai bilanci, ma penalizzando i lavoratori si generano solo malumore e disaffezione". Per sottolineare l'esigenza che si badi "all'anima" dell'Appm, Simoni ha evocato i meriti del presidente e fondatore dell'associazione Paolo Cavagnoli, da cui l'associazione era considerata "una famiglia".

Dopo l'intervento di una dipendente di Appm che ha messo in luce la dedizione con cui il personale svolge il proprio lavoro con i minori, dedizione che il taglio degli stipendi non permetterebbe di riconoscere, il presidente Dorigatti ha concluso invitando a proseguire il confronto iniziato, "che non ha portato a soluzioni ma ha permesso di sensibilizzare ancor più i consiglieri su questo problema".

Immagini
  • Mastrogiuseppe
  • Dorigatti introduce  l'incontro con le OOSS per l'Appm
  • Giuseppe Pallanch