Inaugurata la struttura di Coredo per la presa in carico delle persone affette da autismo
Dorigatti a Casa Sebastiano: “Sono qui ad imparare a fare comunità”
Un'eccellenza a livello europeo. Foto allegate
“Sono
qui ad imparare a fare comunità”: con queste parole il Presidente
del Consiglio provinciale Bruno
Dorigatti
ha salutato l’avvio oggi a Coredo nella giornata mondiale
dell’autismo, dell’avventura di Casa
Sebastiano,
modello di eccellenza di livello europeo nella presa in carico della
persona affetta da autismo. “La politica deve imparare a fare un
passo indietro, essere meno referenziale e fare più comunità” ha
aggiunto, lodando la sfida di grande valore posta da questo progetto
e dal suo promotore Giovanni
Coletti
che, ha detto, “è un costruttore di sogni ed ha chiamato le
imprese ad una funzione di responsabilità sociale e questo è quello
di cui abbiamo oggi più bisogno”. Infine il Presidente ha
auspicato che questo non sia un punto di arrivo, bensì “il punto
di partenza per un viaggio in grado di affrontare la complessità e
anticiparla”.
Centro
diurno e residenziale che offrirà percorsi di crescita educativi e
riabilitativi con l’obiettivo di aumentare la qualità della vita
dei soggetti autistici e di integrarli nei percorsi di vita,
all’apertura di Casa Sebastiano, c’era tutta la valle di Non,
oltre numerosissime autorità. Per il Consiglio provinciale accanto
al Presidente, hanno preso parte al taglio del nastro i consiglieri
Gianfranco
Zanon, Rodolfo Borga, Lorenzo Ossanna
e naturalmente il Presidente della Giunta Ugo
Rossi e
l’assessore alla salute Luca
Zeni.
Sono stati in molti ad intervenire. Oltre al senatore Franco
Panizza
e alla senatrice a vita Elena
Cattaneo
(farmacologa e biologa che ha elogiato la struttura fortemente
collegata al mondo della ricerca), il vero protagonista è stato il
presidente della Fondazione trentina per l’autismo cav. Giovanni
Coletti,
anima del progetto, nato nel 2010 dalla volontà di genitori alla
ricerca di una risposta per i loro figli, che ha definito “la
realizzazione di un sogno”. Sempre affiancato dalla moglie Manuela,
Coletti ha sottolineato a più riprese che questo sogno non si
sarebbe mai realizzato senza l’aiuto dei numerosissimi che negli
anni ci hanno creduto e delle migliaia di volontari che hanno donato
il loro tempo e le loro energie per rendere possibile questa
giornata.
Modello
perfetto di connubio tra pubblico e privato a Casa Sebastiano, ha
spiegato Coletti, i ragazzi potranno partecipare alla gestione di
numerose attività finalizzate alla produzione, trasformazione e
vendita di prodotti biologici, con l’azienda agricola biologica che
sta nascendo e in partnership con cooperative agricole e sociali, con
ben 84 associazioni, con l’Università di Trento, il Dipartimento
di Scienze cognitive di Rovereto e con l’accreditamento
dell’Azienda sanitaria provinciale. “La sostenibilità dei
progetti sta nella creazione di un ritorno in termini economici e in
questo senso il futuro è la sinergia pubblico-privato” ha detto
Coletti. L’idea è di collaborare anche con il mondo della scuola e
dell’istruzione per completare il cerchio dell’integrazione con
il mondo della formazione.
Casa
Sebastiano è supportata da un Comitato scientifico e può contare su
un’equipe
altamente specializzata di operatori socio-sanitari, psichiatri,
terapisti per aiutare le persone autistiche a sviluppare, attraverso
percorsi personalizzati, abilità cognitive e sociali impensabili
seguendo i percorsi tradizionali. Fiore all’occhiello di questo
nuovo approccio la “stanza multisensoriale interattiva” prima in
Italia, per la sperimentazione di realtà virtuali in cui gli ospiti
possano sviluppare, attraverso la sollecitazione dei sensi, le
proprie capacità cognitive e interattive. Numerosi anche i volontari
che gravitano sulla Fondazione per l’autismo, il cuore del progetto
Casa Sebastiano intitolato al figlio di Guido Ghirardini, socio della
Fondazione affetto da autismo e scomparso nel 2001.