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12/05/2017 - Incontri

Dorigatti: l’Europa si salva solo se da Europa delle banche diventa l’Europa del lavoro e dei popoli

Il presidente del Consiglio provinciale ai giovani del “Giofest”

Dorigatti: l’Europa si salva solo se da Europa delle banche diventa l’Europa del lavoro e dei popoli

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Dorigatti: l’Europa si salva solo se da Europa delle banche diventa l’Europa del lavoro e dei popoli

​E' stato salutato alla festa delle scuole Pavoniane, il "Giofest", con un applauso caloroso il Presidente del Consiglio provinciale perché ha aperto il suo breve intervento ricordando ai ragazzi che anche lui è orgogliosamente un pavoniano. E' partito da qui, dal suo diploma di tipografo conquistato agli Artigianelli di Trento sulla vecchia Linotyope con cui un tempo si realizzavano i giornali, per parlare, ai ragazzi venuti a Trento per il "Giofest", del lavoro che cambia e di un'Europa che se vuole superare la crisi profonda che sta attraversando deve ritornare ad essere l'Europa non più delle banche, ma dei popoli e del lavoro. Dorigatti ha parlato di Europa perché il "Giofest" si è tenuto in piazza Fiera nell'ambito di "Siamo Europa", l'iniziativa promossa dalla Provincia in collaborazione con gli Artigianelli. Tantissimi i ragazzi presenti ai quali il Presidente si è rivolto ricordando gli enormi cambiamenti avvenuti nel mondo del lavoro in questi decenni. "Pensate – ha detto – che ai miei tempi i giornali si facevano con la Linotype, una macchina della quale voi, probabilmente, non conoscete neppure l'esistenza, mentre oggi tutto passa per l'informatica. Il lavoro cambia, ma – ha ricordato – questo cambiamento deve avvenire attraverso la partecipazione. Non può avvenire contro di voi!". Sull'Europa Dorigatti ha ricordato che si deve guardare al bicchiere mezzo pieno rappresentato da 60 anni di sviluppo dei paesi che hanno contribuito a formare e aderito alle istituzioni europee. "Ma – ha sottolineato – la conquista più importante dell'Europa è la pace. Una pace non scontata, contro la quale si sono alzati venti contrari. Anni di pace – ha ricordato ancora – che hanno permesso la crescita economica e ci hanno portato a Schengen, cioè all'abolizione dei confini. Una conquista - ha aggiunto Bruno Dorigatti - che può essere capita a fondo solo da chi, come me, i confini li ha vissuti". "Però – ha affermato tra gli applausi – ciò non significa negare i problemi di un'Europa più attenta ai mercati che alla dignità umana. L'Europa, invece, si salva se diventa l'Europa dei popoli, della gente e del lavoro". Inoltre, ha detto ancora, serve un salto culturale perché l'Europa non può essere un bancomat anche per gli stati che poi tradiscono gli impegni europei e pensano di erigere muri, come quello che l'Austria voleva costruire al Brennero, o tracciano i confini col filo spinato. "Anche perché – ha concluso – il problema dei migranti non si può risolvere con muri e filo spinato". ​