Terza Commissione: via alla discussione del ddl sulla legge urbanistica dell'assessore Daldoss
Sì al regolamento urbanistico–edilizio provinciale
A tema anche il ddl Giovanazzi, Fasanelli e Tonina per il contenimento dei cinghiali
Oggi
pomeriggio la Terza commissione, presieduta da Mario Tonina (UpT) ha
dato parere positivo al regolamento urbanistico – edilizio
provinciale. Aperti, inoltre, il ddl dell’assessore Daldoss sulle
modificazione della legge urbanistica in materia di energia, ambiente
e turismo ed è stata avviata la discussione, fissando le audizioni,
per quello di Giovanazzi (AT) sul contenimento dei cinghiali.
La
seduta della Terza commissione di oggi pomeriggio si è aperta con la
discussione sul ddl di Nerio Giovanazzi, sottoscritto anche da
Massimo Fasanelli (Misto) e Mario Tonina (UpT), per il contenimento
dell’espansione dei cinghiali. Il consigliere di Amministrare il
Trentino ha affermato che la sua legge, che modificherebbe la legge
sulla caccia del’91, non ha, nel modo più assoluto, lo scopo di
permettere ai cacciatori di sparare, ma di dare una risposta alle
continue lamentele per i danni causati da questa specie
all’agricoltura. Anche Tonina ha aggiunto che lo spirito non è
quello di allargare le possibilità di caccia, ma di provare a
risolvere un problema che è stato ripetutamente segnalato in
territori come la val di Ledro, Nago - Torbole, Chiese e Vallagarina.
Il fatto che il ddl sia stato condiviso anche da Tonina, ha detto
Giovanazzi, testimonia il fatto che si tratta di affrontare un tema
reale. Fasanelli ha aggiunto che i cinghiali vanno contenuti anche
per evitare problemi più gravi in futuro, per questo la commissione
deve sentire i contadini e gli amministratori per avere il polso
della situazione. Claudio Civettini (Civica Trentina) ha detto che ci
si dovrà occupare anche dei problemi della fauna ittica insidiata,
ad esempio, dalle tartarughe buttate illegalmente nei laghi e nei
fiumi. Alessio Manica (PD), contrario all’allargamento delle specie
cacciabili, si è chiesto se non sia più logico e semplice che il
comitato faunistico alzi il numero dei prelievi solo nelle zone dove
c’è la presenza del cinghiale.
L’assessore
Dallapiccola, contrario al ddl, ha detto che questo annoso problema è
stato più volte affrontato dagli uffici della Pat ed ha riconosciuto
a Manica di aver centrato il problema perché appare singolare che
attraverso una legge si voglia “dribblare” il comitato
faunistico. In questi anni, ha ricordato, con i cacciatori è stato
fatto un buon lavoro, quindi, secondo l’assessore, appare
inopportuno dare via libera al disegno di legge. Il dottor Maurizio
Zanin, dirigente del servizio foreste e fauna, ha fatto il quadro
della situazione, premettendo che gestire una specie attraverso la
sua cacci abilità significa consolidarne la presenza. Nello
specifico la presenza in provincia della Verona dell’area protetta
dei Lessini ha portato all’aumento di cinghiali in Vallagarina,
così come in Val di Ledro per la presenza di un’area protetta ai
confini con la provincia di Brescia. In Trentino si è introdotto il
principio del controllo del numero dei cinghiali nelle aree di
confine a sud - est e sud - ovest, con l’aiuto di 1250 cacciatori
autorizzati e formati. Aree dove, dato il numero, non è possibile la
eradicazione di questo animale come viene invece fatto nelle altre
zone dove è presente in pochissimi esemplari. Ci sono poi modalità
straordinarie per contenere il cinghiale (ha un fattore di
riproduzione del 100 – 150%, contro un 15% dei camosci, ad esempio)
anche fuori dai periodi di caccia. Lorenzo Ossanna (Patt) ha chiesto
se ci sia la tendenza ad un espansione del cinghiale in altri
territori. La tendenza c’è, è stata la risposta di Zanin, in
destra Valsugana e Nago, perché ci sono i “serbatoi” veneti. Ma
in queste aree centrali della provincia possono intervenire, in
qualsiasi periodo, per i prelievi i cacciatori e il personale di
vigilanza. Civettini ha affermato che dev’esserci qualcosa che non
funziona nella strategia dell’assessorato, altrimenti non
emergerebbe il problema e le audizioni, ha condiviso la consigliera
Donata Borgonovo Re (Pd), potrebbero essere interessanti per valutare
la reale situazione. Anche Tonina ha ribadito che ascoltare gli
interessati potrebbe servire a calibrare le iniziative di
contenimento dei cinghiali. Alla fine è stato deciso di invitare le
associazioni di categoria dei contadini e i rappresentanti dei comuni
delle aree interessate alla presenza di questo animale.
Parte
la discussione sul ddl Daldoss di modifica della legge urbanistica.
L’assessore
Daldoss ha presentato il suo ddl che riguarda, in sintesi,
l’adeguamento della legge urbanistica e una riformulazione del
concetto di ristrutturazione per adeguarlo al regolamento e incide
sugli interventi liberi, soprattutto in relazione alla superficie
utile netta. C’è poi l’introduzione la certificazione inizio
lavori asseverata, la Cila, figlia di una norma nazionale, che
riassume tutti i soggetti liberi o non soggetti a comunicazione. Ci
sono poi altre semplificazioni, di adeguamento alle norme nazionali e
una norma di principio sul decoro architettonico e urbano. In
particolare per ciò che riguarda i centri storici. L’idea, ha
detto l’assessore, è di dare forza ai Prg comunali perché
individuino aree dove può scattare questo principio di decoro,
almeno per quanto riguarda le facciate. In Europa, ha continuato, ci
sono molti esempi di questo tipo anche se non ci si aspettano
miracoli, questo provvedimento serve a sviluppare una maggiore
sensibilità paesaggistica. Nel ddl sono state inserite poi due norme
su ambiente e energia e una per la valorizzazione turistica: la
semplificare le procedure sui campi elettromagnetici e un nuovo
sistema di classificazione dei campeggi. Quindi, ha detto Daldoss, un
ddl che non contiene elementi straordinari, ma ha l’obiettivo di
mettere in linea legge e regolamento e mettere pienamente a regime la
norma urbanistica del 2015.
Donata
Borgonovo Re ha ricordato che, almeno stando a quanto dicono molti
cittadini, pare non ci sia più spazio per fare lavori in casa in
autonomia, perché tutto deve entrare nella Cila che richiede
comunque l’intervento di un professionista. Daldoss ha detto di
capire che aggiungere a tutte le autorizzazioni la Cila può essere
“inquietante”, ma è un principio introdotto dalla norma
nazionale, anche se non interviene sui lavori minuti, ma solo su
quelli strutturali. La Cila, inoltre, è una semplice comunicazione e
prevede un controllo a campione e non su tutte le attività edilizie.
Ossanna ha ricordato che la Scia rimane, c’è la Cila e poi c’è
la manutenzione straordinaria con obbligo di comunicazione, quindi è
stato aggiunto un elemento in più. L’assessore ha ribadito che la
Cila non si poteva evitare perché c’è l’obbligo di recepirla.
Filippo
Degasperi di 5 Stelle ha presentato il suo ddl affermando che la sua
proposta riprende le sue proposte fatte nella discussione della legge
urbanistica: la questione delle incompatibilità; la composizione
delle commissioni edilizie in particolarmente la presenza della
politica; le limitazioni al consumo del suolo i percorsi
partecipativi per l’allargamenti delle aree urbane; l’introduzione
del censimento del già costruito prima di sacrificare altro suolo e,
in relazione alla banca della terra, un censimento delle proprietà
fondiarie in stato di abbandono. Carlo Daldoss ha fatto un’apertura
ai contenuti del ddl chiedendo però un approfondimento tecnico.
Donata Borgonovo Re, in merito alla banca della terra, ha chiesto,
per dare una risposta ai problemi emersi, se non sia il caso di
prevedere una norma nel ddl che interviene sulla legge urbanistica.
Civettini ha aggiunto che il problema centrale è quello di informare
correttamente i proprietari di terreni incolti, come si fa in Toscana
dove la legge funziona bene.
Il
regolamento passa con 4 sì e 3 astenuti.
Ultimo
punto il parere positivo, con 4 sì e tre astenuti, sul regolamento
urbanistico provinciale, sul quale, nei giorni scorsi, sono state
ascoltate in commissione le categorie interessate che hanno fatto
presente alcune difficoltà, soprattutto sulla semplificazione delle
autorizzazioni. Ossanna ha presentato alcune osservazioni, tra queste
la necessità di rendere più chiare, per chi ha edifici vincolati da
piani attuativi, le possibilità di fare interventi di modifica
architettonica e di risanamento e sulle opere di bonifica sui terreni
agricoli. Donata Borgonovo Re ha detto però che la logica del piano
attuativo non può essere stravolta.
Altro
punto che ha richiesto una discussione piuttosto lunga, la richiesta
di poter realizzare ricoveri di cavalli di affezione, al di là dei
criteri restrittivi previsti dalle norme urbanistiche, presentata in
commissione da un professionista. Daldoss ha detto che su questo
terreno si deve andare cauti perché c’è in rischio che il
territorio si riempia di piccole strutture seppur provvisorie, che
oggi sono consentite solo se si ha un appezzamento di almeno 5 mila
metri o una casa adiacente. Il problema c’è comunque, hanno
aggiunto Donata Borgonovo Re e Mario Tonina, e quindi andrebbe
trovata una soluzione. Manica ha detto, invece, che il problema della
proliferazione di ricoveri per animali o di piccole strutture
agricole c’è e va trovata una soluzione razionale. Questo tema dei
ricoveri per animali d’affezione e piccole strutture agricole, ha
concluso l’assessore, si potrà affrontare con cautela, magari
agendo sulle superfici necessarie, nel ddl sull’urbanistica.
Infine, la consigliera Borgonovo Re ha detto di essere preoccupata
perché il regolamento urbanistico – edilizio sembra andare contro
il piccolo, come chi vuol tenere il cavallo del prato o 40 arnie di
api. Anche per Civettini serve attenzione alla ruralità che non può
essere soffocata da piccole regole. Giovanazzi, che ha annunciato il
suo voto di astensione, ha concluso ricordando che si deve stare
attenti a non penalizzare i piccoli coltivatori.