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15/06/2017 - In aula o in commissione

No al ddl Degasperi sul registro della bigenitorialità

In Quarta commissione ascoltati anche Federazioe nuoto e Coni sulla piscina di Riva

No al ddl Degasperi sul registro della bigenitorialità

No al ddl Degasperi sul registro della bigenitorialità

In Quarta commissione, oggi pomeriggio, è stato bocciato, con 4 no e un sì (quello di Zanon di PT), il ddl di Filippo Degasperi (5 Stelle) sul registro della bigenitorialità, uno strumento, da istituire nelle anagrafi comunali, per facilitare le comunicazioni sui figli per i genitori separati. Mentre, sulla petizione che chiede l'ammodernamento della piscina di Riva, sono stati ascoltati il sindaco della città gardesana e gli esponenti della Federazione nuoto e del Coni. 

In apertura della Quarta commissione, presieduta da Giuseppe Detomas (Ual) si sono svolte, oggi pomeriggio, le audizioni sulla petizione popolare con la quale si chiede l'ampliamento, con una vasca coperta da 8 – 10 corsie, della piscina comunale coperta "Enrico Meroni" di Riva del Garda. Il sindaco Adalberto Mosaner ha affermato che si tratta di un tema antico, come la Loppio – Busa. Si parla, ha detto il primo cittadino, di una piscina costruita con i fondi del terremoto del '76 di Riva per le scuole e che ha le caratteristiche di piscina scolastica, ma che, nel tempo, è servita alle associazioni del nuoto, che sono una realtà importante per lo sport rivano. E' stato fatto più di un intervento di adeguamento, ha ricordato Mosaner, e negli ultimi 4 anni sono stati fatti corposi investimenti, ma la "scatola" rimane quella. La piscina, soprattutto, non riesce a soddisfare la domanda di nuoto libero. Anche perché, ha detto il sindaco, si tratta dell'unica piscina coperta dell'Alto Garda. Tra l'altro i costi, attorno ai 120 mila euro l'anno, sono a carico del comune di Riva, anche se solo il 30% dell'utenza è rivana. Quasi tutti gli impianti natatori, ha affermato ancora Adalberto Mosaner, sono stati finanziati dalla Pat, mentre la città gardesana non ha mai avuto finanziamenti su questo tipo di strutture, e quella gardesana è l'unica comunità che ha di fatto restituito alla Pat il 3,8 milioni del fondo strategico perché 3 milioni sono andati come contributo al progetto ciclabile del Garda e per l'acquisto di un battello antincendio indispensabile per la sicurezza della navigazione e, infine, un'altra quota è andata alla messa sicurezza della strada del Ponale. C'è la possibilità, ha aggiunto, di realizzare una piscina coperta - scoperta sovra comunale, anche per dare un servizio in più per i turisti, ma servirebbe una maggiore attenzione da parte della Giunta, magari nel prossimo fondo strategico, per realizzare un impianto non faraonico che comunque arriverebbe a un costo attorno agli 8 milioni di euro. Quindi, il sindaco di Riva è disponibile a trovare un'area idonea. Sull'area Miralago si pensa, col Coni, ad un centro federale per vela e legato alla bicicletta dove potrebbe nascere anche un punto acquatico. Arco deve dire cosa pensa di fare con l'idea di una piscina all'aperto in collaborazione con l'Arcese. Riva, ha detto in conclusione, è l'unica realtà che non ha un palazzetto dello sport e tira avanti con una piscina di tipo scolastico. Il sindaco ha detto infine che il problema centrale è decidere se si farà una piscina sovra comunale o di ampliare quella esistente. La società "Amici nuoto", che chiede un potenziamento dell'esistente, parte da un punto di vista che pone al centro l'agonismo, ma, ha sottolineato Mosaner, le esigenze riguardano, invece, anche gli utenti che chiedono spazi per il nuoto libero. Detomas ha aggiunto, infine, che i bisogni di una comunità così grande e così legata all'acqua sono evidenti.

La Fin e il Coni: una piscina rinnovata è indispensabile.

I rappresentanti della Federazione nuoto, col presidente Mario Pontalti e Cristian Sala e del Coni con Massimo Eccel, hanno espresso il loro sì convinto all'ammodernamento della piscina. Una struttura, ha detto Pontalti, ormai vecchia, ben venga quindi un nuovo impianto indispensabile per gli agonisti e il nuoto di salvamento. Il presidente Fin ha colto l'occasione per ricordare che a Trento la piscina Fogazzaro non ha ottenuto, per motivi legati alle dimensioni, l'omologazione da parte della Fin per i tuffi e quindi non è più utilizzabile il trampolino da tre metri fondamentale per continuare l'attività. Un'emergenza, ha aggiunto Pontalti, una brutta sorpresa, per la quale non ci sono possibilità di deroghe, che tocca un gruppo di ragazzi che si sono avvicinati alla disciplina dei tuffi sull'esempio di Francesca Dallapè e che ora rischiano di trovare un ostacolo insormontabile per il loro futuro sportivo.

Sala, tornando all'argomento della petizione, ha affermato che la piscina copre il bacino dell'Alto Garda ed è fondamentale per il settore agonistico. La "Amici nuoto Riva", ha detto ancora, ha un'attività che va dall'avviamento al nuoto dei bambini, all'organizzazione di trofei internazionali, come il Meroni che è il meeting più importante del Trentino. Un impianto, ha aggiunto, da 60 mila presenze annue che però non possono essere ampliate per i limiti evidenti della piscina. Quindi, ha evidenziato Sala, l'ammodernamento della struttura è indispensabile. Anche Massimo Eccel del Coni ha sposato appieno la necessità di ristrutturare la piscina di Riva. Anche perché il Coni, più che puntare su grandi impianti difficilmente gestibili, invita a recuperare, nel rispetto delle norme, l'esistente. Sulla pallanuoto, Pontalti, ha ricordato che in Trentino non c'è una piscina indoor regolamentare, in termini di profondità, per le categorie maggiori. De Godenz (UpT) ha chiesto se la posizione della Fin e del Coni per Riva è quella di intervenire sulla piscina esistente realizzando, come previsto da una delle ipotesi progettuali, una vasca da 34 metri per 21. Questa, hanno ribadito i dirigenti, sportivi sarebbe la strada, tenendo conto che basterebbe una vasca da 25 metri e che andrebbe anche recuperata la 50 metri all'all'aperto di Arco.

Registro della bigenitorialità, per la maggioranza fini condivi bili ma non è utile.

Si è passati poi al ddl di Filippo Degasperi (5 Stelle) sul registro della bi genitorialità che, come detto è stato bocciato con 4 no e il voto favorevole di Zanon (PT). Il consigliere di 5 Stelle ha accolto anche due emendamenti presentati da Gianfranco Zanon e s'è detto soddisfatto dell'esito delle audizioni, soprattutto del parere nella sostanza positivo dell'Azienda sanitaria e di quello nettamente favorevole dell'Ordine degli avvocati. La stessa Alfid, seppur critica, ha ricordato, non ha bocciato la proposta. Le difficoltà derivano soprattutto dalle forme che questo strumento ha preso nelle varie realtà comunali. Infatti, nel ddl si mette al centro il ruolo di coordinamento e promozione dell'albo da parte della Pat rispetto ai comuni. L'obiettivo generale del ddl è la tutela dei minori e nel resto d'Italia la proposta è venuta dalle parti politiche più svariate e 5 Stelle, ha aggiunto Degasperi, non vuol mettere il cappello su argomenti come questo. Violetta Plotegher (Pd) ha detto che per il minore è fondamentale tenere una continuità di relazione con i genitori, ma, ha detto, da parte dell'Azienda sanitaria e di altri sono venute valutazioni diverse e c'è il rischio che il registro diventi un elemento di confusione, mentre una soluzione sarebbe quella del doppio domicilio del minore. Quindi, secondo la consigliera Pd, lo strumento non è efficace, non è utile anche perché le norme attuali permettono già la comunicazione tra figli e genitori separati. Lo stesso termine, bigenitorialità, ha detto, sottrae la responsabilità ai coniugi che dovrebbero invece lavorare sulla base di una cogenitorialità. Quindi, pur condividendone le finalità, parere negativo, da parte di Violetta Plotegher, al ddl Degasperi.

Gianfranco Zanon (PT) ha detto che ci sono molte esperienze avviate anche in Trentino e dare l'opportunità da parte dei genitori di essere a conoscenza del percorso di crescita dei figli non è certo banale. Uniformare le scelte dei comuni è un fatto positivo perché lasciare questo delicato argomento completamente nelle loro mani, secondo Zanon non ha senso.

L'assessore Zeni ha detto che ogni iniziativa a favole dei minori è lodevole, ma ha ricordato che le scelte spettano ai giudici dei minori e si rischia di sovrapporre gli strumenti di regolazione dei rapporti tra ex coniugi favorendo, involontariamente, le tensioni e i conflitti. Il ddl Degasperi, secondo Zeni, non farebbe danni ma, al tempo stesso, non se ne vede l'utilità.

Degasperi ha replicato affermando che i comuni hanno istituito registri diversi, a Verona e a Parma. dove le istituzioni mettono a disposizione dei cittadini la possibilità di comunicare tra genitori e figli. Inoltre, ha aggiunto che se c'è un scontro duro, il registro servirebbe proprio a diminuire le tensioni. Giuseppe Detomas, infine, ha detto che tutti hanno riconosciuto a questo ddl di porre il tema della conflittualità tra i genitori ma anche lui ha detto di avere perplessità sull'utilità di un registro che diverrebbe inevitabilmente un secondo registro dell'anagrafe. Per questo, ha aggiunto, ben difficilmente reggerebbe il giudizio della Consulta. Quindi, per il consigliere ladino, la proposta non ha utilità e andrebbe incontro a un giudizio negativo da parte della Corte costituzionale perché la Pat non ha competenze su questa materia.