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05/04/2017 - In aula o in commissione

Ripartito l'esame degli ordini del giorno sulla legge per la parità di genere nella normativa elettorale.

In Consiglio provinciale la discussione era stata sospesa il mese scorso

Ripartito l'esame degli ordini del giorno sulla legge per la parità di genere nella normativa elettorale.

Il testo unificato è accessibile al punto 8 dell'ordine del giorno

​Sul finire della mattinata in aula, il Consiglio provinciale ha ripreso la discussione interrotta il mese scorso degli ordini del giorno collegati al disegno di legge proposto da Maestri (Pd) e Bezzi (FI) e gravato da oltre 5.300 emendamenti presentati dalle opposizioni, per introdurre la parità di genere nella legge elettorale del Trentino attraverso la doppia preferenza, il 50% delle liste dei candidati riservate a ciascuno dei due sessi e l'equilibrio nella comunicazione elettorale. Dopo il no all'ordine del giorno numero 12 di Rodolfo Borga di Civica Trentina (4 i voti a favore, 22 i contrari e 6 gli astenuti), la cui discussione si era già conclusa in marzo, e che prevedeva l'istituzione di un comitato di esperti per approfondire la questione dell'applicazione della teoria gender alla legge elettorale, il Consiglio ha avviato l'esame dell'ordine del giorno numero 13, sempre di Borga. Il testo chiede di impegnare la Giunta a promuovere una campagna educativa e culturale rivolta ai partiti trentini, finalizzata a far comprendere l'importanza della presenza di appartenenti al sesso femminile al vertice delle istituzioni politiche. Nel suo intervento introduttivo, Borga ha ripetutamente stigmatizzato la pretesa di "prendere per mano" con una legge gli elettori per costringerli a votare in un certo modo. L'assessora Ferrari è intervenuta per evidenziare la contrarietà della Giunta all'ordine del giorno.

Anche per Nerio Giovanazzi (AT) è una forzatura sbagliata voler obbligare gli elettori a votare in modo non libero. Il consigliere si è tuttavia reso disponibile a discutere possibili proposte di modifica del disegno di legge, "ma solo – ha detto – se vi saranno le condizioni". E ha poi suggerito di puntare su strumenti per facilitare l'accesso delle donne alle istituzioni, potenziando servizi sociali come i nidi che oggi scarseggiano.

Massimo Fasanelli (Misto) ha sottolineato che per quanto riguarda la presenza delle donne in Consiglio provinciale, non è vero che siamo maglia nera in Italia, perché siamo esattamente in linea con la media nazionale (17%). "Iniziamo allora – ha aggiunto Fasanelli – a dimostrare correttezza nelle informazioni, smettendo di dire che siamo ben lontani dalla parità delle presenze femminili in Consiglio provinciale".

Per Claudio Civettini (CT) le donne devono essere poste nelle condizioni per partecipare non solo alla vita politica nelle istituzioni ma in tutti i settori della società. Inoltre in ogni campo secondo Civettini, "sia le donne che gli uomini escono alla lunga per quel che valgono". Per il consigliere è vero che le donne abbandonano il lavoro per impegni ad esempio legati alla maternità. A suo avviso "per una donna, molto più importante che candidarsi ed essere elette beneficiando delle quote rosa, sarebbe avere un lavoro e servizi capaci di darle sostegno concreto nella vita".

Walter Viola (Progetto Trentino) ha criticato alcuni passaggi della relazione annuale recentemente presentata sull'attività svolta dalla Commissione provinciale per le pari opportunità. Non è a suo avviso condivisibile spiegare, come fa la Cpo, l'ostilità delle opposizioni a questo  ddl con la volontà di impedire che si ponga rimedio al deficit di democrazia di cui il Trentino soffrirebbe. Il consigliere ha ricordato che la Danimarca, paese europeo in cui maggiore è la rappresentanza femminile nelle istituzioni, non vi è nessuna legge che imponga la doppia preferenza o quote di genere nelle liste dei candidati. Dunque anche in Danimarca vi sarebbe un deficit di democrazia? Per Viola il problema è quindi culturale, "ma la cultura è libera e non può essere coartata".

Nella sua replica Borga ha ripreso e condiviso il richiamo di Fasanelli al fatto che il Trentino non è maglia nera nei consigli regionali e provinciale. "Il popolo non vuole essere preso per mano da voi", ha ribadito. E ha segnalato il terzultimo posto occupato in Italia dal Consiglio e dalla Giunta del Comune di Trento, guidati dal Pd, rispetto alla media delle presenze femminili.

Maurizio Fugatti (Lega), nelle dichiarazioni di voto, ha evidenziato il problema delle donne nelle famiglie musulmane, ricordando di aver sollecitato invano la maggioranza a prestare attenzione alle difficoltà di queste persone, soprattutto quando si tratta di giovani e di minorenni, la cui crescita umana e culturale nella nostra società viene spesso ostacolata.

Violetta Plotegher (Pd) ha espresso un senso di "profondo straniamento" rispetto agli interventi precedenti. "Lo dico – ha spiegato – perché diversamente da quanto ho sentito in quest'aula con questa legge non pretendiamo affatto di ottenere risultati in termini di numeri e presenze, ma una garanzia di partecipazione riconosciuta ai due generi. Recentemente – ha aggiunto – gli studi medici stanno orientandosi verso  terapie vanno distinte a seconda del genere mentre la pretesa di eguagliare le cure provocano gravi danni. Vi sono quindi due modalità di stare al mondo e due diverse esperienze che vanno rispettate e riconosciute. Per comporre  queste differenze, secondo Plotegher, non si può pensare che siano gli uomini a prendere decisioni per le donne. Per questo va valorizzata maggiormente la presenza delle donne nei luoghi decisionali, "così come succede in qualunque famiglia. Ma questo, ha concluso, non è ancora garantito oggi dal punto di vista culturale, sociale e politico".

Massimo Fasanelli (Misto) ha sottolineato che una società non è formata solo da chi la dirige e dagli organi decisionali, ma da tante componenti che vanno coinvolti perché vi sia una vera democrazia. Fasanelli si è chiesto perché in certe fabbriche gli operai sono prevalentemente uomini mentre negli asili nido vi sono solo educatrici e non anche educatori. E si è chiesto se per questo dovremmo allora introdurre una legge sulla parità di genere in questi luoghi. No, perché esistono nella società attitudini diverse. Forzare le cose per stravolgere il naturale assetto della vita sociale è, per il consigliere, un errore. 

Walter Viola (Progetto Trentino) ha cercato di rispondere positivamente all'appello della collega Plotegher di introdurre una norma per garantire la presenza delle donne in Consiglio. E per questo ha ricordato che il codice delle norme della Provincia è più corposo di quello dello Stato francese. Anche la legge francese sul burka non è una norma ma una circolare. Il problema per Viola è culturale e in quanto tale presuppone la libertà. Le norme infatti già prevedono che ognuno, a prescindere dal genere, ha diritto di entrare nelle istituzioni. La garanzia esiste già. La parità, quindi, per Viola, va garantita nelle politiche e non nelle norme della Provincia. Allora, ha concluso, "o noi ci fidiamo della libertà all'interno di un quadro di regole che valorizza la libera iniziativa, o mettiamo in piedi una legge che imponga al popolo cosa deve fare. Il rischio in questo secondo caso è che si ottenga l'effetto opposto".

Filippo Degasperi (M5s) riprendendo i suoi ragionamenti di un mese fa, ha rimarcato che su questo disegno di legge c'è molta ideologia e ipocrisia perché la comunità trentina non è affatto sensibilizzata e a favore rispetto a questa proposta. Basti considerare che solo 17 Comuni su 170 e 2 comunità di valle su 15 si sono pronunciati a sostegno.

Claudio Cia (Misto) ha richiamato l'attenzione sull'emendamento proposto per prevedere il mantenimento delle tre preferenze con la previsione che una sia di genere. Cia ha precisato di non condividere questa modifica sostenendo però che solo trovando un accordo su di essa sarà possibile sbloccare l'ostruzionismo sul ddl.

La discussione dell'ordine del giorno numero 13 riprenderà nel pomeriggio. 

Approfondimenti
Il testo unificato dei due disegni di legge per la parità di genere nella normativa elettorale della Provincia
https://www.consiglio.provincia.tn.it/_layouts/15/dispatcher/doc_dispatcher.aspx?app=conv&at_id=28948