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05/04/2017 - In aula o in commissione

Quote rosa nella legge elettorale, niente maxiemendamento per dribblare l’ostruzionismo

Prosegue in Consigliio la discussione del testo Maestri-Bezzi sulla doppia preferenza di genere

Quote rosa nella legge elettorale, niente maxiemendamento per dribblare l’ostruzionismo

In allegato, il programma dei lavori con all'ultimio punto il provvedimento esaminato

Quote rosa nella legge elettorale, niente maxiemendamento per dribblare l’ostruzionismo
Il dibattito pomeridiano sul ddl Maestri – Bezzi sulla parità di genere in materia elettorale è stato caratterizzato da una serie di tentativi, da parte soprattutto di Manuela Bottamedi (Misto) e Giacomo Bezzi (FI), di chiedere una sospensione dei lavori per stendere un maxiemendamento sostitutivo per cancellare gli emendamenti ostruzionistici di una parte dell’opposizione (Civica Trentina, Lega, PT, AT, mentre Cia ha ritirato i suoi. Il Presidente Rossi, intervenendo a metà pomeriggio, ha detto che la maggioranza non intende retrocedere da una posizione chiara da tempo, ma ha aggiunto che, comunque, rimane la disponibilità a giungere a una conclusione a patto che, alla fine, tutta la minoranza, quindi anche quella che si oppone al ddl, garantisca la possibilità di arrivare al voto. Critiche, da parte di Borga,Civettini (Civica Trentina); Fasanelli (Misto); Fugatti (Lega), sono state rivolte alla maggioranza che non si mostrerebbe compatta su questa proposta di legge e per il fatto che nelle amministrazioni di centro sinistra, a partire dal comune di Trento, le donne sono in netta minoranza. La discussione sugli ordini del giorno (ne mancano ancora 5) riprende domani alle 10.


La seduta sul ddl unificato Maestri – Bezzi, sulla parità di genere in materia elettorale, è ripresa nel pomeriggio con l’intervento, sull’ordine dei lavori, di Manuela Bottamedi (Misto). La consigliera ha affermato che, a questo punto, si doveva trovare una mediazione: mettere in campo un maxiemendamento per tagliare la testa agli emendamenti ostruzionistici. I numeri ci sarebbero stati, secondo la consigliera, con le firme di consiglieri della minoranza, Bezzi, Degasperi, Fasanelli e Degasperi, se si accettasse l’ idea di un referendum confermativo. Bezzi, rivolgendosi Dorigatti, ha ricordato che su questo ddl si doveva andare ad oltranza e il Presidente del Consiglio, avrebbe dovuto assumersi la responsabilità di promuovere, un maxiemendamento per togliere di mezzo l’ostruzionismo. Borga, ha ribattuto dicendo che è proprio la circolare del Presidente Kessler a rendere possibile la presentazione di un emendamento fuori termine. Emendamento, però, che deve essere interamente sostitutivo, a partire dal numero delle preferenze. Fasanelli è intervenuto dicendo di non essere d’accordo col 60 – 40 nelle liste elettorale e di condividere, invece, l’idea del 50 – 50. Degasperi, ribadendo di non voler ritirare gli emendamenti, ha ricordato che la proposta del referendum è del settembre 2016 e il movimento 5 Stelle rimane contrario a questo ddl e, infine, che il cosiddetto maxiemendamento proposto da parte dell’opposizione è un bluff per tentare di eliminare gli emendamenti dei colleghi.

L’odg numero13 di Borga, di cui si è discusso in mattinata, è stato respinto con 21 no e 9 sì e due astenuti.

In discussione poi l’odg numero 14, sempre di Borga, bocciato con 21 no, 8 sì, 2 astenuti, per l’istituzione di un comitato di saggi del Consiglio regionale per estendere la preferenza di genere nei consigli comunali. Il consigliere della Civica Trentina ha ribadito che il Consiglio provinciale di Trento non è maglia nera per quanto riguarda la rappresentanza femminile, ma lo sono i comuni, primo quello di Trento, e la Giunta provinciale. Così come, al di là delle istituzioni, la cooperazione, il sindacato, le Acli e la stessa stampa che non vede, sia a livello locale che nazionale, una solo donna direttore. Claudio Civettini, sempre della Civica, ha detto che si dovrebbe pensare a orari diversi dei consigli comunali per favorire la partecipazione delle mamme. Mentre sull’ipotesi del maxiemendamento ha detto che questo rappresenterebbe un pericoloso precedente per l’opposizione. L’assessora Ferrari ha espresso il parere negativo della Giunta anche perché riguarda la Regione e ha ricordato che nel resto del Paese nei comuni sopra i 5 mila abitanti si vota già con la doppia preferenza di genere e che in Consiglio regionale c’è una proposta, firmata dalla stessa Ferrari, bloccata dagli emendamenti di Borga. Claudio Cia, dichiarando il ritiro dei suoi 366 emendamenti, ha detto che due firme per l’emendamento sostitutivo ci sono. Bottamedi, apprezzando la scelta di Cia, ha ricordato la possibilità di aderire all’idea del referendum chiesta da Degasperi, ma rimane l’ostacolo della prassi consolidata delle tre firme per far passare la proposta del maxemendamento. Fugatti, invece, ha ringraziato il Presidente perché ha saputo resistere alle proposte di emendamento sostitutivo per aggirare, ma ha condannato l’atteggiamento della maggioranza che rimane silenziosa.


Rossi: la maggioranza non ha intenzione di retrocedere.


Il Presidente Rossi ha preso la parola per dire che da diverse sedute si discute di un ddl firmato da un componente di maggioranza e di uno di minoranza e frutto di un’esigenza più volte manifestata anche nella scorsa legislatura. Esigenza che, con tutta la maggioranza, è stata inserito con convinzione nel programma elettorale. Pur con tutte le mediazioni, ha aggiunto, ci dovrebbero essere condizioni di esercizio della democrazia in modo che i programmi si possano realizzare. Purtroppo, ha detto ancora, il regolamento del Consiglio consente di bloccare legittimamente le proposte della maggioranza. In questo caso la situazione è ancora più paradossale perché il ddl è sottoscritto anche da membri della minoranza. Rivolgendosi ai comitati che sostengono il ddl, Rossi ha detto che la maggioranza non ha alcuna intenzione di retrocedere, semplicemente si chiede alla minoranza di dare una riposta univoca, non sul merito del ddl, ma sulla praticabilità d’Aula per discuterlo in tempi di ragionevoli, senza bloccare il Consiglio. Il Presidente della Giunta ha poi precisato che di fronte a una proposta che non c’è e di fronte alla chiarezza della proposta non ci si aspetta un’unicità nel merito dell’opposizione, però visto che il ddl è firmato anche della minoranza si deve cercare di fare in modo che tutta la minoranza garantisca la praticabilità dell’Aula.

Kaswalder, ribadendo l’idea di un 50 e 50 in lista con una sola preferenza, ha chiesto a Rossi se sia convinto che la maggioranza su questo ddl è davvero unita. Fugatti, ribattendo a Rossi, ha ricordato che in Aula, su questo ddl, il numero legale è saltato più volte e quindi i problemi della maggioranza non possono ricadere sul Consiglio e il Presidente del Consiglio.


Il problema è politico, il regolamento non c’entra.


Borga, aprendo la discussione del suo odg numero 16, per promuovere una campagna d’informazione sulla parità di genere, presso le culture diverse dalle nostre, ha detto che un maxiemendamento non sarebbe la fine del mondo, ma Civica Trentina non è disposta a togliere le castagne dal fuoco alla maggioranza. Bezzi ha ribadito che la maggioranza non è determinata su questo ddl altrimenti si andrebbe a oltranza. Dorigatti, da parte sua, ha ricordato che i cambiamenti del regolamento si possono fare, ma ci deve essere una maggiore consapevolezza di maggioranza e minoranza sull’importanza istituzionale, soprattutto in un momento come questo, del Consiglio. Viola ha ricordato che, come nel caso di questo ddl, quando la politica non riesce fare sintesi si chiede di cambiare le regole. Un’abitudine ormai diffusa in Italia, basti pensare alle leggi elettorali continuamente modificate, e ha ricordato che il regolamento si rifà, sui tempi non contingentati, al vecchio regolamento che ha permesso all’Aula di funzionare dal dopoguerra al 2003. Quindi, ha concluso Viola, è la politica che deve assumersi le responsabilità senza riversare le colpe sulle regole.


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