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20/02/2017 - In aula o in commissione

La riforma del welfare per gli anziani presentata dall’assessore Zeni, che "apre" a una legge

Invitato dalla Quarta Commissione

La riforma del welfare per gli anziani presentata dall’assessore Zeni, che "apre" a una legge

Primo confronto sulla proposta con i consiglieri provinciali. Documenti allegati

La riforma del welfare per gli anziani presentata dall’assessore Zeni, che 'apre' a una legge

​​​​​Numerosi consiglieri provinciali hanno partecipato oggi all'incontro promosso oggi a palazzo Trentini dalla Quarta Commissione, presieduta da Giuseppe Detomas, con l'assessore provinciale alla salute e alle politiche sociali Luca Zeni, invitato ad illustrare la bozza di riforma del welfare per gli anziani e in particolare della governance del sistema delle Apsp elaborata da un tavolo di lavoro sulla base di uno studio dell'università Bocconi. Oltre a Detomas (Ual) c'erano il vicepresidente Viola (Progetto trentino), Plotegher (Pd), Cia (gruppo misto), De Godenz (UpT), Lozzer (Patt) e Zanon di Pt (membri effettivi del'organismo), Borga (Civica trentina), Fugatti (Lega), Degasperi (5stelle) e Giovanazzi di AT (membri aggregati), ma anche Kaswalder (gruppo misto), Fasanelli (gruppo misto), Simoni (Pt) e Civettini (Ct). L'incontro ha dato attuazione ad un ordine del giorno che impegnava la Giunta a confrontarsi sul tema anche con la Quarta Commissione, oltre che con le comunità, le conferenze dei sindaci e Upipa. Le novità emerse dal dibattito riguardano il tavolo tecnico annunciato dall'assessore Zeni per l'approfondimento degli aspetti del documento ancora da chiarire, e la sua "apertura" ad un disegno di legge organico di riforma del settore, sollecitato dai consiglieri, al posto di una semplice delibera e in aggiunta alla norma finanziaria per lo spostamento del budget alle comunità.

Il percorso di progettazione della riforma.

L'assessore Zeni ha ricordato che in vista della riforma del sistema delle Apsp, nella primavera 2016 era stato istituito un tavolo tecnico-istituzionale formato da tutti i soggetti interessati e coordinato dall'università Bocconi. "Il tavolo ha permesso di modificare completamente l'impostazione di partenza, superando l'obiettivo di una riforma orientata all'efficientamento del sistema, per puntare invece al miglioramento dei servizi per gli anziani". Zeni ha segnalato anche la caduta di due preconcetti: il primo che non necessariamente la presenza di 41 cda dimostra che le Rsa siano radicate sul territorio; il secondo che non è detto che unire le strutture significhi automaticamente migliorare le cose". L'assessore ha aggiunto che il tavolo ha anche evidenziato il forte trend di invecchiamento della popolazione trentina, che impone di reimpostare le politiche per dare risposte più adeguate. Nel sistema attuale del Trentino gli anziani non autosufficienti sono 18.000, ma i servizi riescono ad intercettarne più o meno la metà. Eppure il Trentino ha più posti letto di molte altre regioni d'Italia. E dispone di 41 case di riposo e di 16 comunità di valle che erogano assistenza domiciliare, oltre che servizi sanitari forniti dall'Apsp". La proposta emersa è stata quindi di rimediare a questa elevata frammentazione creando ad un luogo nel quale mettere insieme tutte le risorse e prestare così agli anziani servizi migliori, rendendo gli interventi flessibili mediante la gestione unitaria del budget.

Il report della Bocconi cita il caso della Svezia, dove dal 2000 al 2010 sono stati ridotti i e si è puntato ai servizi di assistenza domiciliare. Intercettando il bisogno dell'anziano prima che diventi un non autosufficiente da assistere in casa di riposo. "Se abbiamo anziani che iniziano ad avere patologie – ha osservato Zeni – senza essere però ancora non autosufficienti, si può cercare di costruire per loro un'assistenza domiciliare su misura". Come? "Mettendo in rete i servizi perché possa essere seguito in modo personalizzato". E anche formando comunità di anziani autonomi che siano di tipo familiare, per prevenire e spostare il più possibile in avanti la loro non autosufficienza. Di qui, ha spiegato l'assessore, l'idea di immaginare un luogo pubblico dove poter decidere l'utilizzo delle risorse in modo flessibile offrendo servizi migliori di quelli attuali. Dal tavolo di lavoro sono emerse in sostanza tre osservazioni: si dà troppo potere ad un soggetto tecnico come l'Apsp mentre la comunità di valle dovrebbe avere più peso nella definizione delle scelte politiche; per quanto riguarda il sistema case di riposo occorre garantire il massimo radicamento possibile sul territorio, con la comunità presente "dentro" la struttura; infine bisogna garantire spazi importanti al Terzo Settore.

L'agenzia per gli anziani sarà il punto di riferimento unitario per le famiglie.

Dopo aver valutato tutte le opzioni possibili, alla fine, ha proseguito Zeni, abbiamo scelto una soluzione capace di assicurare l'equilibrio tra tutti i soggetti coinvolti, introducendo "l'agenzia per gli anziani", punto unico di riferimento per la famiglia. Giuridicamente, ha precisato l'assessore, l'agenzia per gli anziani continua ad essere una Apsp. "Ma rispetto alla nostra proposta iniziale – ha distinto – quella che presentiamo ora prevede che la comunità di valle e i Comuni diventino maggiormente protagonisti. Innanzitutto trasferendo alle comunità di valle i 132 milioni di euro che la Provincia destina ora alle Apsp. Sulla base di queste risorse e di quelle già possedute per gli altri servizi rivolti agli anziani, le comunità di valle "costruiranno" il budget per l'Apsp di valle in due modi nominando i cda dell'agenzia degli anziani i cui componenti saranno designati dai Comuni, e definendo politiche locali coerenti con quelle fornite dalla Provincia sugli standard di qualità del servizio.

Con questo sistema avremo in ciascuno dei 16 territori una agenzia per gli anziani nella quale confluiranno competenze professionali diverse perché funga da sportello di riferimento unico per le famiglie. Le agenzie potranno decidere di prestare all'anziano un intervento flessibile alle sue esigenze sia attivando servizi domiciliari sia con il ricorso alle case di riposo. Inoltre le agenzie dovranno collaborare con gli altri enti locali per delineare le politiche alle quali finalizzare il budget, decidendo ad esempio se investire di più sul domiciliare, o sul co-housing, o su strutture di sollievo o altro.

L'importante – ha sottolineato l'assessore – sarà avere un unico soggetto che governi un territorio più vasto.

I primi correttivi previsti: un organismo interno ad ogni casa di riposo.

Zeni ha evidenziato di aver già previsto, sulla base delle osservazioni raccolte negli incontri avuti finora, alcuni correttivi alla riforma: vi sarà un organismo interno alla casa di riposo per garantire il confronto con la parte tecnica della struttura e il cda; inoltre sarà garantita la permanenza del patrimonio e dei lasciti alla comunità di origine.

Infine il Terzo Settore. Secondo l'assessore con questa riforma le nuove agenzie non dovranno diventare anche i soggetti erogatori di pasti a domicilio e co-housing. Il ruolo del Terzo Settore sarà valorizzato nella gestione di un'ampia gamma di servizi e anche nel contribuire alla progettazione di interventi che rispondano alle esigenze del territorio. Per questo le Agenzie saranno affiancate da un soggetto consultivo che rappresenti anche il Terzo Settore a livello territoriale, perché indichi i bisogni a livello locale e dia indicazioni per riorientare gli interventi.

Zeni ha preannunciato la possibilità di introdurre anche altri correttivi soprattutto per favorire ancor più il collegamento tra le agenzie e le famiglie multiproblematiche. Tuttavia, ha osservato, "con questo disegno andiamo a decentrare potere sul territorio, e potremo man mano adattare il sistema per cercare di rispondere il più possibile ai bisogni delle famiglie". L'assessore ha infine invitato i consiglieri a "non concentrare l'attenzione né soprattutto sulle Rsa né sul tema risparmi, perché – ha sottolineato – il tavolo ha già superato la preoccupazione per questo obiettivo".

Ora approfondimenti con un "tavolo tecnico" e poi arriverà la proposta definitiva.

Infine per quanto riguarda l'iter della riforma, l'assessore ha ricordato che "il confronto iniziato a maggio è stato molto ampio, con centinaia di interlocutori sentiti sul territorio, le cui osservazioni sono state raccolte e in parte recepire cercando di trovare con questa proposta un equilibrio. E non ha mancato di citare i momenti di confronto con la maggioranza, da cui la proposta di riforma ha ottenuto il via libera, con l'Upipa, le comunità di valle e le organizzazioni sindacali. "Ora – ha concluso – dovremo esplicitare meglio soprattutto i rapporti tra i vari soggetti della riforma. Questo modello indica un'impostazione – ha sottolineato – per cui passare all'attuazione richiederà altri approfondimenti". Zeni ha preannunciato per questo l'immediata attivazione di un "tavolo tecnico, dove i vari interlocutori dovranno chiarire meglio chi fa cosa. E definire anche dal punto di vista concreto come dovrà funzionare il sistema. Al termine di questo approfondimento presenteremo una proposta definitiva. Su due piani: uno deliberativo per il quale servirà un percorso di alcuni mesi; l'altro legislativo con una norma finanziaria provinciale che sancisca il passaggio delle risorse alle comunità di valle.

I dubbi e le domande dei consiglieri.

Rodolfo Borga (Civica Trentina) ha osservato che la riforma "non va certo nel senso del decentramento e sembra anzi molto dirigista". E ha chiesto come la Giunta pensa di risparmiare le risorse necessarie all'attuazione di una riforma di queste dimensioni, dal momento che per il futuro i servizi agli anziani costeranno centinaia di milioni di euro. E che i bilanci della Provincia saranno sempre più risicati.

Maurizio Fugatti (Lega) ha chiesto chiarimenti sui tempi e sul percorso di attuazione del progetto di riforma, che a sentire l'assessore dovrebbe passare da una delibera della Giunta e da una norma da inserire nella finanziaria provinciale.

Walter Viola (Progetto Trentino) ha osservato che il documento presentato dall'assessore è ancora "poco dettagliato", e che per una riforma di questa importanza "servirebbero sia un disegno di legge regionale sia un disegno di legge provinciale". Quanto al merito del progetto, per Viola la suddivisione dei compiti tra agenzia per gli anziani e comunità di valle potrebbe essere foriera di conflitti a vari livelli. E a suo avviso "i sistemi come questo funzionano dove vi sono responsabilità molto chiare. Per questo ad esempio chi gestisce i punti unici di accesso dovrebbe gestisce tutto. Qui invece sembra che per dare un contentino agli uni e agli altri si preferisca spezzettare". Viola ha esemplificato immaginando una Apsp unica per Trento, le cui dimensioni eccessive potrebbero causare non vantaggi ma diseconomie di scala.

Violetta Plotegher (Pd) ha condiviso l'itinerario della riforma prospettato dall'assessore. Coordinare al meglio i servizi per gli anziani e la loro salute è a suo avviso fondamentale per la prevenzione sanitaria e a sostegno dell'invecchiamento attivo. L'agenzia per gli anziani è per Plotegher una scelta strategica. La future Apsp dovranno avere un nuovo statuto che preveda un cda formato da persone competenti dal punto di vista sociale e sanitario. Il nuovo "spazio argento" (l'agenzia per gli anziani) secondo la consigliera si potrebbe avviare subito se è vero che l'obiettivo non è la fusione dei cda ma la reimpostazione delle politiche per gli anziani. "Certo, alle comunità bisognerà affidare un budget non solo "sociale" ma anche "sanitario". Senza scaricare un domani su di esse un impegno economico troppo oneroso da sostenere per la parte sociale. Il punto unico di accesso costituito dai nuovi sportelli argento, sarà a suo avviso dirimente e strategico se si occuperà anche dell'erogazione dell'assegno di cura per gli anziani. Plotegher ha infine avuto conferma dall'assessore che i futuri piani sociali di comunità dovranno anche indirizzare le nuove agenzie per gli anziani.

Piero De Godenz (UpT) ha accolto con favore la proposta e anche il fatto che sia stata presentata dall'assessore come un primo documento ancora da implementare. "Non vorrei – ha però avvertito – che l'agenzia andasse a sostituire la comunità di valle. Dev'essere esattamente il contrario: la comunità deve avere le risorse e le direttive strategiche per governare il sistema. Questo dovrà essere garantito dal progetto finale". Bene per De Godenz che le comunità siano presenti con propri rappresentanti nel cda delle agenzie per gli anziani. A differenza di Borga, il consigliere ha detto di vedere un decentramento del sistema sui territori. Quanto alle fusioni per De Godenz "dovranno essere un percorso autonomo, partecipato e condiviso per tutti i territori".

Nerio Giovanazzi (AT), dopo aver premesso di aver apprezzato gli interventi di Viola e Plotegher, ha ricordato che l'assessore aveva preannunciato risparmi con l'eliminazione dei consigli di amministrazione. "Lei era stato evidentemente mal consigliato – ha osservato – ma ora ha fatto bene ad ammettere l'errore". Giusto anche secondo Giovanazzi prevedere tempo per passare dall'impostazione all'attuazione di una riforma come questa. Di positivo nella proposta di Zeni, c'è a suo avviso la scelta di convogliare le risorse in un unico centro che affronti globalmente i problemi degli anziani. Serve infatti un interlocutore unico per i servizi agli anziani.

Detomas: per una riforma così, sarebbe opportuno un disegno di legge provinciale.

Il presidente Detomas ha concluso osservando che "se una parte così importante della riforma del welfare deve entrare nel nostro sistema, sarebbe meglio che questo avvenga non con una legge finanziaria ma attraverso un disegno di legge ordinario". 

Le risposte: più servizi e meno case di riposo. E Zeni "apre" a un ddl provinciale.

L'assessore Zeni ha risposto ringraziando i consiglieri per gli interventi "che hanno posto tutti questioni aperte e sono entrate nel merito con uno spirito propositivo". Ecco alcuni gruppi di risposte da lui date ai dubbi e agli interrogativi emersi.

Questione risorse: l'obiettivo vero e il cuore di questa riforma, "è che dobbiamo prendere atto che per la sostenibilità economica e per migliorare la qualità dei servizi, le risorse da destinare agli anziani sicuramente aumenteranno, ma dovranno essere indirizzate molto meno di oggi ai posti letto nelle case di riposo rispetto ad altri servizi per gli anziani. Questo per aiutare gli anziani ad essere autosufficienti il più a lungo possibile. Non a caso trasformeremo gli assegni monetari in servizi.

Questione comunità. Abbiamo scelto di coinvolgere le comunità in modo forte con un sistema flessibile nella gestione delle risorse, riconoscendo in esse l'ente politico responsabile dell'utilizzo del budget. Ora si trattera per Zeni di chiarire alcuni aspetti di questo documento rivelatisi un po' lacunosi.

Il tavolo tecnico per gli approfondimenti. Il nuovo tavolo tecnico per l'assessore dovrà avere due finalità: una di impostazione, perché dovrà distinguere meglio i compiti della comunità e dell'agenzia per gli anziani; l'altro per dare garanzie ai territori, in tema di lasciti e patrimoni. Occorre garantire che il patrimonio rimanga alla comunità e i nuovi lasciti siano vincolati.

Questione risorse. Zeni ha ribadito che l'obiettivo di questa riforma non è l'efficientamento economico del sistema con il taglio dei cda, anche se è giusto spostare il più possibile le risorse sui servizi. "Con questo disegno – ha spiegato – stiamo provando a cambiare l'impostazione nell'erogazione del servizio. Se poi per questo vi sarà anche un risparmio, meglio".

Questione frammentazione: abbiamo individuato la comunità come ambito territoriale per evitare l'istituzione di 41 agenzie che renderebbero impossibile quella flessibilità flessibilità nella gestione dei budget che riteniamo invece necesssaria.

Questione tempi e norme. Per l'assessore "si può ragionare sul tema legge provinciale, mentre non vedo possibilità di intervenire con modifiche sulla legge regionale del settore". Oltre insomma ad intervenire sulla legge di bilancio per il trasferimento dei fondi alle comunità di valle, per Zeni una volta concluso il percorso di approfondimento si potrà ragionare se vi siano o meno altri elementi per una riforma della normativa. "Decideremo nelle prossime settimane", ha concluso. "L'importante è che entro la legislatura si concluda il percorso, senza spostare sine die la riforma. Arriveremo quindi al più presto con una proposta più compiuta. Poi serviranno 6-8 mesi per il rinnovo dei cda delle Apsp e quindi vi saranno anche margini di miglioramento".

Infine l'assessore ha precisato che i Pua (punti unici di accesso) evocati da Plotegher, in questa riforma scompaiono perché assorbiti dallo sportello dell'agenzia per gli anziani, nel quale confluiscono le risorse professionali delle case di riposo e dei servizi. "Non si tratterà infatti più solo di un semplice di un punto di riferimento e di smistamento degli interventi, ma di un luogo in cui si potranno anche fornire già delle risposte".

Zeni ha assicurato di aver preso nota di tutte le osservazioni emerse dai consiglieri, delle quali terrà conto nella definizione del documento finale. "Avvieremo ora questo tavolo tecnico per approfondire alcuni punti. "Non vogliamo comunque fare una riforma per sventolare bandiere nè solo per dire che è stata fatta".

Allegati
La sintesi della proposta di riforma
Il report della Bocconi
L'ordine del giorno