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25/05/2017 - In aula o in commissione

Audizioni sui ddl per il recupero delle eccedenze alimentari e sulla petizione per la piscina di Riva

Stamane in Quarta Commissione

Audizioni sui ddl per il recupero delle eccedenze alimentari e sulla petizione per la piscina di Riva

In allegato, i documenti distribuiti dai soggetti consultati e la foto dei presentatori della petizione

Audizioni sui ddl per il recupero delle eccedenze alimentari e sulla petizione per la piscina di Riva
​​​​​​​Audizioni oggi in Consiglio provinciale presso la quarta Commissione permanente presieduta da Giuseppe Detomas (Ual). Sono stati ospitati numerosi soggetti in merito al testo unificato dei disegni legge 133 della consigliera Chiara Avanzo (Patt), 149 del consigliere Walter Viola (Progetto Trentino) e 166 del consigliere Mattia Civico (PD) in materia di riduzione degli sprechi e recupero delle eccedenze alimentari. A seguire la Commissione ha ascoltato i referenti della petizione popolare 20 riguardante l'ampliamento della piscina comunale coperta "Enrico Meroni" di Riva del Garda.

Confesercenti e Confcommercio: ottime finalità, con la raccomandazione di sgravare le imprese

Mila Bertoldi, responsabile dell'Ufficio legislativo di Confcommercio ha espresso apprezzamento per l'iniziativa legislativa che può contribuire al miglioramento dell'intera filiera, dalla produzione alla distribuzione, con riduzione dei costi economici ed ambientali e miglioramento delle condizioni sociali della popolazione e dell'intero tessuto economico. Condivise le finalità soprattutto dove è previsto un sistema premiale a favore delle imprese che si impegneranno alla riduzione degli sprechi donando al volontariato. Tuttavia Bertoldi ha precisato che l'iniziativa si innesta in un più ampio intervento legislativo a livello nazionale che già disciplina la materia: in questo senso si ritiene fondamentale che a livello provinciale non si prevedano ulteriori adempimenti burocratici che appesantirebbero la procedura rispetto alle norme esistenti. Chiediamo uno sforzo in più, ovvero la riduzione dell'aliquota Irpef e Irap e agevolazioni sulla tassa dei rifiuti per le imprese che sottoscriveranno i protocolli di collaborazione previsti dalla norma.

Aldi Cekrezi, responsabile dei Commercianti ha espresso plauso per i disegni di legge oggetto della consultazione che concludono, ha detto, un percorso avviato in diversi progetti (come per esempio l'eco ristorazione). Alcune perplessità, non chiarite nelle norme, tuttavia permangono come le modalità di comportamento dei ristoratori dal punto di vista fiscale, oppure dal punto di vista della normativa HCCP. Nella sostanza, questa previsione non deve diventare un adempimento in più per l'impresa e complicare la burocrazia già esistente, altrimenti è una bellissima idea non sostenibile. Occorre incentivare gli imprenditori che condivideranno questo progetto, altrimenti il cerchio non si chiuderà, ma resterà sempre aperto.

"Ci vuole certamente un quadro di facilitazione, una normativa chiara, snella e utile per tutti", ha osservato Walter Viola, "ma occorre anche dire che il primo incentivo per le imprese è l'eliminazione dei costi dello smaltimento".

Azienda sanitaria: norme che istituzionalizzano una prassi virtuosa già in atto

Rosa Lia Magalò, responsabile del servizio amministrazione ospedaliero, ha illustrato una serie di esperienze che l'Azienda ha già in essere per il recupero delle eccedenze alimentari, attraverso la collaborazione con realtà di solidarietà per le mense e la gestione del catering. In tutti i capitolati della ristorazione viene inserita la clausola del riutilizzo degli avanzi. A livello di ristorazione, va detto, con la diffusione delle celle di refrigerazione le eccedenze spesso vengono recuperate e trasformate. Queste norme però istituzionalizzerebbero e rafforzerebbero l prassi positiva e virtuosa in essere.

Tavolo per l'economia solidale: finalità condivise, occorre estendere gli incentivi anche agli attori dell'economia solidale

Silvia Floriani e Luciano Galem hanno riportato quanto emerso alla riunione del Tavolo in cui è stato esaminato il testo in oggetto. Finalità assolutamente condivise che mettono un'attenzione specifica su questi temi. Positivo che tra i soggetti interessati non ci sia solo il volontariato e che si parti di eccedenze anche non alimentari. D'accordo per la stipula di protocolli, manca però una forma di sostegno per gli attori aderenti all'economia solidale, prevista invece per i volontari. All'articolo 5 si vorrebbe fossero estesi i contributi previsti per le associazioni di volontariato anche a soggetti come le cooperative sociali, gli imprenditori e tutti gli attori dell'economia solidale.

Centro Servizi Volontariato, Caritas diocesana, Banco alimentare: norme apprezzate, con numerosi suggerimenti migliorativi

Un disegno di legge "opportuno" lo ha definito Giorgio Casagranda (presidente del Centro servizi volontariato) che ha avuto delle accelerazioni in tempi non sospetti, "tant'è che ce ne occupiamo da diversi anni e i numeri sono andati considerevolmente in crescendo" ha osservato. La nostra associazione, ha precisato, opera esclusivamente su base volontaria e raccoglie in ben 333 punti di distribuzione in Trentino Alto Adige e in piccola parte Veneto, 6 giorni alla settimana. Con questa legge i numeri, già importanti, potrebbero ulteriormente aumentare. Già adesso, un aspetto importante è che molti utenti sono diventati a loro volta volontari, con una ricaduta sociale molto positiva. Pur con spese del personale pari a zero, dobbiamo far tornare i conti, ha aggiunto: questa legge ci aiuterebbe a superare le difficoltà. L'impianto è del tutto condivisibile, pur con diverse osservazioni puntuali che Casagranda ha elencate in un documento consegnato alla Commissione (allegato nella versione online).

Roberto Calzà direttore della Caritas diocesana ha svolto un ragionamento generale ponendo alcune riflessioni. La prima sulla necessità di ridurre gli sprechi a monte, che andrebbe sottolineata anche nel disegno di legge. Quindi il discorso sul recupero delle eccedenze che non si trasforma come equazione in lotta alla povertà: chi sono, infatti, gli indigenti che si vuole aiutare con questo servizio e in che modo li si vuole aiutare? Il suggerimento è quello di capire se si possono introdurre dei riferimenti per identificarli e in che forma, tenendo anche conto di un aspetto fondamentale, quello educativo: la distribuzione degli alimenti dovrebbe nel contempo promuovere e rispettare insegnamenti sull'educazione alimentare, per evitare che ci siano soggetti che "vanno a fare la spesa gratis" tre volte in settimana, sviluppando una mentalità diseducativa. Infine si dovrebbe capire se sia possibile identificare i soggetti distributori, come coordinarli e come qualificarli e individuarne le responsabilità. Bene il Tavolo di coordinamento previsto dalle norme in discussione che sarebbe utile riuscisse ad esprimere delle linee guida per i soggetti che entrano nel circuito. Potrebbe poi essere interessante, ha concluso, l'iniziativa dei Poli della solidarietà, sulla falsariga di quanto avviene in altre realtà: un'iniziativa più responsabilizzante, con un costante monitoraggio e che farebbe sintesi di tantissime realtà sul territorio.

Antonino Deola direttore del Banco alimentare ha illustrato l'attività della Onlus da lui diretta. In buona misura ha detto di condividere in buona misura quanto detto da chi lo ha preceduto, con una riflessione di fondo: quando si parla di indigenti, di persone che soffrono, occorre tenere conto della persona, accompagnarla e riconoscere le sue caratteristiche, instaurando rapporti oltre che distribuendo alimenti. Serve poi prestare attenzione al termine minimo di conservazione, ovvero distinguere tra prodotti "scaduti" oppure prodotti da consumare preferibilmente "entro il". E' evidente che chi riceve ha la necessità di capire se il prodotto è ancora valido o meno e ai distributori occorre spiegare che non si possono assolutamente accettare prodotti scaduti. In ultima analisi la normativa è accettabile, ma servirebbe poi un regolamento con indicazioni puntuali su alcuni aspetti concreti.

Piscina di Riva del Garda: la petizione per ampliarla

La Commissione ha infine ascoltato i firmatari della petizione popolare 20, sottoscritta da 1061 cittadini, riguardante l'ampliamento della piscina comunale coperta "Enrico Meroni" di Riva del Garda. Per illustrarla, sono intervenuti Enzo Feltrinelli, primo firmatario, affiancato da Luciano Rigatti (Amici Nuoto Riva) e Nicolò Rigatti (coordinatore Scuola Nuoto). L'attuale piscina coperta di 6 corsie rende impossibile soddisfare il bacino d'utenza di 60.000 soggetti all'anno. Per questo si chiede un ampliamento. La piscina fu costruita alla fine degli anni '70 con i ribassi d'asta, completata nel '79 ma consegnata alla comunità nell'84. Da allora si sono succedute una serie di 5 gestioni, ma è a partire dalla gestione del '94 che si è iniziato ad assistere ad una progressiva saturazione dell'impianto. L'utenza libera, meno di un terzo di quella complessiva, è fortemente penalizzata dalle attività coordinate e dagli ingressi convenzionati, corsi scolastici, attività di nuoto agonistico, corsi di nuoto per disabili, corsi per assistenti bagnanti, attività subacquea ecc. ecc. Di questa questione si parla dal 2006, ma ancora non si vede soluzione, pur essendo il progetto -che proietta da 6 a 20 le corsie disponibili- inserito nel piano delle opere pubbliche di Riva del Garda e in presenza di una delibera favorevole del Comune. L'assessore Tiziano Mellarini ha precisato che l'assessorato non può farsi carico di una struttura di questo tipo, perché spetta all'amministrazione comunale fare queste scelte, ma si è comunque preso l'impegno di condividere e supportare i firmatari, cercando di farsi da tramite nel comprendere con l'amministrazione comunale quali siano i progetti futuri per la struttura. "Credo che l'Alto Garda e Ledro abbiano la necessità di un impianto natatorio adeguato, di dimensione sovra comunale" ha aggiunto.

L'attività della Commissione si completerà con l'ascolto di altri soggetti che saranno coinvolti per comprendere le potenzialità di una struttura di questo tipo dal punto di vista sportivo e turistico: il sindaco di Riva, il Presidente della Comunità di valle, il Presidente del Coni e il Presidente della Federazione nuoto trentina.

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Allegati
Il bilancio sociale dell'Associazione Trentino Solidale
Associazione Trentino Solidale osservazioni al ddl
Le osservazioni della Confcommercio
Le osservazioni del Consiglio delle autonomie locali
La documentazione relativa al progetto di piscina a Riva del Garda
Immagini
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