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05/11/2015 - In aula o in commissione

Gender e relazioni di genere nelle scuole, respinta la mozione Fugatti, passa quella di Bezzi

Consiglio provinciale, il presidente Rossi dice no al ritiro della delibera della Giunta sui percorsi

Gender e relazioni di genere nelle scuole, respinta la mozione Fugatti, passa quella di Bezzi

Gender e relazioni di genere nelle scuole, respinta la mozione Fugatti, passa quella di Bezzi
​​​Questa mattina in aula dopo un lungo dibattito il Consiglio provinciale ha respinto con un voto per parti separate la mozione 307, formata da una premessa e da cinque punti di dispositivo, proposta da Maurizio Fugatti (Lega Nord Trentino) che mirava ad impegnare il presidente della Giunta Rossi a ritirare “libri e materiale gender dalle scuole trentine”. A differenziare il voto è stata la scelta di Kaswalder (Patt) di astenersi sulla premessa e sul punto 2 del dispositivo (“ritirare dalle scuole trentine libri di testo e altro materiale che abbiano come oggetto la teoria gender sull'esempio di quanto accaduto a Venezia”) e di esprimersi invece a favore dei punti 1 (vigilanza sull'adozione nelle scuole dei libri di testo che abbiano come oggetto la teoria gender) e 4 (sollecitare dirigenti e insegnanti delle scuole a coinvolgere i genitori nella scelta dei percorsi e di rispettare la volontà di questi ultimi di accettare o meno lezioni gender o libri gender per i propri figli). 

La premessa e il punto 2 hanno così ottenuto 20 voti contrari e 10 a favore, mentre con il “sì” di Kaswalder i voti a sostegno dei punti 1 e 4 sono diventati 11. Infine con il “no” di Kaswalder i voti contrari ai punti 3 (ritiro della delibera della Giunta sui bandi per attivare i percorsi di educazione di genere) e 5 (ritiro della legge antiomofobia) del dispositivo sono stati 21 rimanendo 10 quelli a favore.

Fugatti, dopo aver stigmatizzato il tentativo compiuto a suo avviso dalle associazioni Arcigay e Arcilesbica di “dettare il calendario dei lavori del Consiglio” sulla legge antiomofobia minacciando il ritiro del testo di iniziativa popolare da loro presentato, ha osservato che “vi sono libri favorevoli alla cultura gender (e a mo' di esempio il consigliere ha citato passi de 'Il segreto di papà' e 'Perché tu hai due papà', ndr), che i genitori possono, se vogliono, leggere liberamente a casa loro con i figli, ma che le scuole non possono adottare senza il consenso delle famiglie”. 

Claudio Cia (Civica Trentina) a sostegno della mozione ha contestato l'introduzione di questi libri nelle scuole “in nome di un ingannevole rispetto della persona”. In realtà a suo avviso “questi testi non sono affatto contro la discriminazione e per la tutela dei diritti civili, ma “mirano a sdoganare l'omogenitorialità attraverso lo sfruttamento della donna da trasformare in incubatrici o in un serbatoio da cui trarre dei figli destinati ad altri”. “Il vero obiettivo di questi libri è di demolire l'idea di famiglia ereditata dalla storia e dai nostri genitori”. 

Lucia Maestri (Pd) ha giudicato la mozione inaccettabile, strumentale ed espressione di un dibattito stantio in corso in Italia “che sottende la censura e la messa all'indice dei libri”. Censura che, ha aggiunto, non è compito delle scuole i cui piani formativi sono discussi con i genitori”. E anche i libri sono valutati ogni anno da pedagogisti, psicologi e famiglie “per promuovere l'educazione al rispetto, alla diversità, all'inclusione, alla libertà, perché il mondo è vario”. Per Maestri vanno abbattuti gli stereotipi contrari alle differenze di genere, di etnia e religione e occorre educare i bambini al rispetto delle differenze intese come una risorsa e non come un marchio da allontanare”. Maestri ha ricordato come in tal senso l'Iprase curi da anni la formazione degli insegnanti in modo non ideologico. 

Giacomo Bezzi (Forza Italia) ha replicato dichiarando di “non accettare che la sinistra faccia la morale agli altri con supponenza e con la presunzione di avere la verità in tasca, quando nel mondo ne ha combinato di tutti i colori: crimini di guerra, soprusi e sistemi autoritari”.

Il presidente Rossi: la relazione di genere è altro dalla teoria gender.

Il presidente Ugo Rossi ha motivato il no della Giunta alla mozione di Fugatti “cercando di essere il meno ideologico possibile e sulla base delle leggi già esistenti”. E questo perché “la vigilanza sui libri nelle scuole richiesta dalla mozione viene fatta”, ha spiegato, e quanto alla delibera sull'attivazione di percorsi di educazione alla relazione di genere, Rossi ha evidenziato che “questa che non ha nulla a che fare con la teoria gender”. Si tratta di “percorsi legati alle pari opportunità e promuovono la cultura del rispetto tra maschi e femmine e contro la violenza sulle donne, valorizzando i talenti degli alunni perché non siano condizionati dall'essere maschi e femmine”. “Non vi deve cioè essere una prevalenza del genere maschile su quello femminile o viceversa”. “Certo – ha concluso Rossi – nulla vieta che qualcuno voglia combattere la teoria gender e a questo – ha aggiunto – potrei essere favorevole anch'io, ma nei corsi citati non vi è nulla di tutto ciò”. Quanto all'attività informativa nei confronti delle famiglie, il bando stesso di cui parla la delibera della Giunta prevede questo quando un istituto scolastico adotta i progetti. Diverso è il tema del contrasto al bullismo omofobico, che non è riferibile alle attività citate nella mozione e a cui si riferisce la delibera, connessi a una cultura delle pari opportunità completamente estranea alla teoria gender.

Le dichiarazioni di voto.

Fugatti ha replicato a Rossi contestandogli di non poter confondere i libri citati dal consigliere leghista con la relazione di genere. E ha poi invitato i colleghi del Patt a leggere i cinque punti del dispositivo della sua mozione, chiedendo al presidente “il perché della contrarietà ai punti 4 sulla necessità di chiedere il consenso dei genitori e 1 sulla vigilanza sull'adozione di questi testi, punti da votare – ha proposto – per parti separate”.

Il presidente Rossi ha preso nuovamente la parola ribadendo di aver toccato nel suo intervento tutti i punti della mozione.

Violetta Plotegher (Pd), contraria con il proprio gruppo alla mozione, ha sottolineato che la teoria del gender appare sempre più “costruita da chi la sta combattendo”. A suo avviso, invece, la prima necessità per fronteggiare i problemi è conoscere gli studi di genere e attuare percorsi educativi orientati alla libera espressione affettiva delle persone. Si tratta di puntare ad “un sempre maggiore protagonismo del genere femminile nella società. In tal senso l'educazione di genere valorizza e non abbatte le differenze emancipando da stratificazioni culturali i ruoli maschile e femminile”. 

Kaswalder: giusto che su questi temi la scuola ascolti i genitori.

Walter Kaswalder (Patt) ha osservato che i problemi dei giovani oggi sono altri, aggiungendo che i ragazzi non sono affatto disorientati dalla scuola. Tuttavia a suo avviso “sui temi sensibili come questo o anche la religione è giusto che la scuola ascolti i genitori”. E condividendo alcuni punti della mozione, ha chiesto di cercare un accordo sul dispositivo. Fuori tema il consigliere ha poi ringraziato Rossi “per aver chiuso Trento Rise” ricordando che “i consulenti della Deloitte nei loro incontri sul nostro territorio non sapevano neanche di cosa parlavano” e che “sarebbe importante capire quali benefici e ricadute abbiano portato”.

Marino Simoni (Progetto Trentino) ha preannunciato il voto favorevole “ma con riserva” del proprio gruppo alla mozione, ritenendola “quasi inopportuna” mentre “stiamo cercando un accordo con la maggioranza sul disegno di legge antiomofobia”.

A questo punto Fugatti, riprendendo la sollecitazione di Kaswalder, ha rilanciato la richiesta, accolta dal presidente Dorigatti, di sospendere i lavori per verificare l'ipotesi di votare la mozione per parti separate. 

Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) ha detto di condividere la posizione di Kaswalder, di giudicare “un pasticcio” la mozione di Fugatti e di comprendere quindi “la difficoltà di Rossi nel motivare il no della Giunta”. Tuttavia ha aggiunto di condividere alcuni passaggi della mozione perché “quando si parla di questi temi si considerano i bambini scorte auree sui quali operare per modificare la società. E questa strada (dell'educazione al gender, ndr) – ha concluso – porterà in un dirupo”. 

Civettini: intollerabile la difficoltà di accedere agli atti.

Prima di esaminare l'ultima mozione all'ordine del giorno, Civettini ha protestato per la difficoltà di accedere agli atti e di ottenere risposta alle interrogazioni, “segno che manca trasparenza”, e ha ottenuto dal presidente Dorigatti l'impegno a sollecitare la Giunta in tal senso.

Via libera alla mozione di Bezzi sull'informazione ai genitori.

Il Consiglio provinciale ha poi approvato con 28 voti favorevoli e tre contrari di Civica Trentina la mozione proposta da Giacomo Bezzi (Forza Italia) dopo le modifiche apportate alla premessa e al dispositivo d'intesa con l'assessora Ferrari, per anteporre l'informazione dei genitori all'attivazione dei percorsi di educazione alla relazione di genere negli istituti comprensivi trentini. Il testo della premessa è cambiato precisando che con la delibera 869 con cui il 26 maggio di quest'anno la Giunta provinciale ha approvato il bando per l'attivazione dei percorsi di educazione alla relazione di genere nell'anno scolastico 2015-2016, ma “che in alcuni istituti questi percorsi partiranno per il secondo anno scolastico”, essendo 21 le scuole che hanno deciso di aderire lo scorso anno. 

Bezzi (FI) ha illustrato il testo evidenziando l'importanza di coinvolgere le famiglie e di recuperare così il gap accumulato in Trentino su questo tema.

Rodolfo Borga (Civica Trentino) ha evidenziato come il fondamento scientifico della teoria gender sia pari a zero anche se c'è gente che viene pagata per promuoverla. Quanto alla mozione di Bezzi, Borga ha detto che il suo gruppo si asterrà perché il testo “è di una semplicità assoluta perché riflette i trattati internazionali come la convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che prevedono il diritto dei genitori di essere informati e di dare il consenso sull'educazione proposta ai loro figli. In questo caso sulle scelte educative fondamentali delle scuole “perché possano scegliere se far frequentare o meno ai loro figli determinati corsi”.

L'assessora Sara Ferrari ha preannunciato la volontà della Giunta di accogliere la modifica del dispositivo della mozione perché più informazione si dà su questi temi e meglio è. Non c'è infatti nulla da nascondere e l'offerta formativa di questi corsi sulla parità di genere sono da sempre pubblici sui siti, e più spingiamo le persone ad essere informate e più i dubbi scompariranno. Quanto all'informazione delle famiglie, Ferrari ha ricordato che questo è già previsto dai bandi dove sta scritto: “La realizzazione del percorso verrà preceduta dalla presentazione dei contenuti ai genitori degli studenti coinvolti e dalla restituzione dei risultati al termine dell'attività”. Occorre per l'assessora rafforzare l'alleanza scuola-famiglia evitando di nascondere alcunché ai genitori perché “l'informazione è l'elemento fondante di questa alleanza”, ed è non meno necessario verificare l'attuazione di quanto previsto dal bando in relazione alle attività informative rivolte ai genitori in merito agli obiettivi e agli strumenti utilizzati, compresi i libri di testo.

Bezzi si è detto dispiaciuto della posizione contraria di Civica Trentina  non avendo motivi per mettere in dubbio l'attività informativa verso i genitori.

Borga, a fronte del pieno consenso espresso dall'assessora Ferrari nei confronti del testo di Bezzi, ha preannunciato di non voler più votare astenuto ma contro la mozione.